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TESTO Attesa del Natale e tempo della vita

padre Gian Franco Scarpitta  

I Domenica di Avvento (Anno A) (01/12/2013)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Inizia oggi un nuovo Anno Liturgico, inaugurato dal tempo di Avvento.

Esso ci inviterà a predisporci alla "venuta" (adventus) del giorno solenne dell'Incarnazione di Gesù, ovvero del Natale, e a tale scopo ci offre anche elementi per un'accurata preparazione spirituale che ci trasformi in vista di codesta letizia. Le prossime settimane saranno caratterizzate infatti dall'attesa e dalla predisposizione interiore che ci contraddistinguerà in termini di gioia e di letizia. L'attesa di una festa è sempre una pregustazione della festa stessa, quando questa si caratterizzi nella gioia interiore.

L'Avvento lo si può intendere in un duplice senso: 1) la venuta imminente del Signore nella carne, il suo venirci incontro, il suo arrivo e 2) l'attesa e la predisposizione da parte nostra, il nostro attendere e il nostro agire.

Ma l'attesa e la venuta sono caratteristiche della gioia. L'evento che attendiamo sarà infatti innovatore e apportatore di pace e di benessere universale, che ci verrà data dal Dio che entra nella nostra storia per assumerla e attraversarla fino in fondo, senza disdegnare la tappa innocente e semplice dell'infanzia. Il Bambino che si attende e che sta per venire è apportatore di gioia essendo egli stesso il Re di pace.

La prima Lettura proclama il cambiamento di prospettiva che ci attende al termine di queste quattro settimane che ci separano dal Natale: Dio si fa uomo nel suo Verbo Gesù Cristo incarnato e un simile avvenimento, che prescinde dalla finezza razionale speculativa in nome della semplicità e della vera onnipotenza di Dio, è un privilegio assoluto di cui solo l'uomo è destinatario. Per questo motivo esso non può che essere vissuto nella letizia e nella serenità d'animo.

La gioia rende l'attesa attiva e produttiva e scongiura ogni negligenza e apatia. Attendere nella contentezza comporta fervore, impegno, costruttività e partecipazione e tali sono le caratteristiche del tempo di Avvento poiché esso ci predispone all'incontro e non all'imprevisto.

Sono però le caratteristiche dell'Avvento presente e dell'Avvento futuro, che si associano a quello liturgico di cui esso è un'espressione esteriore. Non solamente infatti Gesù viene a trovarci nella celebrazione del Natale, ma viene continuamente a visitarci in tutte le situazioni felici e avverse della vita. L'avvento è quindi anche il presenziare stesso di Gesù in mezzo a noi, il suo operare silente e proficuo, il suo esserci e prendersi cura di noi (Heidegger). Esso è costituito pertanto dalla presenza continua e ineffabile di Dio nella nostra dimensione e nella nostra vita e ad esso corrispondere il nostro andargli incontro" per entrare in perenne rapporto di intimità con lui. Ma l'Avvento è anche il nostro futuro nel Cristo, che a sua volta è determinato dalla venuta futura: Cristo verrà nella gloria a realizzare l'epilogo di questi giorni terreni e nell'attesa del compimento di questa speranza la nostra attenzione nei suoi confronti si fa sempre più operosa quale ricerca costante del nostro avvenire mentre si realizza oggi il nostro presente effettivo. In altre parole, l'Avvento è anche uno slancio verso il futuro che è Cristo, il Veniente.

Dio non cessa di cercare l'uomo e si fa trovare mentre noi lo cerchiamo e nel suo Figlio Gesù ci si propone come il passato di cui fare memoria, il presente sul quale concentrarsi con impegno e il futuro nel quale sperare e verso il quale incamminarci senza titubanza né trepidazione e infatti l'Avvento riguarda anche il nostro avvenire in Cristo, o meglio il nostro avvenire che è Cristo e il cui giudizio finale rivelerà giustizia piena e definitiva, come espresso nelle parole dello stesso Signore: "Così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata. ad indicare che la giustizia di Dio, tanto sospirata dall'uomo, si rivelerà alla fine anche nei minimi particolari, senza trascurare alcun dettaglio e che il Signore renderà a ciascuno secondo il suo merito.

Celebrare l'attesa del Natale è quindi celebrare anche la vita stessa per intero, rinnovando per essa la nostra continua adesione a Cristo. La liturgia di queste settimane è emblematica dell'intera predisposizione personale al Cristo che viene a trovarci per imprimere nella nostra storia mentre noi nella storia procediamo verso l'eternità.

 

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