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TESTO Scegliere ‘la parte migliore'

mons. Antonio Riboldi

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (21/07/2013)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Il Vangelo, che la Chiesa ci presenta oggi, davvero è un andare contromano nell'impostazione che diamo alla vita.

Vivere oggi, almeno per tanti, è una continua affannosa corsa verso impegni che non concedono un momento di riposo, almeno quello del cuore.

Ci carichiamo di troppe ‘cose', che erroneamente definiamo ‘esigenze', e tali non sono, non lasciando spazio ai veri ‘bisogni' del cuore e della vita, sempre se per vita intendiamo quella interiore, che ha altre esigenze, ma contiene il segreto della serenità, felicità e bontà: insomma, una vita in cui l'anima respira ‘a pieni polmoni'...ed è davvero ‘vivere'!

Fa davvero impressione il continuo ‘correre', che caratterizza le nostre giornate - ‘un agitarsi per troppe cose' lo definisce il Vangelo - e alla fine, spesso, rimane l'amarezza di ‘aver combinato nulla', di essere continuamente sconfitti e, nello stesso tempo, costretti a ‘correre di più'.

È come fossimo morsicati dalla tarantola del benessere, pur sapendo che difficilmente raggiungeremo la vera felicità, anche perché la cultura del benessere ci fa' chiudere su noi stessi come ricci, ci rende "insensibili alle grida degli altri" e ci fa vivere "in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l'illusione del futile, del provvisorio, che porta all'indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell'indifferenza", come ha affermato Papa Francesco nella storica visita a Lampedusa. Questo ‘agitarsi' causa solo stanchezza, svuota l'anima, ci esaurisce, ci anestetizza

Lo affermano anche molti studiosi che curano tantissimi depressi, esauriti o persone in preda alla disperazione. Non si può gettare via il meraviglioso bene della vita, interpretandola male.

Quando qualcuno mi telefona, premette di solito la sua richiesta con un: ‘Non vorrei recarle disturbo, perché lei è troppo impegnato'.

Una frase che, se intesa nel senso di impegno-agitazione, non corrisponde al vero, ma è il modo di proiettare quello che si è negli altri. Spesso rispondo: ‘Dica, pure. Vediamo di trovare una soluzione'...di fatto considero il tempo, soprattutto se dedicato agli altri, un dono!

Si incontrano ancora persone semplici, seppur molto impegnate nel quotidiano, che conservano tanta serenità. Il segreto è nell'‘occuparsi', ma non ‘agitarsi': ossia trovare, in mille modi, un prezioso spazio per lo spirito, che mantenga vivo il respiro dell'anima, dalla riflessione alla meditazione, dalla preghiera alla contemplazione, dal silenzio alla calma interiore: atteggiamenti che consentono, mantenendo saldamente ‘i piedi per terra', uno sguardo fisso in Alto, da dove scende tanta serenità.

Fa tanto male, anche solo sentire dire in proposito: ‘Non ho tempo per queste cose da preti o suore...loro hanno tempo da perdere. La vita è altro!'

E verrebbe la voglia di rispondere: ‘Ma qual è il bello della vita? Il tuo correre, affannarti, per poi essere sempre scontento e scorbutico?'. La risposta viene dal Vangelo di Luca, che oggi la Chiesa ci propone. È un racconto di una bellezza incredibile, suprema ‘regola di vita', che Gesù ha voluto donarci, entrando nel vivo di una giornata. Lui era in cammino verso Gerusalemme.

Tutti sappiamo che ‘andare a Gerusalemme', per gli evangelisti, significa ‘il traguardo' dell'amore: donare la vita in croce, il dono più grande dell'amore, per aprirci le porte della vita con Dio!

Durante quel viaggio, proprio ai piedi di Gerusalemme, Gesù e i discepoli passano per Betania, la ‘casa dell'amicizia'. Leggiamo questo meraviglioso racconto con lo stupore per le cose belle e con il desiderio di fare nostro ciò che insegna.

"Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola.

Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: ‘Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti'.

Ma Gesù rispose: ‘Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà mai tolta'." (Lc. 10, 38-42)
E' il confronto tra agitazione e contemplazione.

Sarebbe stato forse più logico che Marta si fosse rivolta direttamente a Maria per invitarla a partecipare alla sua giustissima opera di ospitalità. In fondo sarebbe stata una carità. Ma Marta, con estrema confidenza, per l'amicizia che la legava al Maestro, si rivolge, ‘rimproverandolo', direttamente a Gesù, sapendo che Lui poteva certamente avere più autorità sulla sorella,: ‘Signore non ti curi...'. E Gesù coglie l'occasione per sottolineare ‘quale sia la parte migliore'. Deve essere stata un'esperienza ‘dura' per Marta, che ancor più esalta quella incredibile che Maria ha vissuto nell'ascolto della Parola del Maestro.

