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TESTO Commento su Esodo 23, 20

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Santi Angeli Custodi (02/10/2013)

Brano biblico: Es 23, 20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,1-5.10

1In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». 2Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro 3e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. 5E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.

10Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

"Ecco il mando un angelo davanti a te per custodirti sul tuo cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato".
Es 23, 20

Come vivere questa Parola?
Facendoci fare memoria degli angeli custodi la Chiesa ci ricorda che la nostra vita, intessuta di fragilità e preziosità, ha bisogno di essere custodita, di essere accompagnata, addirittura anticipata nel suo svolgersi dalla presenza degli angeli: "mando un angelo davanti a te".
Ne ha bisogno perché c'è un luogo preparato per accoglierci, perché l'esodo della nostra esistenza trovi la sua meta: "per farti entrare nel luogo che ho preparato".
Il Signore parlandoci dell'angelo custode usa il "tu": perché l'angelo custode è il mio custode e questo non perché si disinteressi degli altri uomini ma perché lui è strumento eletto dell'attenzione singolare, personale che Dio ha per me. Per me si preoccupa, per me prepara una casa, la "terra promessa", me custodisce, me difende, me accompagna.
Così come un bambino non si stupisce dell'amore unico, particolare dei suoi genitori per lui, così anche noi, facendoci semplici come un bambino, non ci stupiamo della presenza di un custode il cui compito è non farci perdere la strada e non farci perdere la memoria di Dio.
Pensare a lui equivale a ringraziarlo e, alzando ancor più gli occhi, a ringraziare il Datore di ogni bene. Ed equivale a riconoscere che condividiamo con lui la stessa missione: custodire.
Donaci Signore di non perdere mai quell'umiltà di cuore che ci porta a non vergognarci del nostro bisogno di essere custoditi e di ringraziarti ogni giorno per il dono dell'angelo, nostro custode
La voce di un Mistico
"Quale rispetto deve suscitare in te, quale fervore deve far nascere, quale fiducia deve ispirarti! Il rispetto a motivo della loro presenza, il fervore a motivo della loro benevolenza, la fiducia a motivo della loro vigilanza."
S. Bernardo di Chiaravalle
Commento da Emanuela Giuliani
emanuelagiuliani@gmail.com

 

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