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TESTO I farisei cominciarono a trattarlo ostilmente

Riccardo Ripoli  

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Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (17/10/2013)

Vangelo: Lc 11,47-54 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,47-54

47Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. 48Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. 49Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, 50perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: 51dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. 52Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». 53Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, 54tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Ostilità da parte delle istituzioni

Nel nostro cammino di Associazione abbiamo spesso incontrato persone molto gentili, molto affabili, ma che con giri di parole facevano capire quanta ostilità provassero nei nostri confronti.

Persone spesso portavoce delle istituzioni, rappresentanti istituzionali, gente preposta a tutelare i bambini, quegli stessi bambini vittime di violenze e abusi a cui abbiamo dedicato la nostra stessa vita.

Ostilità per cosa? Perché non abbiamo le loro stesse idee, perché osiamo dire la nostra quando pensiamo che ci sia un comportamento errato, perché chiediamo che un giudice possa dirimere una controversia, perché non aspettiamo i tempi biblici delle pubbliche amministrazioni e ci diamo da fare per dare una soluzione immediata ad una richiesta di aiuto?

Ostilità perché amiamo i bambini quando invece per loro sono solo "numeri", "casi"?

A volte mi domando se non sarebbe meglio piegare la testa, dire sempre si, tacere se un'assistente sociale non fa il proprio dovere, non dire nulla quando la nostra opinione è diversa da quella di un servizio. Certo, sarebbe più facile vivere, saresti ricercato, applaudito, incoraggiato, fatto crescere.

No, mi rifiuto di rinunciare al dialogo, non posso pensare di poter stare zitto davanti ad una palese ingiustizia, non posso non dare voce a quei bambini che soffrono in situazioni familiari di disagio. Devo agire, devo accoglierli, devo abbracciarli e, quando è necessario, devo denunciare chi potrebbe ancora, ed ancora fare del male.

Mi sembra sempre di essere su un grande palcoscenico, dove sei guardato a vista, dove non puoi permetterti di sbagliare, dove ogni tua parola è soppesata e giudicata e nella quale venga sempre ricercato il male.

Venne la Finanza un giorno e stette a controllare ogni foglio per un anno e mezzo, e non trovò nulla. L'unica accusa mossaci circa i volontari che hanno voluto vedere come dipendenti ci ha visti vittoriosi nel processo di primo grado. Sono venuti a cercare un ladro, non sono venuti a vedere cosa facevamo, chi eravamo con il cuore aperto pronti a capire. Cercavano il marcio, cercavano soldi che fossero spariti e alla fine hanno visto che non solo non abbiamo rubato un centesimo, ma che abbiamo messo del nostro.

E la storia si ripete ciclicamente. Ancora oggi dopo ventisette anni donati ai bambini, ancora oggi c'è chi mal ci sopporta perché esprimiamo un'opinione che è talvolta contraria a quella del servizio sociale. Intoccabili, impossibile confrontarsi con molti di loro, indottrinati fino al punto da non capire quale risorsa potremmo essere per loro e per i bambini, quanto sarebbe utile collaborare, seppur con qualche divergenza, anziché combatterci e perdere tempo prezioso nella lotta contro i maltrattamenti. Loro come i farisei di cui Gesù parla nel Vangelo che "cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca".

E sapete una cosa? Tornassi indietro non cambierei una virgola, rifarei tutte le battaglie che ho fatto, difenderei tutti i bambini che a spada tratta ho protetto anche dalle istituzioni, forte del consenso di tante persone, di tanta gente "comune" che vede il nostro operato, tocca con mano la nostra realtà, viene a trovarci con l'intento di capire e non ci giudica a priori, ma sopratutto sono forte di come vediamo crescere i bambini, dei loro cambiamenti, del fatto di averne presi diversi mandati via da tante case famiglie per errori di valutazione dei servizi sociali e rimasti con noi per anni, cambiati, maturati, salvati.

Andremo avanti per la nostra strada con quelle istituzioni che vorranno collaborare con noi, con le famiglie che ci chiedono aiuto, con le persone che ci sono vicine non permettendo a pochi "personaggi" indottrinati di fermare un cammino iniziato ventisette anni or sono.

Gesù ci da forza con il suo esempio, non si è fermato dinanzi ai rimproveri, non ha ceduto alle provocazioni, non ha cessato di dire la sua anche quando lo minacciavano, è morto per le sue idee e questo a prescindere che si abbia Fede o meno, a prescindere che si creda Gesù essere il figlio di Dio.

 

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