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TESTO Commento su Romani 15,4-9

Monastero Domenicano Matris Domini  

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2013)

Brano biblico: Rm 15,4-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Collocazione del brano
Come nella prima domenica di Avvento leggiamo un brano della lettera ai Romani. Anche questo fa parte delle raccomandazioni finali della lettera ed è dedicato alle relazioni fraterne all'interno della comunità. Nei versetti precedenti Paolo era intervenuto in una discussione tra i deboli, coloro che seguivano ancora tutte le regole alimentari e di purificazione degli israeliti, e i forti, coloro che in virtù del Vangelo si sentivano liberi di mangiare di tutto e di considerare tutti i giorni uguali. Paolo esorta i forti a non scandalizzare i deboli, ma anzi di farsi carico delle loro difficoltà, come ha fatto anche Cristo. Il suo esempio si può conoscere grazie alle Scritture. Ecco dunque il nostro brano che comincia proprio con il riferimento alle Scritture. Queste ci aiutano a mantenere viva la speranza e a seguire l'esempio di Cristo nell'accogliere con amore tutti i fratelli della comunità. Si tratta di un buon programma di vita per questo periodo di Avvento e per tutta la nostra vita in attesa del ritorno di Cristo.
Lectio
4 Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
Paolo ricorda ai Romani di tenere in debita considerazione le Scritture, cioè l'Antico Testamento. Anche se Gesù lo aveva riletto e reinterpretato, soprattutto per quanto riguarda le prescrizioni della Legge di Mosè, l'AT rimane valido per i cristiani di tutti i tempi, anche per noi. Cosa ci dona la Scrittura? Ci dà un'istruzione: la storia dei personaggi biblici ci racconta qualcosa del rapporto tra Dio e l'uomo, sono fonte di costanza e di conforto davanti alle difficoltà della vita e della fede. Questo conforto ci permette di non perdere la speranza e di continuare a credere.
5 E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù,
Paolo continua con una richiesta a Dio. Poiché è il Dio della perseveranza e dell'aiuto nelle difficoltà Egli può concedere ai cristiani di andare d'accordo e di avere gli uni verso gli altri lo stesso atteggiamento che Gesù ha avuto nei nostri confronti.
6 perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Il seguire l'esempio di Cristo produce in tutti l'unanimità. In cosa si traduce questa unanimità? In una lode costante a Dio. Chi si impegna a seguire il modello di Cristo si scopre grato e rivolge a Dio il suo canto di lode. E' un canto a più voci, attorno al Signore si crea amore e comunione profonda.
7 Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio.
Ancora Paolo ribadisce il concetto: esorta all'accoglienza reciproca all'interno della comunità e rimanda di nuovo all'esempio di Cristo. Il risultato non è il quieto vivere, ma la gloria di Dio. Non ha senso una comunità che loda Dio se al suo interno non è compatta, se non vi è accoglienza gli uni verso gli altri.
8 Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri;
Gesù non ha fatto distinzioni di popolo. Si è messo a sevizio dei circoncisi, cioè degli Ebrei, perché è stato mandato a portare a compimento le promesse di Dio Padre, le promesse dell'Antico Testamento.
9 le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: «Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».
Gesù si è messo a servizio anche delle altre popolazioni (le genti, o i Gentili) perché è stato inviato anche a loro per mostrare la misericordia di Dio. Ecco dunque ancora il riferimento alla Scrittura per ricordare la missione di Gerù Cristo in mezzo ai popoli di tutta la terra.
Meditiamo
- Quali sentimenti suscitano in me le pagine dell'Antico Testamento?

- Qual è il mio atteggiamento verso le persone che sono ancora un po' "piccole" nella fede?
- Mi sono sentito destinatario di una promessa?

- Ho sentito su di me il dono della misericordia di Dio?

 

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