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TESTO Il pane della vita nuova

don Marco Pratesi  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno C) (13/06/2004)

Vangelo: Lc 9,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,11-17

11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

L'episodio della moltiplicazione dei pani è posto da Luca nel momento in cui Gesù conclude il suo ministero in Galilea e sta per incominciare il suo viaggio verso Gerusalemme, dove morirà e risusciterà. Questo significa che è un momento importante, che rivela qualcosa di essenziale su Gesù.

Il messaggio è chiaro. Siamo perennemente affamati di vita, sempre alle prese con una vita scarsa e minacciata, sempre in cerca di una sazietà che non troviamo. Questo segno che Gesù fa ci indica in quale direzione cercare: il pane lo dà Gesù, e in modo abbondante, tutti si saziano e ne avanza. "Pane" è tutto ciò che serve alla vita, quello senza cui si muore, a tutti i livelli: fisico, psichico, spirituale.

Ricevere questo pane però ci richiede una conversione, come è avvenuto per gli apostoli. C'è una prima proposta: "Congeda la folla perché vada a procurarsi il pane". È la logica del "ciascuno pensi per se stesso". Bisogna andare oltre. Poi una seconda: "Dobbiamo andare noi a comprare il pane per tutti?" Questa è la logica dell'aiutare il povero da ricchi, senza condivisione; e questo non è lo stile di Gesù. Si arriva finalmente alla logica nuova, quella adatta al nuovo pane: la condivisione, per la quale dalla nostra comune povertà condivisa il Signore fa scaturire l'abbondanza della sua vita e della sua festa. Ogni volta che questo avviene è un'esperienza anticipata del Banchetto del Regno, quando speriamo di avere in pienezza la gioia inebriante della comunione.

Se la Chiesa propone questo brano evangelico nella festa del Corpus Domini è perché pensa, accogliendo in questo l'indicazione chiara dell'evangelista, che questo pane moltiplicato richiami il pane eucaristico. Partecipare alla Messa significa dunque chiedere a Dio (e ottenere) il nutrimento terreno necessario per il sostentamento, e il Pane di Vita eterna che è la Parola e il Corpo di Cristo; e significa al tempo stesso aprirsi alla nuova prospettiva della condivisione.

Lo stesso atteggiamento ci è richiesto mentre nel "Padre Nostro" chiediamo "il nostro pane quotidiano": Non possiamo fare questa richiesta animati da spirito di egoismo, ma pronti a spezzarlo con gli altri.

Ogni fame del corpo e dello spirito è saziata quando si condivide il pane vivo disceso dal cielo e si spezza nella carità di Cristo anche il pane terreno.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio sia pregustazione del banchetto del cielo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.
Al Padre Nostro:

Chiediamo con fiducia al Padre che ci dia il necessario per la vita del corpo e dello spirito, nella disponibilità alla condivisione:

 

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