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TESTO E per di più, fai festa? Che coraggio, Dio...

don Alberto Brignoli  

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XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (15/09/2013)

Vangelo: Lc 15,1-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 15,1-32

In quel tempo, 1si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 3Ed egli disse loro questa parabola:

4«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? 5Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 6va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. 7Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

8Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. 10Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

11Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. 14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. 17Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. 20Si alzò e tornò da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. 22Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.

25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. 31Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Forma breve (Lc 15, 1-10):

In quel tempo, 1si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 3Ed egli disse loro questa parabola:

4«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? 5Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 6va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. 7Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

8Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. 10Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

"Felice colpa, quella di Adamo ed Eva, che ci ha meritato un così grande Redentore!". Con questa frase, Sant'Agostino non voleva sconcertare nessuno, né tantomeno autorizzare chicchessia a pensare che peccare sia cosa buona e giusta perché ci permette di sperimentare la misericordia di Dio che sempre perdona. Credo piuttosto che volesse farci comprendere come la nostra naturale situazione di uomini limitati e peccatori non ha solo un risvolto doloroso dovuto alla coscienza dei nostri difetti e delle nostre pochezze; ha in sé anche una dimensione di serenità interiore che ci permette di guardare ai nostri limiti non tanto come qualcosa che ci allontana da Dio, ma come qualcosa che - se riconosciuto come tale - ci avvicina ulteriormente a lui proprio perché ci fa comprendere che senza il suo aiuto siamo ben poca cosa.

A noi questa cosa crea serenità interiore. Ma... a Dio? Cosa dice Dio di tutta l'umanità, di un'umanità intera che si allontana da lui, che pensa di poter fare a meno di lui o che - peggio ancora - si ricorda di lui solo quando si trova nel bisogno o nella necessità? Non sa che farsene, ovviamente: lui, giusto gudice, ha bisogno di gente santa, di gente che pratichi la giustizia, di giusti che con il loro stile di vita siano di stimolo e di buon esempio agli uomini peccatori di ogni parte del mondo...di queste persone, senza dubbio Dio si rallegra! Proprio così dovrebbe essere: mentre noi ci rallegriamo della nostra colpa, Dio si rallegra per la santità e la giustizia dei suoi servi. Dio si rallegra e fa festa - ci verrebbe da pensare così - perché fra tanti peccatori, ha perlomeno un gruppetto di santi e di giusti che non hanno bisogno di essere richiamati ogni volta sulla retta via, ogni volta da capo, ogni volta a spiegare loro le leggi e i precetti del buon credente, come tutti gli altri peccatori: Dio ha uno zoccolo duro di credenti "D.O.C.G." che non gli danno filo da torcere e dei quali si può fidare ciecamente. Quelli può lasciarli tranquillamente soli che, tant'è, non si perdono affatto! Sanno bene dove devono andare: mentre gli altri sono continuamente una fatica e una disperazione, altro che gioie e consolazioni!

Come quando si perdono dei soldi in casa - e sicuro che erano in casa, non li ha toccati nessuno! - e allora bisogna buttare all'aria tutto e cercare di nuovo, da cima a fondo, accendere tutte le luci (che spreco!) finché non si trovano i soldi! E una volta trovati, si scarica la tensione accumulata gridando contro il cielo e contro tutti, perché certamente i soldi non si sono persi da soli, qualcuno li avrà nascosti apposta! O come quando un amico ti ha affidato i suoi animali mentre lui si assentava un attimo, nei prati, su, nell'alpeggio, durante le vacanze. Tu non hai mai fatto il pastore, ma lui sì, e sa bene che se si perde un animale sono soldi persi... ma disgraziatamente, nonostante hai fatto bene caso a tutto, una pecora manca all'appello! E adesso? Meglio andare a cercarla, anche se le altre rimangono un attimo sole: poi però quando la si trova, sentirà le botte che vanno in giro, a destra e sinistra! Eh, sì: un'altra volta impara a scappare, vedrai che non lo farà più!

Chi cresce sbagliato, va corretto da giovane, altrimenti non lo ricuperi più! Altrimenti ti capita come quel tuo vicino di casa e i suoi due figli; uno, bravissimo, lavoratore, serio, onesto, l'altro, un elemento da sbarco, voglia di lavorare zero, di studiare, meno ancora. Sempre in giro a bere, fumare, donne, fare lo stupido, e avanti...e sì che adesso è maggiorenne anche lui, potrebbe capire qualcosa! Macché: sai cos'ha fatto per i suoi diciotto anni? Ha chiesto a suo papà la parte di eredità che gli spettava in dote ed è andato all'estero! Ma non è andato con la fuga di cervelli: a lui è fugato il cervello! In meno di un anno ha speso tutto: bere, fumare, donne, fare lo stupido. È rimasto senza niente: dicono che l'han visto raccogliere pomodorini nei campi per un caporale che dopo dieci ore sotto il sole gli dava dieci euro...in che stato... No, ma la cosa peggiore è che poi ha avuto la sfrontatezza di tornare a casa chiedendo scusa, per vedere se il papà lo riprendeva in casa, anche lavorando! Alla faccia del fratello maggiore, che lavorava come un bue per uscire forse una - due volte l'anno con i suoi amici...certo, con un papà così, che al più giovane concedeva tutto, lui doveva filare dritto!

E, infatti, quando arriva il fratello perso, lui non lo vuole nemmeno vedere: meglio così, perché lo disferebbe di botte! E speriamo che nel frattempo suo padre abbia fatto altrettanto, con quel pivello!

Ah sì? Non sono passati venti minuti da quando l'hanno avvisato del ritorno di suo fratello che il papà è già da ricoverare in psichiatria...ha dato fuori di testa! Ha tirato fuori l'abito della festa e lo ha vestito da gala, è andato in banca a fare il duplicato del bancomat che aveva perso e gliel'ha ridato; e peggio ancora, ha fatto uccidere il vitello che lui stesso - il fratello maggiore - aveva ingrassato per il giorno ormai vicino del suo matrimonio e ha fatto una grigliata in piazza...il motivo? Festa grande, perché è tornato suo figlio! Ma è fuori di testa! Ma è peggio del pastore di prima che quasi cade in un dirupo per andare a ricuperare una pecora, di cento che ne aveva! E quella donna che aveva perso i soldi, che ha organizzato una cena con le amiche e ha speso quasi tutto quello che aveva ritrovato?

Robe da matti...non ci si capisce più nulla... ma come si fa a capire un Dio che fa festa per un disgraziato e che si disinteressa dei più buoni? Come fai ad accettare che con te sia esigente fino all'estremo e al tuo amico che fa quello che gli pare gliele lascia passare tutte con la scusa che "lui ha bisogno", "va seguito, altrimenti si perde"? Ma questo Dio è uno che va d'accordo con "quella gentaglia lì", ma ti rendi conto?

E del resto, cosa vuoi dirgli? Cosa vuoi dire a un Dio che ha le fattezze di una casalinga che fa festa per dei soldi perduti e ritrovati, e li spreca tutti? Oppure di un pastore che ritiene una pecora malata e striminzita più preziosa di altre novantanove sane, o peggio ancora di un padre che riprende in casa sua un figlio che lo aveva virtualmente eliminato dalla faccia della terra?

Cosa vuoi dirgli, se per arrivare a ragionare in questo modo si è lasciato inchiodare ad una croce dai suoi amici e per di più li ha perdonati? E oltre a tutto questo, ha ancora il coraggio di dirci: "Rallegratevi con me! Ho ritrovato chi era perduto!".

 

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