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TESTO Chi non vuole lavorare, neppure mangi

mons. Roberto Brunelli

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17/11/2013)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Il vangelo odierno (Luca 21,5-19) è costituito da un discorso di Gesù che preannuncia eventi futuri, poi puntualmente verificatisi: la distruzione del grande tempio di Gerusalemme, di cui "non resterà pietra su pietra"; la comparsa degli anticristi (quanti filosofi e politici ci sono stati, ritenuti o sedicenti benefattori dell'umanità, in realtà tesi soltanto a sottometterla); guerre tra i popoli; terribili sconvolgimenti della natura, nonché persecuzioni per i suoi seguaci. Le persecuzioni sono ancora in corso e verosimilmente ce ne saranno anche in futuro; è allora da sottolineare quanto il divino Maestro dice a chi ne è vittima: "Avrete allora occasione di dare testimonianza" e "Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita".

Una sottolineatura richiede anche una frase compresa nella seconda lettura (2Tessalonicesi 3,7-12): "Chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione". L'espressione può apparire provocatoria, in tempi come i nostri in cui molti non lavorano, e non per scelta! La disoccupazione è il più grave dei mali che travagliano l'Italia (e non solo): senza lavoro, ha ricordato il papa Francesco nel suo recente viaggio in Sardegna, non c'è dignità; e senza lavoro, specie per i giovani, la società non ha futuro. Come può, un giovane disoccupato senza prospettive affidabili, programmare una vita normale, formarsi una famiglia, nutrire l'orgoglio di concorrere al bene comune? Senza considerare che la mancanza di un lavoro rischia di indurre a comportamenti negativi (l'ozio è il padre dei vizi, dicevano già gli antichi) e la mancanza di prospettive toglie anche la voglia di impegnarsi, utilizzando in positivo il tempo forzatamente libero (ad esempio cercando di acquisire nuove o migliori competenze). Il lavoro poi, ha proseguito il papa in Sardegna, dev'essere dignitoso, "perché purtroppo, specialmente quando c'è crisi e il bisogno è forte, aumenta il lavoro disumano, il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il rispetto del creato, o senza il rispetto del riposo, della festa e della famiglia".

Lucidamente il papa ha poi anche individuato le cause della disoccupazione: "E' la conseguenza di una scelta mondiale, di un sistema economico che porta a questa tragedia, che ha al centro un idolo che si chiama denaro. Dio ha voluto che al centro del mondo non ci sia un idolo, ma ci siano l'uomo e la donna, che con il loro lavoro portino avanti il mondo. Cosa succede per difendere questo idolo? Si ammucchiano tutti al centro e cadono gli estremi! Cadono gli anziani, perché in questo mondo non c'è posto per loro. E cadono i giovani che non trovano lavoro e la sua dignità".

Individuare e segnalare le cause significa promuovere la loro risoluzione. Di qui l'invito a prenderne coscienza, perché tutti, ciascuno nel proprio ambito, facciano la loro parte. "Dobbiamo dire: vogliamo un sistema giusto, che ci faccia andare avanti tutti! Dobbiamo dire: non vogliamo questo sistema economico globalizzato che ci fa tanto male! Al centro deve esserci l'uomo e la donna, non il denaro! Alla radice della crisi economica europea e globale c'è un tradimento del bene comune, sia da parte di singoli che di gruppi di potere. E' necessario quindi togliere centralità alla legge del profitto e della rendita e ricollocare al centro la persona e il bene comune".

Dobbiamo dunque essere consapevoli dei meccanismi mondiali socio-economici che condizionano la nostra vita e minacciano di stritolarla: consapevoli, per reagire (con il voto, con la protesta, con il rifiuto di sottomettersi) e concorrere a creare un mondo più giusto. Per ricollegarsi alla frase di Paolo che dà titolo a questi appunti, bisogna tutti impegnarsi a ordinare il mondo in modo che chi non lavora è perché non vuole farlo, non perché vi è costretto.

 

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