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TESTO Gesù, una persona decisa e forte

don Roberto Rossi  

XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (27/06/2004)

Vangelo: Lc 9,51-62 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,51-62

51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme 52e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio.

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Il vangelo di oggi inizia con queste parole: Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme perché stavano per compiersi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo. L'evangelista Luca ha disposto gran parte dei detti e dei fatti di Gesù, di cui era a conoscenza, lungo questo viag­gio che dalla Galilea lo porterà a Gerusalemme. Non si tratta di un semplice spostamento, ma molto di più: è la salita di Gesù verso la sua Pasqua, è la realiz­zazione della sua ora, annunciata già nell'episodio della Trasfigurazione e nel colloquio coi discepoli dopo la risposta di Pietro: Tu sei il Messia di Dio. È importante tenere presente questo particolare quando leggeremo i brani evan­gelici delle domeniche prossime: essi contengono parole dette da uno che sta andando incontro alla sua morte e lo sa.

All'inizio del brano evangelico, è riportato un episo­dio spiacevole, legato a quel viaggio di Gesù: il rifiuto dei samaritani di accoglierlo, proprio perché stava recan­dosi a Gerusalemme.

Ma il peso maggiore del brano è sicuramente nella seconda parte, in quella serie di tre chiamate di Gesù che si aprono ognuna con il verbo «seguire» in una accentuazione molto forte: Ti seguirò... Se­guimi... Ti seguirò.

In queste chiamate colpisce come Gesù chiede un modo di seguirlo deciso, coerente, forte, di pieno distacco da tutto ciò che fa parte delle nostre cose, dei nostri affari, dei nostri affetti. Chiede di liberarci da tutto, ci chiede di essere liberi da tutto per seguirlo pienamente e per servire la missione alla quale siamo chiamati. Ma certamente non lo fa per toglierci qualcosa, per farci soffrire, ma per darci una vera libertà, per darci il tutto della sua ricchezza e del suo amore. Scrive p. Cantalamessa: "Gesù non solo chiede cose che sembrano inaudite, ma - quel che più stupisce - ­ottiene ciò che chiede. Dice a Pietro, a Giacomo e a Gio­vanni: Venite dietro a me, e quelli, lasciate le reti e il padre, lo seguono; dice a Francesco d'Assisi: «Va', vendi ciò che hai, poi vieni e seguimi», e Francesco, lasciato il padre, si mette a seguire Gesù in povertà. Anche oggi, in un mon­do che sembra aver reso doppiamente assurda quella sua richiesta, Gesù continua a far sentire il suo «Vieni e se­guimi!» e ci sono giovani di entrambi i sessi che, a quel­l'invito, lasciano la famiglia, la carriera e i sogni giovanili e lo seguono per essere suoi discepoli a tempo pieno".

Ne abbiamo un esempio nei vari incontri del Papa coi giovani: non ha mai paura di fare loro discorsi forti, esigenti, di responsabilità, di donazione. E i giovani comprendono che vale la pena puntare in alto, spendere la vita per una vocazione e una missione grande, come è la vocazione cristiana di tutti e come è la vocazione consacrata di molti cuori generosi e fedeli.

Così si realizza pienamente la propria vita. Gesù aveva detto: Chi vuole guadagnare la propria vita la perderà, chi la perderà per causa mia, la guadagnerà".

Si realizza la vera libertà del cuore umano. Quando si parla di libertà, comunemente si pensa che la libertà è fare quello che "mi pare". Ma questa è la forma più grande di schiavitù: schiavitù dei propri gusti, dei propri istinti, della mentalità mondana, delle mode e delle suggestioni del momento; schiavitù di chi ha tutto l'interesse a farci pensare in un certo modo e a condizionarci nelle nostre scelte.

S. Paolo nelle lettera ai Galati ci offre delle affermazioni molto significative: "Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi. State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Voi siete chiamati a libertà". E specifica che la nostra libertà non è un pretesto per "vivere secondo la carne", cioè secondo tutti i nostri gusti o i nostri vizi, ma la vera libertà ci fa comprendere che il modo più bello e più vero di vivere è l'amore, la carità, il mettersi a servizio gli uni degli altri. La vera libertà è amare, servire, donare la vita per il Signore e per gli altri.

E' vero questo?

Ne troviamo la prova in tante persone dal cuore grande e buono, che "hanno camminato o camminano secondo lo Spirito", che mettono in pratica la Parola del Signore, che aiutano il prossimo, che fanno scelte e opere di bene, che hanno nel cuore una gioia sconosciuta agli altri.

Il Signore non si fa mai vincere in generosità. Noi possiamo offrirgli le nostre piccole cose, Lui ci offre una ricompensa infinita sulla terra e nei cieli. Basta fidarsi un po' di Lui, quando ci dice "Seguimi" e sappiamo farlo con decisione.

 

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