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TESTO Avvento: attesa, speranza, gioia

don Roberto Rossi  

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III Domenica di Avvento (Anno A) - Gaudete (15/12/2013)

Vangelo: Mt 11,2-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,2-11

In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

E' la domenica della gioia; tutto l'avvento è tempo di attesa, di implorazione, di speranza, di affidamento, di gioia. Come ci viene presentata questa gioia dalla parola di Dio?

"Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi - dice S. Paolo - il Signore è vicino!"

Il profeta Isaia indica al popolo di Israele la fonte della vera gioia: Dio che interviene e salva il suo popolo dopo un lungo periodo difficile di schiavitù. Anche la natura prende parte a questa gioia. Sentite che espressioni: "Si rallegri il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Tutti vedranno la gloria del Signore e la magnificenza del nostro Dio. Dite agli smarriti di cuore: coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, Egli viene a salvarvi". "Lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto".

Per aprirmi alla gioia ho bisogno di essere povero, di spirito e anche materialmente. Proviamo a pensare dove si festeggia il Natale, senza nessuna di tutte quelle cose che abbiamo noi o che cerchiamo.

Il Salmo poi descrive tutta la misericordia di Dio verso i bisognosi e gli emarginati: è un inno di lode alla Provvidenza del Signore.

"Il Signore è fedele, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati, libera i prigionieri. Ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto, ama i giusti, protegge gli stranieri. Egli sostiene l'orfano e la vedova, regna per sempre di generazione in generazione."

Queste espressioni le ritroveremo nel vangelo. Gesù opera tanti miracoli, che sono il segno della sua bontà, della sua tenerezza, del suo amore, della sua salvezza per sempre.

Quando Giovanni Battista manda i suoi discepoli a chiedere, "se è Lui, Gesù, il Messia oppure dobbiamo aspettare un altro". Gesù risponde: "Riferite a Giovanni che tutte le promesse di Dio si stanno realizzando. "I ciechi acquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo". E poi pronuncia il grande elogio su Giovanni Battista.

I segni ci sono: si tratta di aprire gli occhi, di saperli vedere, di capire che sono i segni della presenza del Signore. Il Salvatore è in mezzo a noi.

Gesù elenca i segni messianici profetizzati da Isaia ed è come se mandasse a dire a suo cugino: "Guardati intorno, Giovanni".

Anche noi possiamo guardarci intorno e riconoscere i segni della presenza di Dio: quanti amici hanno incontrato Dio, gente disperata che ha convertito il proprio cuore, persone sfregiate dal dolore che hanno imparato a perdonare, fratelli accecati dall'invidia, dalla cattiveria o dagli interessi che hanno cambiato completamente e sono diventati gioia e bene e amore per tenti.

"Guarda, Giovanni, guarda i segni della vittoria silenziosa della venuta del Messia".

Ciascuno di noi se ci pensa può dire: "Anch'io li ho visti, quei segni. Anch'io ho visto la forza dirompente del Vangelo, persone cambiare, guarire, vedere. Anch'io ho visto nelle pieghe del nostro mondo corrotto e inquieto gesti di totale gratuità, vite consumate nel dono e nella speranza, apertura di fraternità in gente che era chiusa ed egoista. Ho visto tanti segni del Regno. Che sia questo un problema nostro? Una miopia interiore che ci impedisce di godere della nascosta e sottile presenza di Dio? Prepararsi al Natale significa, allora, convertire lo sguardo, accorgersi che il Regno avanza, è presente, che io posso renderlo presente".

Impariamo a riconoscere i segni della presenza di Dio, alziamo lo sguardo, apriamoci alla bellezza e alla gioia del bene che il Signore opera attraverso tante persone.

Un racconto significativo:

Un giorno Giulia ricevette un fresco mazzo di fiori in ufficio. Stupita, visto che non ricorreva nessun anniversario in quel giorno, né il suo compleanno, né nessun'altra ricorrenza da festeggiare, cominciò a chiedersi chi gliel'avesse mandato... ripercorse mentalmente tutte le persone che le volevano bene, o a cui aveva fatto un favore. Nulla. Tutto il giorno scrutò volto per volto, dai suoi genitori ai colleghi d'ufficio, cercando di svelare il mistero, ma non riuscì a trovare una ragione sufficiente per un gesto del genere. Giunta la sera, quand'era rientrata a casa, squillò il telefono.

Era Carla, sua amica d'infanzia. Disse "I fiori te li ho mandati io, dopo averti visto così depressa ieri. Senza biglietto, così che tu passassi la giornata a pensare a quante persone ti vogliono bene e avrebbero potuto mandarteli. So per certo che questo ti ha cambiato l'umore!".

 

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