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TESTO A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno

Riccardo Ripoli  

Sabato della XXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (31/08/2013)

Vangelo: Mt 25,14-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 25,14-30

14Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. 15A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito 16colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. 17Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. 18Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. 19Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. 20Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. 21“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 22Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. 23“Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. 24Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. 25Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. 26Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. 28Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. 29Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. 30E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.

Non tutti riceviamo gli stessi doni nella vita. C'è chi nasce con una dote, chi con un'altra, chi ne ha diverse e chi ne ha poche, ma a tutti il buon Dio fornisce qualcosa che possiamo mettere a frutto, inserisce dentro noi un semino che potrà diventare un albero, ma dipende da noi, dalla nostra voglia di metterci in gioco. Ho visto tanti bambini arrancare in salita, avere pochissime capacità, fare una fatica enorme sui libri, ma stringere i denti, andare contro ogni previsione ed emergere. Ma ho purtroppo visto anche tanti ragazzi gettare la loro vita, avere dei talenti notevoli e sprecarli per pigrizia, per non avere voglia di mettersi in discussione, per il gusto di andare a divertirsi anziché alimentare le proprie doti per crescere come persona.

E' un po' come vedere un povero che se gli porgi un piatto di spaghetti in bianco riscaldati del giorno prima fa una gran festa e magia tutto avidamente e di gusto, dando grande soddisfazione a chi lo ha messo in tavola. Dall'altro lato è come osservare colui che è abituato a mangiare i piatti più buoni ed ogni volta fa mille storie non apprezzando la cucina. Uno schiaffo alla miseria. Così Dio è per noi come il padrone di casa che ci ha invitato a mangiare. Chi pensate che vorrà ancora vicino a sé? Il povero, che magari malvestito ha fatto onore alla sua tavola, oppure il ricco che bello profumato ha rifiutato il suo cibo?

Ciò che vi viene donato sappiatelo apprezzare e fatelo fruttare, onde evitare che un giorno Qualcuno possa dirvi "ti ho dato, poco o tanto, e tu hai rifiutato il mio dono, ora allontanati da me"

 

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