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TESTO Chi non è con me, è contro di me

Riccardo Ripoli  

Venerdì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (11/10/2013)

Vangelo: Lc 11,15-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,15-26

15Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. 18Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. 19Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.

21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. 23Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.

24Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. 25Venuto, la trova spazzata e adorna. 26Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

Ogni giorno quattordici bambini subiscono un reato.
Nel 2012 sono stati 5.103 i bambini vittime di abusi.

Chissà quanti altri ce ne sono le cui violenze non sono emerse.

Bambini che nella maggior parte dei casi subiscono violenze all'interno della propria famiglia, bambini per i quali basterebbe poco per evitare i maltrattamenti, basterebbe una denuncia, basterebbe essere di supporto alle madri che subiscono insieme ai figli e non hanno la forza per reagire o scappare, basterebbe aprire le porte di casa e sopratutto quelle del proprio cuore.

Cinquemila bambini hanno subito e per loro si deve cercare di rimediare, di curare le ferite che qualcuno ha inflitto loro, di evitare che crescano divenendo abusanti loro stessi.

Ma quanti bambini ci sono ancora che non hanno subito violenza ma sono a rischio. Quanti bambini potrebbero essere oggi salvati con l'accoglienza?

Il prossimo anno leggeremo che nel 2013 sono stati maltrattati altri cinquemila, seimila bambini o forse più e ci scandalizzeremo, malediremo i loro aguzzini, ci indigneremo contro le istituzioni che non hanno fatto abbastanza, ci ergeremo a giudici e carnefici di quegli adulti che hanno fatto così tanto male ad una creatura indifesa.

Ma noi oggi dove siamo? Oggi che quattordici, forse quindici o venti o magari cento bambini sono maltrattati, noi dove siamo? Cosa facciamo per proteggerli? E' possibile che ci rendiamo conto del male solo quando lo leggiamo sui giornali? Che trasaliamo solo a violenza perpetrata?

Fuori dalla vostra porta di casa c'è un mondo che ha bisogno di voi, ci sono dei bambini indifesi che vorrebbero gridare il loro dolore, ma non possono perché non hanno nessuno cui confessarlo, non hanno nessuno che li accolga, li protegga, li ami, li educhi.

Come vi sentireste voi se foste reclusi e tutti passassero davanti a voi senza degnarvi di uno sguardo, senza cercare di capire la vostra sofferenza e, specialmente, senza darvi una mano per uscire da quella brutta condizione di vita.

Ognuno di noi potrebbe fare la differenza per ciascuno di questi bimbi.

E' inutile oggi gridare allo scandalo, agitare il pugno contro gli aguzzini. Oggi è il giorno di agire, è il giorno adatto per dare la propria disponibilità all'affidamento, è il giorno per andare a fare volontariato in una casa famiglia, in un'associazione che si occupa di minori, è il giorno adatto per iniziare un cammino di aiuto verso un bambino.

Provate ad immaginare la faccia tumefatta di un bimbo che è stato picchiato, o il viso sconvolto del figlio che ha subito violenza sessuale da un genitore, un viso che vi guarda e vi accusa dicendo "chi non è con me, è contro di me", perché l'indifferenza è una condanna, è violenza essa stessa.

 

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