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TESTO Padre

Paolo Curtaz  

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XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (28/07/2013)

Vangelo: Lc 11,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,1-13

1Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno;

3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,

4e perdona a noi i nostri peccati,

anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,

e non abbandonarci alla tentazione».

5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Come Maria di Betania possiamo fare l'esperienza splendida di sederci e metterci in ascolto del Maestro che parla. Il cuore, allora, scopre di sé una nuova dimensione, fino ad allora sconosciuta, un percorso che - stupore! - lo mette in contatto con Dio.

Niente "vocine" o autosuggestioni, credetemi, solo la scoperta dell'oceano su cui passeggiamo senza saperlo.

La dimensione dell'interiorità, del silenzio, della scoperta di Dio passa attraverso l'esperienza della preghiera, una delle esperienze universali dell'umanità.

Ma, ahimè, il cuore dell'uomo tende a possedere, a manipolare, a schematizzare e anche la splendida esperienza della preghiera rischia di essere svilita e sbiadita, ridotta a noiosa ripetizione, a dovere da assolvere, a estremo ricorso in caso di difficoltà.

La Parola di Dio di oggi ci aiuta a capire cos'è la preghiera secondo Dio.

La preghiera è amicizia

La pagina della Genesi è un capolavoro che ci svela il volto di Dio: Sodoma e Gomorra sono due città violente e depravate e Dio decide di distruggerle, abbandonandole al proprio destino. Dio è dubbioso: ormai il rapporto di amicizia con Abramo si è consolidato e decide di parlargli del proprio progetto. Abramo ha un tuffo nel cuore: a Sodoma abita Lot, suo nipote, e inizia una serrata contrattazione. Alla fine la spunta Abramo: se Dio troverà a Sodoma anche solo cinque giusti salverà l'intera città. Sodoma sarà distrutta.

La preghiera è un colloquio intimo, uno scambio di opinioni, una reciproca intesa.

Non una lista della spesa, non un tentativo di corruzione, non una litania portafortuna.

Concepiamo la preghiera come una serie di formule bene auguranti, ma la preghiera è fatta anzitutto di ascolto, l'ascolto di Dio, e di intercessione, intercessione per il mondo, non per i miei bisogni.

La preghiera è fiducia

Gesù ci svela il volto del Padre: è a lui che rivolgiamo la preghiera. Non a un despota capriccioso, non a un potente da convincere. Siamo diventati figli, ci ha detto san Paolo, Dio ci tratta come tratta il suo figlio beneamato. Un buon Padre sa di cosa ha bisogno il proprio figlio, non lo lascia penare. Molte delle nostre preghiere restano inascoltate perché sbagliano indirizzo del destinatario: non si rivolgono a un padre ma a un patrigno o a un antipatico tutore a cui chiedere qualcosa che, pensiamo, in realtà ci è dovuto.

La splendida e unica preghiera che Gesù ci ha lasciato dovrebbe essere la preghiera sempre presente sulle nostre labbra, a cui attingere, preghiera piena di buon senso e di concretezza, di affetto e di gioia, di fiducia e di realismo, ci permette di rimettere al centro la nostra giornata.

La preghiera è costante

Come la vedova della parabola il Signore ci invita ad insistere. Gesù non entra nel merito: forse la questione sollevata dalla vedova è un litigio tra vicini e il giudice ha ben altro di cui occuparsi. Eppure, alla fine, cede. Gesù è sicuro di ciò che dice: se chiediamo otteniamo, se ci affidiamo siamo accolti in un caldo abbraccio dal Padre.
Ma è a un Padre che ci rivolgiamo con costanza?

Leggendo questa pagina sorrido: ho pregato molto nella mia vita e non sono mai stato esaudito. Perché?

Già sant'Agostino si poneva questa domanda e rispondeva mirabilmente: non sei esaudito perché chiedi male, senza l'insistenza dell'amico importuno, perché ciò che chiedi non è il tuo vero bene (Guardandomi indietro, vedo i problemi sotto una luce completamente diversa), perché Dio aspetta ad esaudirti per lasciare crescere in te il desiderio di ciò che chiedi.

Mi correggo, allora: nella mia preghiera non ho mai ottenuto ciò che chiedevo. Ma sempre ciò che desideravo.

Perché no?
Perché non imparare a pregare?

La preghiera ha bisogno di te, anzitutto: come sei, devoto o ateo, santo o peccatore. Ma un "tu" vero, non finto, non di facciata. La preghiera ha bisogno di un tempo: cinque minuti, per iniziare, il tempo in cui non sei proprio rimbambito o distratto, spegnendo il cellulare e isolandoti. La preghiera ha bisogno di un luogo: la tua camera, la metro, la pausa pranzo. La preghiera ha bisogno di una parola da ascoltare: meglio se il Vangelo del giorno, da leggere con calma e assaporare. La preghiera ha bisogno di una parola da dire: le persone che incontri, le cose che ti angustiano, un "grazie" detto a Dio. La preghiera ha bisogno di una parola da vivere: cosa cambia ora che riprendi la tua attività quotidiana?

Venga lo Spirito promesso dal Signore, amici, lo Spirito che ci permette di vedere con uno sguardo diverso anche le cose che ci sembrano indispensabili alla nostra felicità, capendo, infine, che ciò che riteniamo un ostacolo insuperabile non è poi così importante risolverlo e - forse - non è neppure un ostacolo.

Perché, nella preghiera, scopriremo che nulla ci può impedire di dire con verità: Padre.

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www.tiraccontolaparola.it

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