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TESTO Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me

Riccardo Ripoli  

Martedì della XIX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (13/08/2013)

Vangelo: Mt 18,1-5.10.12-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

I più deboli, i feriti, gli abbandonati, i maltrattati, i violentati sono le persone che hanno bisogno del nostro aiuto, comprensione, affetto, accudimento, ma quando è un bambino ad essere violentato dai propri genitori, abbandonato a se stesso, maltrattato ogni giorno l'aiuto che dobbiamo dargli non deve essere a scappa tempo ma totale perché un bambino è indifeso, non ha ancora sviluppato l'esperienza necessaria per spiegarsi certi comportamenti, non ha fatto delle scelte che lo hanno portato in brutte situazioni. L'accoglienza di un bambino in affido non solo è necessaria per evitare drammi e il perpetrarsi di brutte situazioni di generazione in generazione, ma è un dovere di tutti noi che oggi, qualunque sia stato il nostro passato, possiamo gioire perché la nostra vita è grossomodo tranquilla. Un dovere verso l'umanità e per chi ha Fede verso Dio.

Una frase bellissima del Vangelo dice "Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli" e non accogliere significa disprezzare perché ci si priva della felicità di apprezzare un bambino, di dargli quello di cui i nostri figli possono godere a piene mani ogni giorno, spesso in situazioni di abbondanza eccessiva e di vizio perenne. Ci sono tanti modi di accogliere e di apprezzare poiché esistono tante situazioni diverse, come la presenza di figli piccoli o di altri problemi familiari che possano impedire un'accoglienza fisica di un ragazzo, ma anche promuovere l'affido pur non praticandolo, far conoscere certe realtà ognuno utilizzando i propri mezzi e le conoscenze a disposizione è un grande aiuto a tanti bambini che oggi soffrono per i tanti abusi o privazioni che devono subire quotidianamente. Anche chi oggi non è in grado di aprire le porte della propria casa fisicamente, dovrebbe comunque mettersi in cammino verso l'affidamento e puntare all'accoglienza. Ho conosciuto tante persone che non immaginavano nemmeno che nella nostra bella Italia potessero esistere situazioni di così grande degrado e men che mai capivano l'idea dell'affidamento, ma una volta toccata con mano una certa realtà hanno aperto gli occhi e hanno cominciato a pensare ad un aiuto più concreto di questi bambini mettendo da parte paure, incertezze ed egoismo per aprire le porte del cuore a questi piccoli i cui angeli vedono sempre la faccia di Dio

 

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