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TESTO Permesso. Scusa. Grazie.

Riccardo Ripoli  

Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (14/10/2013)

Vangelo: Lc 11,29-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,29-32

In quel tempo, 29mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. 30Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 31Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 32Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.

Alla predicazione di Giona si convertirono

Dobbiamo convertirci alle buone prassi. Si può essere cattolici, musulmani, atei, induisti o altro, ma non possiamo vivere una vita fatta di egoismo, egocentrismo, ricerca del denaro, del sesso e del potere. Tante sono le persone che ci esortano a camminare su una strada di buoni principi, se non vogliamo credere in una religione, crediamo nel singolo uomo, in colui che dice cose giuste, in chi ci parla ci amore e semplicità. Oggi Papa Francesco è riconosciuto da molti come una bravissima persone, umile, semplice, pulita, che non cerca l'affermazione di sé, che non tenta di convertire chi non abbia fede. Egli tiene ai valori fondamentali che non sono propri solo della religione cattolica, in particolar modo alla famiglia. E' sotto gli occhi di tutti come lo sfascio dei matrimoni provochi problemi e sofferenze a tanti, ma sopratutto ai figli, ai bambini che abbiamo voluto, per i quali abbiamo scongiurato Dio che ce li inviasse, quei bambini che abbiamo tenuto in braccio da piccoli, che abbiamo fatto crescere e che amiamo. Si, amiamo, ma quanto? Più della nostra stessa vita? No, altrimenti non rinunceremmo al dialogo con la moglie o il marito per il loro bene, altrimenti non insegneremmo loro con il nostro cattivo esempio a litigare con il coniuge, altrimenti faremmo di tutto per dar loro la tranquillità di una famiglia unita.

Il Papa ci da tre parole magiche, tre parole molto semplici, ma che troppo spesso dimentichiamo di usare, dando per scontato un rapporto, che invece pian piano si logora.
Permesso. Scusa. Grazie.

Permesso. Si deve rispettare la privacy dell'altro, non spiarlo, non guardare i messaggi sul suo cellulare, avere fiducia in lui o in lei

Scusa. Quante volte sbagliamo in un giorno, quanti piccoli o grandi errori facciamo contro le persone che amiamo. Che ci vuole a chiedere scusa? Che ci vuole ad accettare le scuse? La mia mamma diceva, ed il Papa lo ripeteva nei giorni scorsi, non andate mai a letto prima di aver fatto la pace.

Grazie. Tutto ci è dovuto, tutto è scontato. Una moglie che ogni giorno ti rifa il letto o prepara da mangiare ha bisogno solo di un sorriso, di una carezza, di un grazie. Ad un marito che ogni giorno va a lavorare in ufficio e lascia i problemi fuori dalla porta di casa basta un grazie, un "ti sono vicino".

Basta poco, ma purtroppo anche quel poco ci fa spesso fatica farlo, ed è così che i rapporti, non solo tra coniugi, si sfasciano.

 

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