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TESTO Alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi

Riccardo Ripoli  

XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (25/08/2013)

Vangelo: Lc 13,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,22-30

In quel tempo, Gesù 22passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Quanta competizione c'è tra i bambini, tra i ragazzi. Quando giocano li osservo spesso da lontano e vogliono primeggiare su tutto, persino chi arriva primo a tavola, o chi si lava per primo, o chi ha una tal cosa migliore dell'altro. Cercano di primeggiare per farsi vedere dagli altri, spesso dagli adulti, dalle maestre. Si mettono in mostra indossando un vestito piuttosto che un altro e rivaleggiano su aspetti poco importanti per l'adulto. Quale insegnante darà un bel voto ad un ragazzo perché ha il vestito più costoso, quale genitore premierà un figlio perché ha vinto una partita a monopoli con il fratello, quale allenatore farà entrare in partita il bambino con le scarpe da gioco più nuove? Un adulto guarda a ben altre cose, non alla forma, ma alla sostanza, allo studio, al comportamento, all'allenamento, però il bimbo continua imperterrito nella sua gara legata all'esteriorità. Perché? Sostanzialmente perché è un bambino e non ha l'esperienza di vedere oltre, quindi preferisce cercare la compagnia degli amici piuttosto che studiare poiché ne trae maggior soddisfazione nell'immediato. Compito dell'adulto è insegnare al bimbo che deve guardare più avanti, deve costruire il suo futuro non tralasciando il divertimento, ma ritagliandosi una fetta importante di tempo per imparare. Non si impara rivaleggiando, non si impara cercando sempre di essere primi, di sorpassare il prossimo, altrimenti saremo troppo presi dalla gara, dalla competizione per poter fare bene un percorso di vita. E' come se guidando pigiassimo sempre sull'acceleratore per sorpassare tutti, perdendo così la possibilità di imparare a guidare bene tralasciando il bel paesaggio che un lungo viaggio può regalarci.

Noi siamo come bambini davanti a Dio che ci dice di non rivaleggiare tra noi, di guardare alle cose di sostanza e non alle forme, di curarci del nostro futuro, delle nostre anime. Però noi preferiamo essere primi, preferiamo primeggiare su tutto, avere la macchina più bella, il cellulare appena uscito, persino il figlio più intelligente e sventoliamo queste nostre presunte doti a tutti.

Non vi risulta antipatico il bambino che vi dice in continuazione "il mio disegno è il più bello", "vinco sempre io a qualunque gioco", ah come so far bene io questa cosa"? Non vi da fastidio il bambino che quando c'è da prendere una fetta di cocomero a cena deve essere il primo, oppure quello che spinge gli altri bambini per salire sempre per primo sullo scivolo, o quello che si vanta con voi tingendosi di ridicolo? Pensate che anche Dio ci vede un po' antipatici quando anche noi ci comportiamo nello stesso modo cercando di essere sempre primi, quando siamo egoisti, quando siamo incapaci di rinunciare a qualcosa per favorire qualcun altro.

Il Signore ci avverte "beati gli ultimi perché saranno primi", in quanto il Suo giudizio sarà ben diverso da quello al quale ci siamo abituati e chi per tutta la vita è stato nell'ombra con umiltà, lasciando passare avanti gli altri verrà messo ai primi posti. Chi invece ha cercato sempre di essere un passo avanti agli altri, verrà posto nell'ultima fila. Quando siamo invitati ad una cena con tante persone a quale posto ci sediamo? Nei posti migliori, o nell'ombra? Immaginatevi che vergogna se sedendovi al primo posto vi venga richiesto dal padrone di casa di spostarvi; mentre se scegliete il posto peggiore, pensate che soddisfazione se il padrone di casa vi faccia alzare per darvi un posto migliore. Agli occhi di Dio è primo chi è ultimo e ultimo chi sia primo. Ritroviamo Gesù nel povero, nell'emarginato, nel bisognoso, nel bambino abbandonato, persone alle quali nulla importa se sei ricco, se hai una bella macchina, una villa, uno yacht, bei vestiti, o se godi dell'amicizia di politici potenti o personaggi famosi. Per loro conta la tua capacità di amarli, di mettersi al loro livello, di servirli, di aiutarli nelle piccole cose quotidiane. Per loro sarà molto più importante il povero disoccupato che li accudisce, piuttosto che il ricco manager che passa da una riunione all'altra senza avere il tempo neppure per uno sguardo

 

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