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TESTO Preghiera e fede

padre Antonio Rungi

XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (20/10/2013)

Vangelo: Lc 18,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 18,1-8

In quel tempo, Gesù 1diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Papa Francesco, facendo cenno in una delle sue ultime catechesi sulla necessità di pregare e di pregare sempre, cita proprio il testo del Vangelo di oggi, su cui vogliamo riflettere insieme per capire il senso del pregare cristiano e soprattutto della preghiera d'attesa, che ci prepara all'incontro con il Signore, in quella venuta individuale che riguarda la nostra morte corporale e in quella seconda e definitiva venuta sulla terra, con il giudizio universale. Nel vangelo sono strettamente collegate le due parole della liturgia di oggi: pregare sempre ed avere fede sempre. Preghiera e fede camminano insieme. Non ci può essere fede senza preghiera, né vera preghiera senza fede. Riporto in questa omelia quando ha detto appunto Papa Francesco il 10 ottobre scorso durante l'omelia tenuta nella messa del mattino nella Cappella di Santa Marta in Vaticano. Gesù in un'altra occasione ci parla dell'insistenza nel pregare, ed avviene nella parabola della vedova che andava dal giudice corrotto, il quale non la sentiva, non voleva sentirla; ma lei era tanto importuna, infastidiva tanto, che alla fine, per allontanarla in modo che non le desse troppo fastidio, ha fatto giustizia, quello che lei chiedeva. Questo ci fa pensare alla nostra preghiera. Come preghiamo noi? Preghiamo così per abitudine, pietosamente, ma tranquilli, o ci mettiamo con coraggio davanti al Signore per chiedere la grazia, per chiedere quello per il quale preghiamo?». L'atteggiamento è importante perché «una preghiera che non sia coraggiosa - ha affermato il Pontefice - non è una vera preghiera». Quando si prega ci vuole «il coraggio di avere fiducia che il Signore ci ascolta, il coraggio di bussare alla porta. Il Signore lo dice, perché chiunque chiede riceve e a chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto».

C'è da capire esattamente cosa significa, come, quando e quanto pregare per ottenere qualcosa dal Signore, non solo di quello che è necessario alla nostra vita materiale, ma soprattutto nella nostra vita spirituale. La prima fondamentale ed insistente preghiera che dobbiamo rivolgere al Signore è quella di fare crescere la nostra fede, perché c'è il rischio evidente che questa fede non ci sia in noi e non ci sia neppure in quanti altri fratelli e sorelle che si professano cristiani, discepoli dell'unico vero maestro della nostra vita, che è Gesù. Partendo dal dono inestimabile della fede, tutto è più facile ottenere non tanto per noi stessi, ma per gli altri: la giustizia, la pace, la guarigione, la salute, la serenità familiare, una vita dignitosa. Ma nella fede che si fa preghiera o meglio nella preghiera che potenzia la nostra fede noi possiamo capire meglio quanto il Signore ci chiede come personale risposta al suo progetto d'amore, se ci interpella lungo il viaggio verso il Calvario e se come il Cireneo siamo chiamati, senza nostra scelta libera, a prendere la croce e portarla, anche se per un breve tratto. La fede è camminare verso ed è incontrare Cristo. Si fa ascesi, cammino verso la Pasqua che è la Croce ed è la Risurrezione. Molte volte la nostra preghiera, la nostra insistenza riguarda le cose di cui abbiamo bisogno e se non arrivano ci indispettiamo verso il Signore e molte volte lo abbandoniamo, mentre Lui non ci abbandona e non ci molla per un attimo. Certo i tempi di Dio nell'accogliere le nostre umili preghiere non coincidono con i nostri tempi. La cultura di oggi che vuole tutto e subito ci prende la mano anche nel volere le cose da Dio. Forse dopo qualche preghiera occasionale, qualche triduo, novenario, qualche quaresima, qualche fioretto, qualche pellegrinaggio fatto con sacrificio, qualche candela accesa o un'opera di bene fatta, ci aspettiamo la risposta immediata dall'Alto. Non è sempre cosi, anzi non è mai così. I tempi di attesa sono utili e sono necessari per tutti, per capire fino a che punto la nostra preghiera è sincera, coraggiosa e speranzosa. Quante volte sento dire dalla bocca dei fedeli che il Signore ha esaudito le loro preghiere e sono quindi grati e felici di come si sono evolute le cose nella loro vita e in quella degli altri, soprattutto parenti, amici e conoscenti. Altre volte è l'opposto e, in tal caso, non si continua a pregare, si molla tutto e non si ha più fiducia e confidenza in Dio. Ci si allontana dalla preghiera, dalla pratica religiosa, specie quando vengono a mancare gli affetti più cari, come un figlio, una figlia, un genitore.

Noi dovremmo fare tesoro di quanto oggi ci dice la Parola di Dio, nella seconda lettura, tratta dalla seconda lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo. Una preghiera biblica deve essere la nostra ed è sulla fede, fondata sulla parola di Dio rivelata ed ispirata, che va costruito il nostro edificio spirituale. Non dobbiamo mai stancarci, anche nelle prove più dure della vita di alzare le mani al cielo e come Mosè pregare per noi e per tutti coloro che hanno bisogno. La preghiera ci fa vincere le tentazioni, soprattutto l'egoismo, l'individualismo, il materialismo, l'idolatria. La forza della preghiera incessante squarcia i cieli e fa muovere a compassione il cuore stesso di Dio, che di fronte ai reiterati appelli dei singoli e dell'intero popolo ascolta ed esaudisce, come ha esaudito la preghiera di Mosè, dei giusti di Israele, di Maria la sua Madre e di tutti coloro che hanno seguito Gesù Cristo sulla via dell'amore, del bene, della pace e del perdono.

 

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