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TESTO Commento su Matteo 2,13-15.19-23

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Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno A) (29/12/2013)

Vangelo: Mt 2,13-15.19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 2,13-15.19-23

13I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».

14Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, 15dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

Dall’Egitto ho chiamato mio figlio.

19Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto 20e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». 21Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. 22Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

COMMENTO ALLE LETTURE

Commento a cura di don Eduard Patrascu

"Chi onora suo padre ottiene il perdono dei peccati
e chi onora sua madre è come uno che raccoglie tesori"

Qualche giorno fa', un bambino mi ha detto: "don, ma perché quest'anno non viene nemmeno Babbo Natale? Forse è morto anche lui insieme a papà?". Piangeva quel bambino e non riuscivo a fermarlo. Dopo che è partito, sono rimasto qualche minuto sovrappensiero. Mi chiedevo: ma perché piangeva così tanto quel bambino? Forse solo perché non viene più Babbo Natale? O piuttosto perché si era reso conto che gli mancava il papà, morto prematuramente quest'estate. O forse ancora perché si ricordava come era bello quando il papà era vivo e faceva di tutto perché venisse Babbo Natale.

La festa della Sacra Famiglia che celebriamo oggi deve provocarci a pensare quanto sono importanti le "cose" semplici, quelle che noi consideriamo normali, che, in qualche modo, ci sono dovute. Mi riferisco anche a quanto poco noi pensiamo al fatto che abbiamo dei genitori che magari vivono, che abbiamo fratelli e sorelle (molti di noi) e che, a parte i problemi normali della vita, quando siamo a casa li ritroviamo accanto a noi. Forse sarebbe bello oggi, nella festa della Sacra Famiglia, avere il coraggio di guardarci negli occhi perché... ci siamo tutti: genitori e figli. Ma dobbiamo pensare anche a quelli che non hanno più forse il papà, la mamma o un fratello morto da giovane. Cosa può provare qualcuno che ha la nostalgia della mamma, del papà... perché semplicemente non ci sono più.

Ricordo una canzone fatta proprio nei primi giorni dopo la caduta del comunismo. Era il fine dicembre del '89 quando, ancora vivissimo nella mente il massacro di coloro che erano stati fucilati nelle piazze in diverse città del paese, uscì questa canzone che, tra le altre cose strazianti, diceva: "Enigmatici e discreti, terminata la loro corsa, accanto a noi si spengono e muoiono i nostri, i nostri cari genitori". Allo stesso modo potrei citare altri versi dove i genitori esprimono la gioia di avere figli, perché moltissimi affermano: "che senso ha sposarsi se non hai figli?".

Oggi siamo chiamati a pensare come siamo fortunati perché esistiamo. Come siamo privilegiati perché abbiamo qualcosa da mettere sulla tavola, che siamo circondati - genitori e figli - dall'affetto, dall'amore della nostra famiglia: è quell'amore che diventa per noi una garanzia per il futuro e che ci aiuta a superare qualsiasi problema della vita; anche quando gli altri non ci capiscono o fanno di tutto perché noi inciampiamo, anche o soprattutto allora pensiamo a mamma e a papà che ci mettevano la mano sulla spalla e ci dicevano incondizionatamente: "su, coraggio, ce la farai!". Tutti siamo figli di qualcuno e tutti pensiamo con tanto amore alla nostra famiglia, ai nostri cari.

Oggi è bello poter ringraziare il Signore perché abbiamo una famiglia, abbiamo dei genitori o dei figli che ci circondano con il loro amore, anche se tante volte non hanno il coraggio di dircelo. Ma non solo questo: oggi è bello pregare il Signore perché ci aiuti a fare tutto il possibile affinché la nostra famiglia possa godere quell'atmosfera di buona disposizione, di gioia, di felicità. Abbiamo il coraggio di ascoltarci, di perdonarci, di incoraggiarci gli uni gli altri, di capire gli eventuali errori e sbagli e... soprattutto cerchiamo di evitare di "fare la lezione" all'altro, considerandoci superiori, anche inconsciamente. E sto parafrasando la seconda lettura di questa domenica!

Vorrei dire un ultima cosa, a cui tengo moltissimo. Sempre la seconda lettura ammonisce: "La Parola di Dio abiti tra voi nella sua ricchezza... salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio". Nel Vangelo, san Giuseppe ci dà un esempio mirabile di ciò che vuol dire essere in permanente dialogo con il Signore. Ecco cosa volevo dire: non basta offrire ai figli ciò che serve alla crescita fisica. E molto importante, e direi, prima di tutto, offrire loro le condizioni per poter crescere spiritualmente: è quella forza interiore che permetterà loro di camminare nella vita con coraggio, con serenità. Ebbene, in questo senso l'esempio dei genitori è fondamentale. Non è corretto che un genitore dica al figlio: "vai a pregare" o "perché non vai a messa?" quando il genitore non prega e tanto meno va a messa. Certo, va bene incoraggiare a pregare, partecipare al catechismo e alla messa, ma i figli devono vedere i loro genitori andare a messa, confessarsi, fare la comunione, e non solo a Pasqua e a Natale; i figli devono sentire i genitori come pregano. Come sarebbe bello riprendere l'abitudine di pregare insieme, ad alta voce, prima e dopo i pasti! So che ci sono famiglie dove si prega così anche facendo le preghiere prima di andare a dormire. Ma ci sono - ahimè - tante famiglie dove "queste cose" sono considerate bigottismo o addirittura un'offesa fatta ai figli. Eppure è il modo per farli crescere in maniera completa, non soltanto fisicamente.

Potremmo guardare alla Sacra Famiglia e vedervi tanti esempi per la vita: esempi di attenzione per l'altro, di discrezione, di delicatezza, di tanto dialogo, di sincerità, di anticipazione del bisogno dell'altro ecc. Ma l'esempio più bello che ci dà la Sacra Famiglia e la presenza permanente di Gesù in mezzo a questa famiglia. Certo, loro hanno avuto il privilegio si avere Gesù in mezzo a loro anche fisicamente, corporalmente, ma tutti possiamo avere Gesù in mezzo alla nostra famiglia. E questa cosa si vede meglio quando tutti i membri di una famiglia si riuniscono a pregare insieme, ad alta voce. E non mi riferisco a preghiere lunghe (Rosari o Vie Crucis), anche se non le escluderei; ho in mente il pregare insieme ai pasti o in altri momenti, diciamo "strategici" della giornata o della settimana: quando si portano i figli a scuola o quando ci si ricorda che è il compleanno o la festa patronale di qualcuno; quando si ottiene un buon risultato a scuola o al lavoro, imparare a ringraziare insieme il Signore. E così via con gli altri esempi. Ebbene, questo è il segno concreto della presenza di Dio. Io vi posso assicurare che la preghiera fatta insieme, ad alta voce, unisce moltissimo la famiglia, che riesce ad "ammorbidire" le differenze di generazione, riesce a creare ponti di dialogo, riesce a provocare una capacità maggiore di capirsi... riesce a portare pace e serenità. Provare per credere!

Che il Signore doni ad ogni famiglia la grazia del coraggio di guardare alla Sacra Famiglia di Nazaret (spero non manchi in nessuna famiglia cristiana un'icona con la Sacra Famiglia... se esiste, potrebbe essere un idea per un regalo!) e così avere la forza di tentare di fare qualsiasi sforzo per diventare come essa: felice, piena di gioia... santa. Abbiamo tanto bisogno di famiglie felici, gioiose, coraggiose... sante.

 

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