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TESTO Una Chiesa in missione

mons. Antonio Riboldi

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (04/07/2004)

Vangelo: Lc 10,1-12 .17-20 (forma breve: Lc 10,1-9) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,1-12.17-20

In quel tempo, 1il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11“Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

Forma breve (Lc 10,1-9):

In quel tempo, 1il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

C'è un dato che sfugge a tanti e che non è riportato se non da riviste specializzate, ed è quello di tanti, soprattutto giovani o intere famiglie, che sentono la necessità, in questo tempo in cui i massmedia e il linguaggio comune parla di sogni di vacanze, fatte all'insegna del divertimento, che è chiasso che si aggiunge al chiasso normale, di trovare un luogo di silenzio, dove cercare la verità della vita, facendosi condurre dalla Parola di Dio.

Si riempiono così foresterie di conventi, case di spiritualità, o luoghi religiosi dove regna il silenzio e la preghiera, al punto che tante volte è difficile trovare Posto, se non ci si prenota in tempo.

Diciamocelo con sincerità: noi siamo soffocati dal grande rumore di parole, che sono fatue, come canne d'organo senza melodia, o sono parole piene di tristezza e pessimismo, per quello che avviene attorno a noi. E viene la voglia di cercare la verità.

Fui invitato un giorno in una città dove ogni anno si organizza una settimana di vero culto all'ebbrezza: musica, divertimento, e tavolate. Un gruppo di cristiani impegnati cercarono di rompere questo assedio del nulla e mi invitarono per una serata di spiritualità. Sembrava una vera "bestemmia" ai più, che proprio non trovavano la ragione della spiritualità. "Nonostante la città abbia più di 30.000 persone, mi si disse, questa sera abbiamo paura, come per gli altri anni, di non avere più di 20 persone. Qui non c'è posto per la Parola".

Quella sera, alle ore 21, mi recai in un grande auditorium e vi trovai esattamente 20 persone: un pugno di gente di buona volontà, che sembravano una stella in un grande firmamento coperto da nubi, dove le stelle non apparivano.

Pregai di pazientare un poco, sfidando l'attesa e pregando. E Dio solo sa come, lentamente, la grande sala si riempì al punto da costringere tanti a seguire l'incontro affacciati alle finestre. L'argomento era: "Cristo, e solo Cristo, è la nostra speranza": un tema che sembrava una lama di fuoco che spezzava la coltre di nubi. Parlai nel silenzio più assoluto e stupito per più di un'ora. Guardavo quei volti che mi fissavano con meraviglia, come se stessi dicendo loro "cose nuove", belle, vere...quelle cose che si volevano sentire come Buona Novella.

Ci intrattenemmo per due ore. Verso mezzanotte mi alzai per chiudere l'incontro. Ma nessuno si muoveva...fino a che una persona gridò: "Padre, stiamo qui ancora. Qui "si vive", fuori c'è il senso del vuoto, che è come morire". Ed è quello che tanti, ma tanti, sentono oggi, quando la Grazia li conduce alla luce della Verità, che è la divina Parola. Pare di risentire le parole del Profeta Isaia: "Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti l'amate...Poiché così dice il Signore: "Ecco io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la prosperità: come un torrente in piena la ricchezza dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme saranno consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saranno rigogliose come erba fresca. La mano del Signore si farà manifesta sui suoi servi" (Is. 66, 10-14).

Chi di noi non sente il bisogno di 'parole' che contengano gioia, amore, speranza, verità: parole che non camminino a testa bassa, riempiendosi della tristezza della terra, ma che sappiano fare alzare la testa, per contemplare la bellezza che contengono.

E ci sono Parole di vita più stupende di quelle che Dio si è degnato di rivolgerci, con la presenza di Suo Figlio? Può mai un uomo, intelligente, vero, buono e tutto quello che volete, avere parole che nascono dallo stesso Cuore di Dio? Già ci fanno tanto bene al cuore parole di amici che ci fanno dono della bellezza del loro cuore. A volte alcune parole danno il senso di toccare le felicità: come quando una persona cara ci dice: "Ti amo".

Ma cosa sono mai le nostre parole, pur belle, di fronte alla Parola di Dio?