È in fondo la bellezza che provano tanti, consacrati e semplici cristiani, quando sanno, nel corso della giornata, mettersi quasi fuori dal turbinìo quotidiano e, nel silenzio, ‘ascoltare' l'Amore che parla. Papa Giovanni Paolo II, in una delle sue encicliche, affermò che non solo le persone consacrate, ma tutti i cristiani sono e devono essere contemplativi. E direi proprio che la saggezza, anche di laici, incontrandoli, la cogli dalle poche ma incisive parole che dicono e che sembrano l'eco di un colloquio con la Verità, Dio. Ce ne sono tanti.

Quando, anche nella vita quotidiana, non si entra in questo mondo, quello di Maria, vero, bello, si giunge ad avere paura del silenzio, che fa emergere il vuoto interiore, il vero inferno sulla terra.

Facile incontrare persone infelici, tanto infelici, perché vivono in questo ‘pericoloso silenzio', che cercano allora di riempire con palliativi: la continua sete di chiasso, le droghe, il consumismo e lo spreco in ogni ambito, per poi ritrovarsi nella disperazione, come se la vita non avesse senso.

Bisogna allora farsi tutti frati, suore o preti per entrare nei panni di Maria?

Credo proprio di no. Gesù si rivolgeva a tutti i suoi discepoli, tutti.

Tutti possiamo e dobbiamo sbarazzarci delle ‘agitazioni per molte cose', come Marta, e fare posto a momenti di ‘a tu per tu' con Dio, che ci parla sottovoce, come Maria. E come si sta bene dopo!

Rosmini, al cui Istituto appartengo, e che ora la Chiesa ha dichiarato ‘beato', scrisse un breve manuale, rivolto a tutti i cristiani, senza distinzioni, intitolato ‘Le Massime di perfezione'.

Nella IV massima, n. 12-13 intitolata ‘Abbandonare totalmente se stessi nella Provvidenza di Dio', scrive: "Impara che al cristiano non è vietato compiere tutte le azioni con cui naturalmente si soddisfano i bisogni della vita. È l'ansietà, la sollecitudine che gli viene proibita: essa lo rende inquieto per il desiderio di ciò che gli manca e così gli toglie la pace del cuore e la tranquillità caratteristica di quelli che si riposano in Dio. Può vedere la volontà di Dio nelle sue condizioni presenti e con semplicità e rendimento di grazie godere dei beni che ha.

È contrario invece all'abbandono nelle divina Provvidenza che egli si preoccupi e premediti l'avvenire, perché riguardo ad esso il volere di Dio non è ancora noto e il cristiano non deve amare che il volere di Dio. Può amarlo godendo moderatamente ed innocentemente i beni che attualmente ha, perché sono dati da Dio, ma non inquietandosi per quelli futuri, perché il Signore non ha disposto di essi. Esamini il cristiano se stesso e veda se prova in cuore qualche preoccupazione circa i beni e i mali del mondo, se è sempre pienamente tranquillo, pienamente riposato o se si sente crucciato e preoccupato di cose umane, per il successo o l'insuccesso delle quali soffre agitazioni." Saremo capaci di impostare la nostra giornata in modo che occupazioni o altro non ci rubino il bello del silenzio con Dio, che è fonte di saggezza e di pace?

È davvero provvidenziale che queste riflessioni il Vangelo ce le offra proprio quando tanti si preparano o sono già in vacanza. Giusto riposo. Ma che sia il riposo del corpo e soprattutto, il momento di togliere nubi dall'anima, trovando spazi per stare come Maria con Dio.

Sarebbe un vero peccato se, potendo disporre di momenti di tranquillità, questi momenti li gettassimo alle ortiche, immergendoci nel chiasso, richiamo delle mode del mondo, che non sa cosa voglia dire quiete e gioia. Mi è caro fare l'augurio, a quanti di voi potranno conoscere il riposo delle ferie, di trovare energia e serenità, chissà... magari incontrandosi nel silenzio delle montagne trentine, dove per me è bello ritrovare ‘il silenzio di Maria che ascolta'.

In quel silenzio il mio ricordo particolare a Dio sarà per tutti coloro che non hanno la possibilità di godere di un tale riposo, per motivi diversi, ma in particolare per gli ammalati e gli anziani soli.

Di cuore, sono vicino, sempre, a tutti, nelle preghiere.

 

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