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TESTO C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!

Riccardo Ripoli  

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (18/08/2013)

Vangelo: Lc 12,49-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 49Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 50Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

51Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. 52D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; 53si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Quando ci caliamo in un'impresa importante, quando crediamo in quello che facciamo e con costanza decidiamo di portarlo a termine siamo tesi e preoccupati perché vorremmo che tutto fosse perfetto, desiderosi di vedere il risultato finale, ansiosi per i sacrifici che dovremo sopportare. A me capita per ogni iniziativa che facciamo con l'Associazione e paradossalmente ogni volta non vedo l'ora che tutto sia finito.

Quanta ansia nel mettere su famiglia, nel portare avanti un'Associazione, nel gestire un'azienda quando si fa tutto con il cuore, pensando ai figli, alle persone che accudiamo, ai dipendenti che contano su di noi per vivere. Abbiamo un peso, una responsabilità e non vogliamo esserne privati, è la nostra scelta di vita, ma pensiamo al futuro, viviamo con il timore che qualcosa possa danneggiare l'ingranaggio che abbiamo pazientemente costruito giorno dopo giorno, con la paura che qualcosa possa incepparsi e danneggiare le persone alle quali abbiamo donato la nostra vita, quelle stesse persone che hanno bisogno di noi per crescere, per camminare, per creare una propria famiglia. Quanti ho visto trasformarsi da ragazzi scavezzacollo, capaci di pensare solo a divertirsi, a papà e mamme responsabili il cui unico scopo di vita sia soltanto il bene dei propri figli e della propria famiglia, ma pini di ansie e preoccupazioni per il futuro, tanto da aspettare trepidanti il momento in cui i figli si sposino, si sistemino, acquisiscano quella tranquillità economica per poter camminare con le proprie gambe. Anzi, di più, pensano a lasciar loro un'eredità, rinunciando anche in vecchiaia a spendere un euro di troppo. Dove è amore più grande di questo? Dedicare la nostra vita alle persone che il Signore ha voluto donarci.

Gesù stesso era parte di un disegno per lasciare a tutta l'umanità una grande eredità. Si può credere che sia Figlio di Dio, oppure un uomo qualsiasi, ma è certo che è morto donandoci un modo diverso di affrontare la vita. La morale comunemente accettata deriva dal Vangelo e prima della venuta di Gesù non esisteva. Pensate alla vendetta, all'amore per i bambini, alla solidarietà verso chi soffriva e tanto altro ancora. Tutto è cambiato per noi figli grazie al sacrificio di Gesù.

 

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