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TESTO L'incancellabile desiderio della salvezza

mons. Giuseppe Giudice  

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XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (25/08/2013)

Vangelo: Lc 13,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 13,22-30

In quel tempo, Gesù 22passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. 23Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: 24«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. 26Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. 28Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

Ci portiamo dentro il grande desiderio: essere nel numero dei salvati, sforzandoci di entrare per la porta stretta e con la paura di rimanere fuori, soli, dinanzi alla porta chiusa. Per passare bisogna accogliere l'esortazione a noi rivolta come a figli: non disprezzare la correzione del Signore e non perdersi d'animo nel momento in cui si è ripresi. Accogliere la correzione che viene da Dio e che passa attraverso un fratello o una sorella, è momento di progresso nella fede. Passare dalla tristezza della correzione alla gioia della vita restituita alla novità, è la bellezza della vita risorta. Bisogna farsi piccoli, ultimi, poveri per lasciarsi correggere, cioè amare da Dio.

 

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