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TESTO Commento su Mt 24,37-44

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I Domenica di Avvento (Anno A) (01/12/2013)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Non conoscere l'ora del ritorno del Signore può provocare paura, ma è il solo modo per vivere il presente. Il cuore trova pace perché sa che è il Padre a "prendere" o "lasciare" e Lui solo sa vedere nel segreto, nel fondo della vita. A noi tocca star pronti, come quelli che erano stati invitati al pranzo di nozze, o come quelle dieci vergini che attendevano lo sposo.

Non conosciamo l'ora, ma sappiamo che il Signore verrà, anzi viene, per questo stiamo vigili, in attesa. La veglia addirittura rende presente il Signore nel desiderio quotidiano, anche se la pienezza è in un tempo futuro.

Sappiamo che Noè è entrato nell'arca prima del diluvio (mentre tutti se la godevano lui, per fede, costruiva un'immensa barca all'asciutto!) e si è salvato; sappiamo che Cristo è venuto e che il suo sacrificio ha cambiato la storia. Perciò viviamo come se fosse presente - ma lui è già presente - nella pace e nella quiete vigile che è la carità.

Dopo quello del diluvio al tempo di Noè, Gesù si paragona a un ladro che viene nella notte e a un padrone di casa che non sorveglia. Proprio il non sapere l'ora, invece, dovrebbe convincerci della necessità di vigilare sempre, di star sempre "pronti", preparati! Tutta la vita è tensione a quell'ora. La vigilanza è l'atteggiamento nel quale si vive ogni frammento di vita personale e comune come fosse enormemente prezioso, anzi, il solo a disposizione, perché è l'attimo presente. Quando a santa Teresina morente fu chiesto se non aveva paura del ladro che stava per giungere, ella rispose che lo aspettava con desiderio.

Ogni venuta del Signore lascia un segno. L'incontro con Dio è sempre segno del giudizio sull'uomo: di salvezza o di (auto)condanna. Alla trepidazione e al timore di essere puniti, preferiamo un atteggiamento di attesa felice e implorante perché il Figlio di Dio venga presto ad accorciare la notte e a far avanzare la luce.

Non è detta la diversità tra i due uomini nel campo, né tra le due donne che macinano. Eppure uno/a sarà preso/a e l'altro/a lasciato/a! È un intreccio tra ordinario e straordinario del cristianesimo nella storia: niente di eccezionale all'apparenza, ma sconvolgimento nel profondo della vita di ognuno.

Commento a cura di don Angelo Sceppacerca

 

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