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TESTO Una domanda di rafforzamento

padre Gian Franco Scarpitta  

III Domenica di Avvento (Anno A) - Gaudete (12/12/2004)

Vangelo: Mt 11,2-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Non è lui il Messia e pertanto non sarà lui ad apportare la salvezza al genere umano, tuttavia Giovanni Battista assume un ruolo non secondario in ordine alla missione realizzata poi da Gesù: con la sua opera, la sua predicazione, e soprattutto con il suo atteggiamento predispone negli animi di tutti la venuta del Salvatore. In una parola esorta tutti alla conversione.

La frase chiave che ci può aiutare a comprendere il senso della sua presenza previa a Gesù Cristo è senz'altro questa: " Raddrizzate i vostri sentieri; ogni uomo vedrà la salvezza di Dio".

In sintesi, il Battista, uomo essendo e peloso nell'abbigliamento nonché parco e austero nel suo vitto e vestiario rivolge 1) un annuncio; 2) un'esortazione. Nel primo caso infatti egli proclama la volontà di Dio per cui l'uomo non si smarrisca e si salvi e quindi l'amore di Dio che si spinge a beneficio dell'uomo fino a farsi uomo Egli stesso per raggiungerci; nel secondo caso, come conseguenza Giovanni invita a corrispondere a questo amore singolare divino per l'umanità attraverso il radicale cambiamento di se stessi, delle proprie convinzioni, costumi, mentalità e atteggiamenti e cioè la conversione.

Sorge tuttavia un interrogativo abbastanza incalzante: perché Giovanni tramite terzi sta interpellando Gesù sulla sua reale identità. "Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?" Beh, probabilmente perché da parte sua vi era una differente concezione del Messia rispetto a quella che Cristo manifestava e si sarebbe aspettato un Messia dagli aspetti fascinosi e prerogative di grandezza, quale Messia giustiziere (così i commentari); tuttavia è mia convinzione che quella domanda non fosse di "accertamento" ma di "rafforzamento": in altre parole, Giovanni non aveva dubbi sulla figura messianica di Gesù, ma semplicemente voleva che risultasse DEFINITIVAMENTE CHIARO ED ESPLICITO A TUTTI che il Messia fosse proprio lui. Per essere espliciti su quanto ci stiamo dicendo, interpretiamo quella di Giovanni come una domanda che per implicito suppone una risposta affermativa; in definitiva il profeta intenderebbe dire: "Caro Gesù, faglielo capire tu stesso ai miei emissari (e per esteso all'umanità intera) che il Messia sei davvero tu". Prova ne sia il fatto che Gesù invita queste persone non ad andare a riferire a Giovanni sottili argomenti ed elucubrazioni di pensiero che tendano a legittimarlo come Messia ma... semplicemente a descrivergli QUELLO CHE VEDONO, costitutivo della realtà di fatto dell'avvenuto Regno di Dio. Altra prova è il fatto che Gesù si mostra ben lungi dal digredire intorno alla sua persona e alla sua storia per potersi qualificare, ma (cosa insolita in queste circostanze) coglie l'occasione per esaltare il Battista nella sua eroica impresa: Egli ha adempiuto benissimo la sua importante missione di predisposizione alla venuta del Messia e il suo lavoro è stato fondamentale perché tutti possano adesso accogliere e accettare Gesù Cristo facendo la Sua volontà e quindi la sua opera è correlata a quella del Messia (Avete capito? Si, sono proprio io!!).

Sia quel che sia, il Battista e Gesù non si smentiscono a vicenda, ma le loro caratteristiche li rendono complementari e li correlano fra di loro: Giovanni introduce il credente alla condizione essenziale della fede, cioè la conversione e Gesù reca a tutti quello che è l'oggetto della fede,. Il Regno di Dio nel Cristo Stesso Verbo fatto uomo.

Ma il fatto che Giovanni si rende mandatario del monito alla conversione e dell'arrivo del Messia lo qualifica già per questo come un emissario di letizia e di gioia. E appunto l'esultanza è la caratteristica di chi si pone nelle aspettative dell'attesa divina. Come gia riflettevamo negli interventi di Avvento degli anni scorsi, il presente tempo liturgico se pure si caratterizza come quello dell'attesa del Signore che viene a salvarci e contemporaneamente del nostro andargli incontro e ci invita ad una particolare revisione di vita nello spirito e nelle attitudini, ciò non vuol dire che esso debba essere vissuto all'insegna della mera passività e del servilismo, quasi ad attendere l'arrivo di un giudice severo: avere la consapevolezza che Dio verrà ad abitare la nostra storia perfino sotto le vestigia di un Bambino è per noi motivo di rallegramento e di gioia e pertanto ben vengano i luminosi addobbi delle vetrine e le decorazioni delle nostre strade; ben venga altresì la nostra disposizione a consumare un dolce o dei piatti speciali in questo giorno tanto atteso del 25 Dicembre. Senza per nulla voler legittimare lo sfarzo eccessivo e il consumismo legato al business di tante industrie che si avvalgono del Natale, occorre considerare che il dato esteriore della festa può contribuire non poco a predisporre gli animi alla venuta del Signore nell'ottica della gioia e dell'entusiasmo e un panettone che ci riunisce tutti attorno ad un tavolo può benissimo rendere rendere l'idea della nostra affezione nei confronti di Gesù Cristo. Questo- ripetiamo- a condizione che l'agape non si trasformi in occasione di gratuito sfarzo e di mera opulenza.

La gioia dell'Avvento è espressamente evinta del resto dalle stesse parole di Gesù: "I ciechi vedono, gli storpi camminano e ai poveri è annunciata la Buona Novella; ciò vuol dire che il Regno di Dio è arrivato" per l'esultanza e la letizia dell'uomo. Della gioia parla anche Isaia nella prima Lettura che annuncia il particolare storico della liberazione ventura del popolo di Israele da una particolare condizione di sottomissione; come anche- lo ricorderemo l'esortazione di Paolo: "Rallegratevi". Il Signore è vicino e questo è motivo di esultanza.

 

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