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TESTO Commento su Lc 19, 13

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (20/11/2013)

Vangelo: Lc 19,11-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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11Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. 12Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. 13Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. 14Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. 15Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. 16Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. 17Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. 18Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. 19Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. 20Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; 21avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. 22Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. 24Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. 25Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. 26“Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 27E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

28Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno".
Lc 19, 13

Come vivere questa Parola?
Gesù, con questa parabola, ci insegna che Dio elargisce sia i suoi doni ad ogni persona umana sia la libertà di metterli a frutto: per essere fedeli a Dio dobbiamo agire e non ragionare come il servo pigro: «Ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto» (Lc 19,20).
Nella nostra vita spirituale siamo tentati dalla paura di prendere iniziative, di fare cose nuove, di affidarci alla Provvidenza, e teniamo nascoste le nostre capacità (i "talenti"): in questo modo non diamo onore a Dio e non aiutiamo le persone. Dio vuole che noi "rischiamo", che approfittiamo della nostra libertà e creatività, moltiplicando i frutti: la moneta ha fruttato altre cinque monete o addirittura altre dieci, ai servi più intraprendenti, e per questo premiati e lodati dal padrone, che dà loro potere su cinque o dieci città (cf Lc 19,16-19).
Più che lamentarci di ciò che hanno gli altri e che a noi manca e soffrire per i nostri limiti (veri o presunti), siamo riconoscenti a Dio per i doni con cui ha arricchito la nostra vita e la libertà e fantasia con cui li possiamo realizzare concretamente.
Chiediamo a Lui di non cedere alla pigrizia, allo scoraggiamento, ma di proseguire con coraggio e fiducia nel suo aiuto continuo e nella nostra intelligenza e buona volontà.
Aiutaci a Signore, a realizzare il tuo piano di salvezza, secondo la vocazione che hai dato a ciascuno di noi e a collaborare con le nostre capacità ("talenti") per mondo più giusto e fraterno.
Uno scrittore e poeta moderno
Per avere del talento, dobbiamo essere convinti di possederne.

Gustave FLAUBERT, Lettere a Louise Colet.

D. Mario Maritano SDB maritano@unisal.it

 

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