PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Lc 12,32-48

Agenzia SIR  

XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (11/08/2013)

Vangelo: Lc 12,32-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,32-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 32Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.

33Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. 34Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

41Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.

47Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

Forma breve (Lc 12,35-40):

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 35Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; 36siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. 37Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

La fede porta la vita buona e scaccia la paura di essere e sentirsi poveri; il piccolo gregge di per sé conta poco, ma conta perché il Padre ci ama e ci ha dato il suo Regno. La ricerca di Dio, allora, viene prima di tutto, è la strada da prendere. Le cose sono date come extra, in sovrappiù. Il Regno che bisogna cercare è la comunione col Padre e con i fratelli, dando le proprie ricchezze in misericordia, in relazioni, vedendo la persona che abbiamo davanti.

Il padrone torna dalle nozze e bussa; poi entra, si cinge e serve. Anche nell'Apocalisse dice che busserà alla porta. È un Signore molto mite. Torna dalle nozze. Penso a Gesù dopo le sue nozze sulla croce. Il servo fedele aspetta il padrone anche quando tutti dormono. Il cristiano aspetta il Signore che viene. La cintura ai fianchi è la tenuta di lavoro, di servizio e di viaggio prescritta per la cena pasquale. Il mistero di pasqua, di morte e resurrezione, in fondo si compie in una veglia. Di notte, ma non al buio. Ci sono le lucerne accese, le lampade della fede che fanno santa questa notte.

Il discorso sulla fine non è escatologico, ma colpisce il quotidiano. Il senso della vita è nell'attesa perché alla fine s'invertiranno le parti. In quest'attesa conta la volontà del "padrone", la libertà dalle cose e la loro corretta amministrazione. Il tradimento del servo parte dal cuore quando presume di avere potere di maltrattamento perché il padrone tarda a venire.

I figli hanno un altro rapporto con i beni del Padre: non sono il fine ma il mezzo. Il dare è l'unico mezzo per avere un tesoro che non è oggetto di affanno e angoscia, perché tutto viene dalla paternità di Dio. L'accumulo non sazia. Anche la propria fine è accettabile quando è sentita come ritorno alla casa del Padre, termine della fatica e inizio del riposo.

I discepoli saranno sempre un piccolo gregge e in quanto figli del Padre usano i beni e il denaro non come l'eredità che divide i fratelli avidi, ma come dono che li unisce. Anche l'elemosina va vissuta come giustizia e misericordia. Diritti e doveri non sono uguali: i primi si misurano in base a quanto occorre a ognuno, i doveri a quanto uno possiede. Il sogno della terra promessa è quello in cui nessuno è bisognoso.

Le borse servono. Non per riempirle delle ricchezze di questo mondo, ma per custodirci quelle del Regno. In esse si conserva solo quello che ne esce. Il tesoro è ciò che diamo e che non si perde neppure nella morte.

Commento a cura di don Angelo Sceppacerca

 

Ricerca avanzata  (53954 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: