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TESTO Commento su Luca 21,5-19

fr. Massimo Rossi  

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17/11/2013)

Vangelo: Lc 21,5-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 5mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

Un mio confratello insegnante di filosofia in un liceo di Torino, aveva fama di essere docente severo ed esigente; una volta mi raccontò che una sua allieva, interrogata su Kant, aveva fatto praticamente scena muta; l'aveva trattata malissimo; quella poveretta commentò: "Ma chi si crede d'essere, quello lì, Dio?". Lui la sentì e rispose: "Per te sì, sono Dio!".

Ho voluto esordire con questo aneddoto per commentare la pagina di Luca, in particolare il v.8: "Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: Sono io. Non credetegli!". "Sono io, Io sono" è il nome di Dio! Chissà quante persone abbiamo incontrato che si sentivano un padreterno. Pregate per loro... hanno tanto bisogno delle nostre preghiere. Tuttavia, non sono costoro i soggetti più pericolosi...poverini, fanno quasi tenerezza. Molto, molto più pericolosi - tenetevi a distanza di sicurezza! - sono coloro che annunciano sciagure, fine del mondo, giudizio universale imminente... tutti profeti di sventura. Il peccato peggiore è farsi ambasciatori di Dio e, in nome di Dio emettere condanne, lanciare anatemi. Non cadete anche voi nella trappola di quelli che fanno vero e proprio terrorismo religioso! Respingete al mittente ogni intimidazione, anche se porta la firma del direttore di un'autorevole emittente televisiva, o radiofonica!...

Dalle parole del Signore potremmo sospettare che ci sia una relazione tra le tragedie che affliggono il nostro pianeta e la fine del mondo: in realtà è tutto il contrario! terremoti, pestilenze, carestie, siccità... non sono flagelli celesti, tantomeno segni premonitori che il conto alla rovescia è vicino a zero. A proposito di conti alla rovescia, l'Apocalisse di Giovanni, ultimo libro della Bibbia, è stata spesso interpretata come la cronaca di una morte annunciata, la profezia dello scontro finale tra le potenze del male e quelle del bene. Ma vi pare che questa prospettiva sia una Buona Novella? A me non sembra affatto! In verità, il libro non si conclude con uno scontro finale, ma con la promessa dell'avvento secondo e ultimo del Salvatore, una venuta delicata, piena di tenerezza, come l'incontro di un amante con la sua amata. L'attesa del Messia raccontata nell'Apocalisse è piena di desiderio, l'esatto opposto della paura!
Il Signore esorta ripetutamente i suoi a non avere paura.

Anche nei momenti più faticosi e dolorosi della nostra vita, non abbiamo nulla da temere; è tutto sotto controllo! lo Spirito Santo veglia su di noi! ci attende un'eternità piena di luce, pura come il cristallo, preziosa come il diamante, un diamante dalle infinite sfaccettature... non finiremo mai di scoprirle tutte!

Il Signore ci avverte che su questa terra, nessun luogo è del tutto sicuro dagli agguati del maligno, nessuna relazione è al riparo dal rischio della falsità e della concupiscienza, nessun affetto del tutto immune dal calcolo e dalla strumentalizzazione. A cominciare dai vincoli di sangue, la prevaricazione, magari con le migliori intenzioni, fa parte del nostro DNA; l'istinto si manifesta spesso nella prepotenza ideologica, nell'alterco, quando non addirittura nell'insulto che prelude financo all'aggressione fisica.

Tuttavia, ripeto, non dobbiamo preoccuparci troppo; continuiamo ad avere fede in Dio!

San Paolo ci ricorda: "Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte, né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore." (Rm 8,31-39).

Vedete con quale meticolosità, rasenta quasi la pedanteria, l'apostolo dei pagani enumera i rischi, i pericoli, ma al tempo stesso ribadisce con uguale determinatezza che Cristo ha vinto e anche noi vinceremo, se rimaniamo in Lui.

Siamo qui, alla celebrazione festiva, a rendere grazie a Dio per i suoi doni, per la sua discreta, silenziosa, ma reale vicinanza: "Nemmeno un capello del nostro capo - si fa per dire! - andrà perduto. Con la nostra perseveranza salveremo la nostra vita!".

Curioso, la salvezza non ci viene da Dio, cioè sì, ci viene da Dio, ma non solo da Dio: è la nostra fede che ci salva; noi siamo in grado di collaborare in modo decisivo alla salvezza nostra e del mondo, conservando la fede!

Come non richiamare alla mente il famoso racconto della tempesta sedata (cfr. Mt 14): vedendo Gesù che camminava sulle acque, Simon Pietro lo sfidò chiedendogli un segno, la prova della sua divinità: "Se sei tu, comanda che io venga da te (camminando) sulle acque. Ed Egli disse: Vieni! Pietro, scendendo dalla barca si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: Signore, salvami! E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: Uomo di poca fede, perché hai dubitato?"(vv.28-33).

Se avremo creduto soltanto in noi stessi, avremo creduto invano; siamo creature troppo fragili per farcela da soli. Se avremo creduto in Dio, ce la faremo eccome!

Ma, attenzione: credere in Dio non significa non credere più in noi stessi. Sarebbe fideismo, anche questa una trappola insidiosa, nella quale, almeno una volta, ci siamo caduti tutti.

La sfida più difficile è convincerci che la salvezza è un lavoro di squadra: non solo io, non solo Dio. Ma io con Dio e Dio con me. INSIEME!

Non si chiama forse, il nostro Dio, Emmanuele, Dio-con-noi?

"Al passato dico ‘grazie',

Al futuro dico ‘sì'... "

Dag Hammarskiold

 

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