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TESTO Il meglio per noi

padre Gian Franco Scarpitta  

I Domenica di Avvento (Anno A) (28/11/2004)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Non sono affatto rare le circostanze nelle quali noi vorremmo trovare una soluzione immediata ai problemi e alle occasioni di lotta nelle quali ci imbattiamo nel corso della vita; e molte volte l'ansia e la fretta di uscire da questa o quella situazione difficile è tanta e tale che si ingenera in noi la curiosità di sapere "in anticipo" come andrà a finire, se e in che modo riusciremo a vincere quella difficoltà che ci sta attanagliando o se riusciremo a raggiungere quell'obiettivo così importante che ci siamo prefissi e per il quale stiamo spasimando. E tale ansietà induce non poca gente a fare ricorso ai maghi. Se ci si sofferma infatti con spirito critico su quelle trasmissioni condotte nelle tv locali dai cartomanti e chiromanti intenti a raccogliere le telefonate degli ascoltatori, ci si renderà conto immediatamente che le persone che maggiormente li interpellano sono fra quelle ansiose di conoscere il proprio avvenire immediato, di sapere immediatamente se la persona che amano dirà loro di sì, se riusciranno a vincere quel concorso pubblico o a conquistare quel posto di lavoro, se saranno promossi agli esami di maturità... Tutte questioni che in linea generale potrebbero definirsi bazzecole, ma che sul momento ci pesano come problemi assillanti dalla portata non indifferente che destano enorme preoccupazione, tensione e ansietà per cui vorremmo almeno trovare una minima consolazione nella garanzia di un mago, di una previsione astrale o uno zodiaco.

Ovviamente ricorsi alienativi di tal fatta non possono che definirsi illusori e deleteri oltre che offensivi per la nostra morale, e soprattutto non possiamo non considerare che tutti coloro che li adottano non fanno in realtà che rimpinguare il business di codesti personaggi che vanno realizzandosi finanziariamente sempre di più, approfittando della buona fede e dei problemi di tanta gente; ma quello che più deve richiamare la nostra attenzione di credenti è la convinzione che in casi come questi si ricorre a soli espedienti umani e terreni del tutto fittizi, omettendo di coltivare la nostra fiducia in Dio... Appunto questa è la radice del problema appena descritto: la carenza di speranza, cioè di attesa fiduciosa che sia Dio a realizzare le nostre aspettative e ad intervenire sui nostri reali bisogni e l'illusione di trovare certezze nelle esperienze materiali...

Dio tuttavia ci offre una risposta-proposta attraverso il periodo che oggi cominciamo a percorrere: l'Avvento è infatti il tempo nel quale noi attendiamo la venuta del Signore e nel quale Questi allo stesso tempo ci si avvicina, soprattutto manifestando la sua intenzione di venire incontro alle nostre problematiche e di camminare assieme a noi nella storia.

In altre parole, il tempo di Avvento ci invita ad aspettare l'arrivo di Dio fra noi nelle vestigia di un Bambino, ma ci mostra anche un Dio che non soltanto ci invita ad eludere le umane illusioni ma che si propone Egli medesimo nella nostra vita quale punto di riferimento costante per i nostri dubbi e le nostre angosce.

Avvento è quindi il tempo della fiducia e della speranza, nel quale siamo invitati ad avere fiducia in Dio affidandoci a Lui con spontanea disinvoltura filiale, a vivere la calma e la serenità di fronte ai problemi della vita e alle precarietà di tutti i giorni; e questo soprattutto anche quando dovesse sembrarci che Dio intenda sconvolgere i nostri piani ed eludere i nostri desideri per orientarsi in senso del tutto opposto al nostro: in realtà sta realizzando IL MEGLIO PER NOI; che lui solo conosce. Così sembra affermare il Vangelo di oggi nel suo riferimento a Noè al Diluvio Universale: in questo contesto Dio sia pure attraverso drastici provvedimenti mostra di nutrire amore verso l'umanità non già assecondandola secondo le sue aspettative ma "restaurandola" attraverso lo sfogo delle acque e nutrendo altresì premura salvifica per l'unico uomo giusto che in essa ancora si trova.

E nello stesso episodio l'invito a non lasciarsi ossessionare dagli assilli della vita viene ribadito, come anche viene riaffermata l'esortazione ad avere fiducia esclusivamente in Dio, cosa che ci proporremo di fare in questa serie di Settimane che sfoceranno nel Natale in una continua relazione con Lui.

Un validissimo strumento per coltivare questa è la preghiera.

Con questo termine non si intende la ripetizione meccanica di formule o di giaculatorie dettata dall'istintività delle labbra, ma (appunto) il colloquio franco e spontaneo con Lui, realizzato (perché no?) adoperando anche semplici parole nostre con cui esprimere impressioni, confidenze, attese ed esporre difficoltà e ambizioni. E con cui esprimere la nostra fiducia nel Suo intervento.

 

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