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TESTO Commento su Genesi 3,9-15.20; Salmo 97; Efesini 1,3-6.11-12; Luca 1,26-38

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

II Domenica di Avvento (Anno A) (08/12/2013)

Vangelo: Gn 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38. Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,1-12

1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.

5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Oggi il calendario liturgico prevede la solennità dell'Immacolata Concezione di Maria. Maria è il modello del credente che accoglie la Parola e la vive ogni giorno, che con la fede diventa una creatura nuova, capace di superare le contraddizioni della vita e che porta nel mondo testimonianza di luce, speranza, gioia, servizio.
Questa festa dell'Immacolata non vuole però esaltare un privilegio riservato unicamente a Maria (se così fosse la festa avrebbe poco da dire a noi), ma ricordarci la nostra vocazione di uomini chiamati a sconfiggere il peccato. Quando diciamo Immacolata, vogliamo dire che Maria non ha conosciuto l'esperienza dolorosa del peccato. Quando diciamo Concezione sottolineiamo che questo esito straordinario è la conseguenza di un dono, che precede l'impegno di Maria, al quale però lei fa seguire una fedeltà profonda e instancabile.
Sovente abbiamo una concezione negativa del termine peccato, che viene sovente collegato a "sensi di colpa", mentre il suo significato etimologico è "fallire il bersaglio", cioè un comportamento, un fatto, che non collima con l'azione liberatrice di Dio. Ma non sempre il peccato riguarda solo l'individuo, si può "peccare" anche a causa di comportamenti condivisi: quando questi diventano abitudine, costume, ideale di vita e ci portano a giustificare la mentalità corrente, accettando senza critica le ideologie che interpretano le nostre attese istintive; oppure a difendere un sistema economico che tutela i nostri interessi, senza pensare alle ingiustizie che esso genera.
Noi siamo responsabili di ciò che avviene nel mondo, anche di ciò che non è nato da noi, ma vive del nostro consenso e delle nostre scelte quotidiane: rapporti di lavoro, rapporti economici, stile di vita familiare e personale... tutto contribuisce a creare abitudini significative e condizionamenti sociali.
La festa odierna ci dice che questa condizione di "peccato" può essere vinta solo grazie a un dono totalmente gratuito e unico che ci viene concesso se noi accogliamo la parola di Dio, come è avvenuto per Maria.
Per capire bene la prima lettura tratta dalla Genesi, bisognerebbe leggere per intero i primi undici capitoli. Infatti i primi due, dedicati alla creazione, dicono in chiave di intensa poesia il SI di Dio alla vita, al bene, alla bellezza, il terzo descrive invece il NO dell'uomo a quel progetto e nei capitoli seguenti troviamo le conseguenze tragiche di quel NO. La scelta di essere come Dio è il peccato originale, che introduce nella storia un principio distruttivo: l'individualismo egoista.
San Paolo però, nella sua lettera agli Efesini, ci ricorda che anche noi, come umanità, allo stesso modo di Maria, siamo stati "scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati [...] predestinati a essere figli adottivi mediante Gesù Cristo", e con il battesimo siamo stati purificati dal peccato originale. La nascita di Gesù avvenuta per mezzo di Maria è segno di quella redenzione che Dio aveva già preordinato sin dall'inizio dei tempi.
Nel vangelo di Luca troviamo il noto brano dell'annunciazione che ha dato tanti stimoli ai pittori di tutti i tempi. In questo racconto ci appare la bellissima figura di Maria, una giovane fanciulla che ha una fede in Dio molto forte, che viene toccata dalla Parola di Dio, non si sottrae alle sue responsabilità e fa domande (com'è possibile?). La certezza che Dio non inganna ed è fedele, fa si che lei dica "eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che tu hai detto": cedere alla volontà di Dio, anche se non compresa sino in fondo, ma consapevole della certezza che alle cose impossibili ci avrebbe pensato Lui. Per questo l'Immacolata deve diventare per noi la festa della nostra speranza. La speranza non è un vago ottimismo, ma la certezza che a tutti è offerta la possibilità di essere diversi, di essere fedeli al progetto di Dio, non nell'illusione e nel sogno, ma nella concretezza della nostra vita.
Maria non è una creatura idealizzata, irreale, lontana, da ammirare. E' una donna vera, semplice, che incarna i grandi valori come la vita intesa come servizio (visita alla cugina Elisabetta), che ha una grande visione della storia ("Magnificat"), che si mette all'ascolto attento della Parola di Dio, nella preghiera instancabile, profonda, che è il segreto della fedeltà.
Per la riflessione di coppia e di famiglia.
- La nostra fede è modellata sull'esempio di Maria o siamo fermi alle domande, senza darci strumenti per avere risposte che ci stimolino ad un cammino verso il Signore?

- Poiché camminiamo verso la luce di Natale, abbiamo fatto una verifica che tutte le "lampadine" che compongono le nostre relazioni familiari, sociali, comunitarie, funzionino? Eventualmente come rimediare tenendo presente che a volte il mancato funzionamento di una può spegnere tutte le altre?
Don Oreste, Anna e Carlo - CPM Torino

 

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