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TESTO Commento su Seconda Timoteo, 1,6-8.13-14

Monastero Domenicano Matris Domini  

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (06/10/2013)

Brano biblico: 2Tm 1,6-8.13-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,5-10

In quel tempo, 5gli apostoli dissero al Signore: 6«Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Collocazione del brano
Cominciamo con questa domenica la lettura della seconda lettera a Timoteo. I toni sono un po' più cupi rispetto alla prima lettera a Timoteo. Paolo è ancora in catene e nella comunità di Timoteo sembra siano aumentate le persecuzioni. Quindi prevalgono le parole di incoraggiamento per affrontare le difficoltà e i riferimenti alla sofferenza da vivere con fede, poiché è causata dall'annuncio del Vangelo. Paolo dà l'esempio per primo e si pone così come modello per Timoteo e tutti i credenti. In questa lettera è anche contenuto il suo "testamento spirituale". Paolo è prossimo alla morte e traccia un piccolo bilancio di tutta la sua attività.
Lectio
6Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l'imposizione delle mie mani.
La lettera si è aperta con il ricordo della fede di Timoteo e delle donne della sua famiglia, dalle quali è stato formato alla vita cristiana: sua nonna Lòide e sua madre Eunice (2Tm 5). Ecco perché il brano di oggi inizia con le parole per questo motivo... E' interessante notare come anche nei primi tempi della Chiesa presso le donne la predicazione aveva dato subito buoni frutti. In forza della sua fede, che gli era stata trasmessa in famiglia, Timoteo dunque viene esortato a mantenere vivo il dono di Dio, che ha ricevuto con l'imposizione delle mani di Paolo. Qui si fa riferimento al dono del sacerdozio e dell'essere guida della comunità, che Timoteo ha ricevuto ed esercita probabilmente a Efeso.
7Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Il dono di predicare il Vangelo e di guidare la comunità richiede una certa forza. Questa forza viene da Dio, grazie al suo Spirito. Il ricordo dello Spirito verrà anche alla fine di questo piccolo brano e fa da cornice al suo nucleo centrale: l'esempio di Paolo e l'azione di Dio. Lo Spirito che è stato donato anche a Timoteo non è uno spirito che fa diventare paurosi, che atterrisce, bensì dona forza, carità e prudenza.
Queste sono tre virtù che servono a tutti i credenti. La forza è opposta alla paura e ci aiuta ad annunciare il Vangelo e a perseverare nel momento della persecuzione. La carità coltiva l'aiuto fraterno e vicendevole. La prudenza è la capacità di fare le azioni giuste (anche quelle più audaci) al momento giusto.
8Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
E' quindi giustificato qui l'invito a non vergognarsi. Timoteo non deve aver timore di proclamare la sua fede davanti a coloro che lo perseguitano. Deve dare testimonianza anche davanti alle minacce. Egli non si deve vergognare nemmeno di Paolo, che è stato incarcerato a causa della Buona Notizia, ma con la forza che viene da Dio è invitato a sostenere le sofferenze per il Vangelo, per annunciarlo e testimoniarlo davanti ai persecutori.
13Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l'amore, che sono in Cristo Gesù.
La liturgia salta i versetti 9-12 che vi invitiamo a leggere. Si tratta di una piccola profesione di fede. Dio ha chiamato i cristiani a una vocazione particolare, che è stata rivelata da Gesù Cristo che ha vinto la morte. E' questo il motivo per cui Paolo soffre. Quindi l'apostolo si rivolge a Timoteo e si presenta a lui come modello e come maestro. Timoteo non è sprovvisto di mezzi davanti ai suoi nemici. Ha dalla sua parte gli insegnamenti e l'esempio di Paolo, la fede e l'amore che Gesù Cristo ci ha donato.
14Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.
Queste sono armi potenti e al tempo stesso il tesoro prezioso che Timoteo ha ricevuto in custodia. Egli lo deve custodire e mettere a frutto. Lo Spirito Santo lo aiuta in questo impegno delicato ed esposto a tanti pericoli.
Meditiamo
- Qual è il dono di Dio che ho ricevuto dalla Chiesa?
- Cosa significa per me dare testimonianza al Signore?
- Chi sono i miei maestri e i miei modelli nella fede?

- Come posso avvalermi dell'aiuto dello Spirito Santo?

 

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