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TESTO Tuo fratello risusciterà

Riccardo Ripoli  

S. Marta (29/07/2013)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Ci sono dei momenti in cui è difficile andare avanti, tanti i problemi da risolvere, il lavoro che manca, la moglie o il marito che se ne vanno di casa, i figli che si perdono o muoiono. La disperazione in certi periodi della vita è tale e tanta che si ha come l'idea di essere morti, non si ha più voglia di reagire, di combattere, di andare avanti. Camminiamo senza nemmeno avere la forza di piangere, il nostro cuore batte ma è solo una formalità, quasi un dispiacere, che ci separa dalla morte reale, unica consolazione al nostro stato d'animo.

In certi momenti non abbiamo nemmeno la forza di pregare, di chiedere aiuto a Dio, di alzare gli occhi al cielo perché il pessimismo ha pervaso anche la nostra anima.

Ma se nella vita abbiamo seminato anche un solo piccolo semino, se c'è almeno una persona alla quale sta a cuore il nostro bene, qualcuno che almeno abbia pietà di noi nel vederci incedere con la coda fra le gambe e chiede aiuto al Signore a nome nostro, la resurrezione sarà certa. Si può morire dentro pur restando vivi fisicamente, ma dietro ogni angolo della nostra vita può esserci la ripresa, qualcosa che ci dia un motivo per andare avanti, per tornare tra i vivi, per ricominciare a lottare. Bisogna solo crederci, o avere qualcuno che creda per noi.

Quante storie di maltrattamento sui bambini ho sentito raccontare, quante relazioni ho letto ed ogni volta è un pugno nello stomaco che mi fa male ed il dolore resta in me perché il male che hanno fatto a quei bambini lo sento sulla mia pelle e diventa parte integrante delle mie esperienze, come lo avessi vissuto. Vedo bambini rassegnati ad una vita di violenza, abbandono, abuso perché solo questo hanno conosciuto e pensano che il mondo sia così. Quanto potere abbiamo noi affidatari, abbiamo la possibilità di operare quel miracolo di cui ci parla Gesù, resuscitare una creatura data per morta, far venire fuori dal sepolcro un fanciullo semplicemente chiamandolo alla vita, una resurrezione voluta ed operata da Dio per nostro tramite. Basta crederci ed ognuno può far risorgere un bimbo attraverso l'affido.

 

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