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TESTO Il regno dei cieli è vicino

Ileana Mortari - rito ambrosiano  

I domenica dopo il martirio di San Giovanni il Precursore (Anno C) (01/09/2013)

Vangelo: Mt 4,12-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,12-17

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Come noto, il primo vangelo è quello più ricco di riferimenti all'Antico Testamento, le cosiddette "citazioni di adempimento" che mostrano come in Gesù si realizzino le profezie delle Scritture.

Il brano di oggi ne contiene una, tratta dal profeta Isaia, cap.8: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse"; il profeta si riferiva alla situazione di tremenda oppressione che gravava sulle terre di Zabulon e Neftali nell'8° sec. a.Cr. ad opera degli Assiri; al tempo di Gesù la Galilea era una regione poco ortodossa dal punto di vista religioso e aperta a contaminazioni da parte dei popoli confinanti, anzi essa stessa ibrido miscuglio di razze diverse ("Galilea delle genti" v.15).

Ebbene, proprio in questo luogo povero e oscuro ha inizio la predicazione del Nazareno: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino." Egli, Luce del mondo (cfr. il prologo di Giovanni), reca agli uomini una parola di grande consolazione e speranza, che supera ampiamente le aspettative del tempo circa il regno di Dio.

Secondo alcuni, il Messia avrebbe restaurato la dinastia di Davide sottomettendo le nazioni nemiche al popolo eletto; secondo altri, il dominio del male era così potente che il regno di Dio sarebbe giunto solo in un "mondo futuro", trascendente rispetto al mondo presente; altri ancora lo vedevano come una realizzazione possibile per chi obbediva alla legge e prendeva su di sé il "giogo del regno".

Il regno annunciato da Gesù non è né di tipo politico-militare, né collocato solo in un futuro trascendente, né associato a gioghi costrittivi. Il testo greco dice che il regno "enghiken", che si può

tradurre: è vicino, viene, è venuto; cioè: c'è e non c'è ad un tempo; è manifesto, ma anche misterioso. Esso è infatti presente nella persona stessa di Gesù, ma richiede agli uomini una "conversione", cioè un cambiamento di mentalità, una disponibilità ad accogliere una logica diversa da quella mondana, una capacità di "relativizzare" tutto rispetto all'Assoluto.

 

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