PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Isaìa 35,1-6.8.10; Giacomo 5,7-10; Matteo 11,2-11

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

III Domenica di Avvento (Anno A) - Gaudete (15/12/2013)

Vangelo: Is 35,1-6.8.10; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,2-11

In quel tempo, 2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.

Nel tempo di Natale, quando la festa si fa più vicina, la Parola ci offre un invito alla gioia: nella prima lettura immagini e descrizioni coinvolgono tutto e tutti -noi compresi- nell'attesa di qualcosa di bello da parte del Signore, che ne è protagonista e che interviene nella storia per costruire una strada dove ricondurre il suo popolo. Noi, suo popolo, non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla tristezza e dal pianto ma dobbiamo essere partecipi di questa gioia in modo attivo, con coraggio, rinfrancando i nostri cuori e irrobustendo mani fiacche e ginocchia vacillanti. Questa disposizione permette di alimentare la nostra speranza: Dio non ci lascia mai soli ed entra anche nella nostra storia, liberando le nostre strade da paura, ansia, dubbi perché Egli è in grado di compiere azioni incredibili (ciechi che vedono, sordi che odono, muti che parlano, deserto che fiorisce). In questo ritroviamo la chiave di lettura del Natale: il Natale è speranza e i doni che i nostri bambini ben conoscono sono il simbolo di attesa che viene soddisfatta e riempie di gioia e ci fa sentire amati.
Il tema della gioia è accostato nella seconda lettura a quello della costanza che alleggerisce il cuore: san Giacomo invita a mettersi nella disposizione d'animo dell'agricoltore che non guarda a quello che sta facendo, ma al fine per cui sta agendo: ha fiducia che il seme messo sottoterra curato con coraggio e costanza a tempo debito darà il suo frutto. Anche noi dobbiamo saper aspettare il tempo giusto, saper attendere e curare con una prospettiva di un bene più grande ma non immediato e prepararci per quello. Il modello del profeta è di chi si fa strumento del disegno di Dio e aiuta a preparare la via santa senza lasciarsi trascinare nella lamentela e nel giudizio dei fratelli, perché non si comportano come ci si aspetterebbe.
Il Vangelo ci riporta il dialogo a distanza tra Gesù e Giovanni Battista, l'ultimo profeta, voce di Dio, chiamato a preparare la via del Signore: egli è costante, si lascia condurre da Dio, non discute, non è inflessibile; sta nel mondo ma non si lascia guidare dal mondo, non è una canna che si lascia piegare dal vento e pur godendo di notorietà non utilizza la posizione a suo vantaggio rinunciando a vivere comodamente. Dal carcere Giovanni dubita: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»; quasi come a lamentarsi che Gesù non sia il messia che si aspettava: non appare con forza, non guida eserciti, non risolve la complicata situazione politica del popolo ebraico sottoposto al dominio romano. Il dubbio di aver speso la propria vita e di sacrificarla per qualcosa che non sembrava accadere probabilmente aveva prevalso anche su di lui. La risposta di Gesù è diretta a Giovanni ma anche a noi cristiani, perché non siamo esentati dall'incertezza. Come già Isaia nella prima lettura Egli dice che qualcosa sta già capitando, oppure è già successo: i ciechi che riacquistano la vista, i muti che parlano, i malati che sono risanati sono il segno che il regno di Dio è già presente in mezzo a noi, non è qualcosa che deve ancora venire!
Per la riflessione personale e di coppia:
- Nelle nostre famiglie, piccole o grandi comunità, quali sono i motivi di gioia? In che cosa cerchiamo la gioia?
- In quali occasioni o in che cosa siamo costanti?

- Quali segni della presenza del regno di Dio in mezzo a noi riusciamo a cogliere?

 

Ricerca avanzata  (53985 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: