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TESTO Non ci convinciamo nemmeno davanti all'evidenza

Riccardo Ripoli  

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) - Cristo Re (24/11/2013)

Vangelo: Lc 23,35-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

INRI

Si è spesso portati a credere che tutta la nostra vita sia un susseguirsi di gioie e dolori fini a sé stessi. La nostra felicità la misuriamo spesso mettendo sulla bilancia il bene ed il male ricevuti, anche se purtroppo gli aspetti negativi pesano maggiormente poiché tendiamo a dare per scontati i lati positivi della vita. Avere le gambe per poter camminare, le braccia per lavorare, due genitori che ci abbiano amato e spianato la strada sono cose che troppe volte pensiamo esserci dovute. Eppure basterebbe guardarsi attorno per accorgersi che non è così.

Chi non crede dice spesso a coloro che hanno fede "se Dio esiste, chiedigli che ti trovi un lavoro, ti dia da mangiare, faccia finire le guerre, eviti la sofferenza di un tumore... ". Gli amici atei purtroppo non capiscono che il bene che Dio ci dona non è di questa terra, qui siamo in prova, siamo di passaggio, è il luogo ove comportarsi secondo certe regole rispettando i valori ed i principi di solidarietà, amicizia, amore, altruismo ereditati da Gesù. Il vero bene è oltre la vita terrena, è l'accoglienza in paradiso laddove tutti possiamo entrare se capiamo i nostri errori e chiediamo perdono con il cuore, sinceramente pentiti, a Dio.

Sulla croce venne scritto "Gesù il nazareno re dei giudei". Chi mise quella frase non credeva in Dio, ma nonostante questo riconobbe in Gesù l'essere un re. Ed un re ha il potere di cambiare la vita del suo popolo, di condividere i propri beni con le persone che si comportano secondo le regole del regno, di donare la felicità alle persone che non lo tradiscono.

Al momento della crocifissione c'erano con Gesù due malfattori, uno dei quali lo scherniva e lo derideva, puntava alle cose materiali, lo provocava dicendogli di salvare se stesso e loro se veramente fosse stato figlio di Dio. L'altro invece lo difendeva, lo proteggeva da quella presa di giro ed era pentito per i propri peccati. Ci sono così persone che nonostante la propria sofferenza, la vita buttata al vento, l'evidenza di una fine ingloriosa mantengono il punto senza ascoltare ragioni, anzi spesso attaccando e contrastando chi invece potrebbe aiutarli. Altri che invece, pur nelle stesse condizioni, hanno l'umiltà, almeno nel momento del loro ultimo respiro, di chiedere perdono per le loro malefatte.

Quanti bambini versano in situazioni di disagio, tormentati ogni giorno dai loro aguzzini, denutriti, abbandonati a sé stessi, vittime di ogni tipo di abuso, derubati della loro fanciullezza, avviati ad un destino crudele. Quante famiglie potrebbero accoglierli, quante avrebbero le possibilità di aprire loro le porte della propria casa, dar loro quell'accudimento di cui ogni bambino ha bisogno, avviarli verso un futuro sereno, proteggerli da chi voglia far loro del male. Quante famiglie potrebbero e non lo fanno. Io non so cosa sia l'affido, informati. Io ho paura di soffrire, smettila di essere egoista. Io non ho una casa abbastanza grande, un bambino non occupa molto spazio. Io non saprei essere una buona mamma o un buon papà, non ci vuole molto a dare un po' di affetto. Quante scuse per non prendersi le proprie responsabilità, neppure davanti all'evidenza, nemmeno dinanzi al toccare con mano certe realtà. Quante volte ci hanno denigrato perché ci ostiniamo ad aiutare tanti bambini, ad accoglierli nel nostro cuore, ad incentivare altri affinché spalanchino le porte della propria famiglia. Stolti che non capiscono che la vita non è oggi, che il nostro futuro si crea accudendo i figli di questo mondo che sono tutti figli nostri. Un bambino amato oggi sarà un adulto di domani capace di amare ed insegnare valori e principi, sarà un delinquente in meno, un lavoratore in più. Chi non accoglie un bambino nella propria casa, avendo la possibilità di farlo, è complice di tutti i pedofili, di tutti quei genitori che vendono i propri figli, di coloro che girano lo sguardo dall'altra parte per non vedere, per non soffrire lasciando che un bambino anneghi nel mare in tempesta della vita. Tutti noi siamo come governatori di una provincia, chiamati ad accudire al meglio i più deboli e come tali dovremo rispondere un giorno al nostro re che ci giudicherà in base al bene che abbiamo fatto quando ne avevamo l'occasione.

 

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