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TESTO Commento su Genesi 3, 10

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2013)

Brano biblico: Gen 3,9-15.20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Ho avuto paura perché sono nudo e mi sono nascosto.
Gn 3, 10

Come vivere questa Parola?
Prendere coscienza dell'essere "nudi" è in fondo prendere coscienza delle nostra fragilità verso il peccato.
Esso ci impedisce di stare davanti a Dio nella nostra nudità, senza maschere, senza difese, ammettendo quello che siamo senza paura. Il peccato ci fa nascondere, ci porta a deresponsabilizzarci, ad accusare altri, così come Adamo ha accusato Eva ed Eva il serpente.
Ci disorienta e ci fa perdere di vista la nostra identità di figli di Dio.
Maria al contrario ci dice, con le sue "opere" forse più che con le sue parole, cosa significa non essere schiavi del peccato.
Lei non si è nascosta davanti al Signore, si è fatta invece tutta orecchi. Si è lasciata trovare ed interpellare. Soprattutto non ha progettato il suo futuro da sola ma ha accettato in libertà di accoglierlo da Dio e di condividerlo con Lui. Ecco perché di lei poi si dirà che "custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore" (Lc 2, 19).
Doveva farlo proprio perché, accogliendo la presenza di Dio nella sua vita, ogni giorno doveva leggere questa presenza, comprenderla, sostenerla, lasciarsene plasmare. E senza custodirla nel silenzio della riflessione e della preghiera non ci sarebbe riuscita.
Solo chi si progetta la vita da solo, come se tutto dipendesse da lui, non ha bisogno di riflettere e di interrogarsi.
Maria allora ci racconta con la sua vita l'idea originaria di Dio per noi e sveglia il nostro desiderio di ritrovare questa idea e di incarnarla.
Noi non siamo innocenti Signore, a differenza di Maria conosciamo il peccato e i suoi "frutti". Continua a ricordarci allora, tramite il suo esempio e la sua intercessione, che non siamo condannati alla schiavitù del peccato ma che possiamo tornare a stare davanti a Te nudi, senza timori e maschere, senza nasconderci più.
La voce di un Vescovo santo
Santa Maria, donna gestante, grazie perché, se Gesù l'hai portato nel grembo nove mesi, noi ci stai portando tutta la vita. Donaci le tue fattezze. Modellaci sul tuo volto. Trasfondici i lineamenti del tuo spirito.

Don Tonino Bello
Emanuela Giuliani - emanuelagiuliani@gmail.com

 

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