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TESTO Commento su Luca 10, 36-37

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Beata Maria Vergine del Rosario (07/10/2013)

Vangelo: Lc 10, 36-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

"Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti? Egli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' così".
Lc 10, 36-37

Come vivere questa Parola?
È una pericope della conosciutissima parabola del buon samaritano. Costui, incontrando sulla sua strada un uomo ferito quasi mortalmente dai briganti, si prende cura di lui.
Al contrario i due precedenti passanti, pur essendo uomini dediti alla religione, non si fermano neppure per un primo soccorso e se ne vanno via avvolti e insaccati nell'indifferenza dettata dal loro nero egoismo.
Solo un samaritano (uno che, a quei tempi, era stimato come eretico nei confronti di quella che i Giudei ritenevano la vera religione) si fermò dandogli le prime cure e poi si fece carico di lui fino a impegnare del denaro all'albergo dove lo aveva portato perché il soccorso fosse serio e completo.
Gesù si vale di questa storia molto verosimile per provocare anche noi oggi.
La domanda che gli era stata posta è questa: "Chi è il prossimo?" La risposta emerge luminosa dal racconto: chi ha compassione e si prende cura del fratello, della sorella che è nel bisogno.
Che meraviglia! Si tratta di cogliere fino in fondo l'attualità di questa parola di Gesù, prendendo le distanze da una società che diventa sempre più prigioniera della rete mediatica; in realtà essa non è altro che pieno consenso alla malattia cronica e onnipresente: concedere tutto alle esigenze dell'egoismo.
L'indifferenza l'apatia nei riguardi di chi è bisognoso e sofferente è una coltre di ghiaccio sul cuore. Ma c'è una via di liberazione: destarci sempre nuovamente a provar compassione: una compassione che non degenera in sentimentalismo ma diventa realtà di bene, quando muove tutta la nostra persona a prendersi cura dell'altro nei suoi reali bisogni.
Signore, dammi un cuore compassionevole e vivo che muova le mie mani perché diventino operose nel prendersi cura dell'altro, di qualsiasi altro.
La voce di un grande scrittore russo
La compassione è la più importante e forse l'unica legge di vita dell'umanità intera.
Fëdor Dostoevskij
Oggi, memoria della B. Vergine del Rosario
La luce e l'amore suscitati dalla meditazione dei misteri del Rosario ci permettono di partecipare alla missione della Chiesa.
Paolo VI
Commento di Sr Maria Pia Giudici
sanbiagi@casadipreghiera.191.it

 

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