Se è vero che a volte ci riempiamo delle chiacchiere vuote del mondo, è altrettanto vero che nello stesso tempo sentiamo la sete di 'altre parole', che non sappiamo da chi attingere.

Maria, sorelle di Marta, stava a sentire Gesù a Betania, come a voler togliersi una sete, che non si accontentava mai di bere. Il nostro tempo ha bisogno di verità, quella che solo Dio sa dirci, che Gesù ci ha detto e ci ha lasciato il comando di donare ai fratelli. Gesù doveva provare tanta compassione al suo tempo, quando si trovava di fronte le folle, cercatrici di speranza, una speranza che attendevano da Lui.

"In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé, in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi, non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà a voi"...I settantadue dopo la missione tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome". E Gesù: "Non rallegratevi perché i demoni si sottomettono a voi: rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nel cielo" (Lc. 10, 1-20).

Quanti nomi, verrebbe da dire, oggi, sono scritti in cielo, pensando a tanti nostri fratelli nella fede, missionari, sacerdoti, semplici fedeli, catechisti, che stanno compiendo la stessa missione. E il nostro nome è scritto lassù? se non altro perché siamo missionari in casa nostra o per i nostri amici?

Quello che stupisce è "l'assoluta povertà" di mezzi umani, con cui Gesù chiede sia annunciata la sua Parola. Conosciamo tutti il gran battage pubblicitario che precede la parola dell'uomo, che sia politico o attore o cantante. Forse se non ci fosse quel battage, quella potenza mediatica, passerebbero inosservati tanti. E quello che fa pensare è che al chiasso pubblicitario non corrisponde poi la "densità dell'annuncio", che, il più delle volte, si rivela chiasso di parole che non sfiorano il cielo dell'anima, là dove solo Dio può scrivere la Sua Parola.

Gesù, invece, come del resto la sua stessa Presenza tra noi, prende le distanze dai mezzi umani. Vuole che la sua Parola sia scarna, pulita come deve essere un raggio di sole. Non vuole che sia frutto delle nostre capacità umane, ma chiede a noi di prestare la nostra voce generosa alla Sua Parola.

Lui deve parlare al nostro cuore. Chi ha dimestichezza con la Parola, perché l'ascolta, o la medita, sa quanto silenzio questa esige e come dia respiro all'anima.

Ho sempre nella mente l'origine di questo Internet. Nacque l'idea a Parigi, visitando un angolo di silenzio in mezzo al fragore di Pigalle, dove tutto è stordimento di anima e tutto deforma la bellezza del cuore.

Ho sempre in mente quell'angolo detto "Osteria del parroco" (bistrot du curè), aperto a chi voleva sottrarsi al chiasso di Pigalle e ritrovare se stesso nel silenzio di quell'angolo ad ascoltare due parole buone di Dio e ritrovare verità e dignità. Per questo la mia missione assomiglia al bistrot o alla panchina del villaggio globale, dove chi ha sete di verità è accolto e diventa amico...come voi. Ha la qualità della povertà evangelica: non fa' chiasso ma chiede di essere ascoltata. Non so chi di voi mi segue a RADIOUNO alle 19,30, ogni venerdì, in quella trasmissione chiamata "Ascolta si fa sera". Ma so quanta gente attende quei tre minuti per sentire la novità evangelica che fa bene.

Verrebbe la voglia, in questo pauroso silenzio della Parola di Dio che vi è in tante anime, di chiedere: "Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta". Verrebbe la voglia di pregare per voi, per tanti, perché la Parola sia rugiada che ridoni vista a campi aridi.

E con Madre Teresa di Calcutta prego: "O Signore, fa' che ogni uomo sulla terra conosca la tua Parola, la Bibbia, il Vangelo. Suscita in loro la fame della tua Parola e lascia che sia il nostro pane quotidiano.

Fa' che quanti sanno leggere, guardino al Vangelo con i loro occhi: mentre quanti non sanno leggere incontrino altri che possano leggere per loro. Ma più di tutto, quando la tua volontà sarà compiuta, altro non chiediamo che si compia, e tu usaci per realizzarla".

 

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