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TESTO Memoria del futuro

don Luciano Cantini  

Maria Santissima Madre di Dio (01/01/2014)

Vangelo: Lc 2,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] 16andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Udito e visto

Spesso nei vangeli troviamo questa coppia di verbi... vedere e udire. Cosa è stato udito e visto? È difficile arrivare ad una verità storica (nel senso moderno della parola) stando dietro ai racconti evangelici che sono talmente irreali da aver ispirato in epoche diverse favole, poesie, racconti... sembra che la realtà sfugga alla semplice storia raccontata. Se tutto si fosse svolto alla lettera con visioni di angeli, cori, stelle, lo scossone sarebbe stato talmente alto da lasciare qualche altra traccia nelle cronache del tempo e qualche altro ne avrebbe parlato, ma anche i vangeli non concordano tra loro, dunque?

Dovremmo mettere in moto la fantasia, con una briciola di concretezza, per cercare di capire cosa è veramente successo, perché la differenza tra la realtà ipotizzata e l'enfasi del racconto ci dà la misura della fede di chi ha vissuto i fatti, di chi li ha raccontati, uditi e raccontati ancora fino a diventare scritti, raccolti e tramandati. Ecco, quella fede aiuta a non credere nelle favole ma aiuta la nostra fede a vivere l'oggi e scoprirne i segni dell'azione di Dio.

Tutti quelli che udivano si stupirono

Lo stupore coinvolge tutti: chi ascolta e chi racconta. Maria custodisce ciò che non comprende, i pastori glorificano e lodano Dio... il coinvolgimento è totale per un fatto piuttosto naturale come la nascita di un bimbo. Tutti escono arricchiti da questo incontro che intreccia diversi annunci: il bambino con la sua presenza, il silenzio di Maria, le parole dei pastori che riecheggiano quelle degli angeli: ognuno ha qualche cosa da annunciare e qualcosa da udire e vedere. La tradizione del presepe ha la pedagogia del vedere, del raccontare, dell'udire, rende presente la quotidianità della vita, del lavoro, ci aiuta a penetrare il mistero che non si limita alla cartapesta e al muschio ma che raggiunge la nostra quotidianità così che anche noi, con i pastori di un tempo, possiamo oggi glorificare e lodare Dio per tutto quello che abbiamo udito e visto.

Custodiva tutte queste cose

Non si tratta di mettere in serbo, sottochiave, dei fatti ma renderli presenti nei tempi successivi, in altre parole di "fare memoria" che non fissa il passato ma apre al futuro, illumina i passi lungo la via. La fede, dice Papa Francesco, in quanto memoria del futuro, è strettamente legata alla speranza (Cfr. LF 10). Maria, custodendo e meditando è maestra di fede e di speranza. Vera figlia di Israele fa sua tutta la storia del suo popolo, storia di salvezza che attraversa in pieno la sua vita (Cfr. Lc 1,49) e continua in lei a traboccare delle meraviglie di Dio (EG 142). «Il credente è fondamentalmente "uno che fa memoria"» (EG 13), perché «la luce portata dalla fede è legata al racconto concreto della vita, al ricordo grato dei benefici di Dio e al compiersi progressivo delle sue promesse» (LF 12).

È necessario ricordarcelo in questo giorno che scandisce l'inizio di un nuovo anno solare, giorno in cui vorremmo cancellare l'anno che è passato per aprirci spensieratamente alla speranza del nuovo. Ma oggi è il giorno dopo di ieri, anche se abbiamo buttato via i vecchi calendari, non abbiamo buttato via il tempo trascorso, le cose belle e quelle brutte, perché tutte fanno ormai parte della nostra vita: vanno custodite e meditate perché continuino a rivelarci la grandezza di Dio e ci aprano, nella Fede, alla certezza della speranza.

 

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