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TESTO Dimora di Dio

don Roberto Rossi  

VI Domenica di Pasqua (Anno C) (16/05/2004)

Vangelo: Gv 14,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,23-29

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

DIMORA DI DIO.

"Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a
lui e prenderemo dimora presso di lui".

Ci vorrebbe l'esperienza dei santi, in particolare di S. Elisabetta della

Trinità, per comprendere un poco la profondità e la verità di questa promessa di
Gesù.

Noi desideriamo amare il Signore. Lui ci dice che il nostro amore non deve

essere a parole, ma costruito nei fatti, nell'osservare e mettere in pratica i

suoi comandamenti. Qualcuno potrebbe dire: E' difficile. D'accordo: può essere a

volte difficile, ma è possibile, è bello, è importante, è la cosa più bella.

Tante gente vive i comandamenti e molte volte noi stessi siamo riusciti a

viverli con serenità, impegno, pace del cuore. Come è bello vedere persone che

vincono l'egoismo e si aprono all'amore fraterno, all'apertura agli altri, al

dono e al sacrificio di sé. Questo avviene soprattutto nella vita delle nostre

famiglie; avviene nella vita della comunità cristiana, dove tante persone

offrono disponibilità, collaborazione, fede, preghiera, sacrificio, dove sorgono
tante forme di vocazioni.

Ci sono persone che vivono il perdono, altre che cercano l'onestà e la sincerità

nel lavoro, altre che costruiscono l'amore e la fedeltà nel matrimonio e nella

famiglia. Potremmo continuare con tanti altri esempi. I comandamenti di Dio sono

la strada più bella per costruire bene la nostra vita sulla terra e quella degli

altri, per costruire e meritare giorno per giorno il nostro paradiso

nell'eternità. Non bisogna scoraggiarci quando facciamo fatica a osservare i

comandamenti; un po' alla volta ci riusciremo. Quando sbagliamo Il Signore ci è

accanto per darci il suo perdono e aiutarci a riprendere la buona volontà.

L'importante, nella vita, è amare! ("Amerai il Signore tuo Dio con tutto il

cuore... e il prossimo come te stesso"). Non sono i risultati che contano, ma la

volontà di ricominciare ogni giorno ad amare gli altri, come Dio fa con noi.

Dice un santo: " Ama, dunque, senza farti troppe domande. Ama tutti, ama sempre,
ama con gioia, perché Dio ama chi dona con gioia".

A questo punto, nel desiderio e nello sforzo di amare il Signore e osservare la

sua parola, Gesù ci fa la sua grande promessa: "Il Padre mio lo amerà e noi

verremo a lui e prenderemo dimora presso di Lui". Dio vive nel cuore dell'uomo,

Dio vive nel mio cuore! E se Dio vive nel mio cuore, tutto è possibile, tutto

acquista valore, tutto è speranza, santità e grazia. "Pensate che festa,
fratelli carissimi, avere in casa Dio!" (S. Gregorio Magno)

Questa diventa la vera vita cristiana: La Trinità in noi e noi nella Trinità, in

un rapporto reale, intimo, concreto della nostra persona con le persone della

Trinità: un rapporto vero da persona a persona con il Padre, con il Figlio, con

lo Spirito Santo. "Chi rimane nell'amore, rimane in Dio e Dio rimane in lui",
scrive S. Giovanni.

Dove c'è fatica, peccato, scoraggiamento, debolezza Gesù ci dà il Consolatore,

lo Spirito Santo: "egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io

vi ho detto". Lo Spirito Santo è la nostra forza, la nostra speranza, la nostra
pace, la nostra gioia.

E lo Spirito Santo ci aiuta ad affrontare la vita e i suoi problemi: la vita

personale, la vita di famiglia, la vita nella comunità cristiana. Ci è stato

raccontato nella prima lettura come la prima comunità cristiana deve affrontare

una grande prova. Quale prova? Alcuni volevano conservare tutte le usanze

giudaiche, compresa la circoncisione, anche dopo l'incontro con Cristo. A noi

può sembrare una questione banale, ma per quel momento fu una prova fortissima.

Gli apostoli prendono la decisione, riniti a Gerusalemme, con Pietro e dicono:

"No, Cristo è la novità, è Lui la speranza, è Lui la strada, l'unica strada che

salva l'uomo". Una decisione coraggiosissima, che tagliava nettamente con

un'epoca e dava inizio alla fede vera nella salvezza di Cristo. Che cosa ci

insegna questa pagina degli Atti? Anche oggi, nella religione, c'è il rischio di

attaccarsi alle cose marginali, esteriori... dimenticando l'essenziale. Ad es. non

è sufficiente andare a Messa, confessarsi, fare la comunione... la Messa, la

confessione, la comunione ci devono aiutare a cambiare e rinnovare la vita, a

crescere nella carità, a offrire la possibilità di essere fratelli veri nelle

situazioni della vita. L'incontro con Dio non si ferma al rito, alle cose
esteriori, ma ci cambia e ci rinnova nel cuore.

 

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