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TESTO Commento su Colossesi 1,15-20

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XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (14/07/2013)

Brano biblico: Col 1,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,25-37

In quel tempo, 25un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». 27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». 28Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

29Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». 30Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. 32Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. 33Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. 34Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. 35Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». 37Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Collocazione del brano
Per quattro domeniche del tempo ordinario la Chiesa ci propone la lettera di Paolo apostolo ai Colossesi, un testo abbastanza breve (solo quattro capitoli), ma molto denso dal punto di vista della riflessione sulla persona di Gesù Cristo. Colossi era una piccola cittadina che si trovava nella regione della Caria nella zona sud-ovest dell'attuale Turchia. Paolo non l'aveva evangelizzata direttamente ma tramite il suo collaboratore Epafra, che era originario proprio di Colosse (cf. Col 1,7; 4,12-13) e che con tutta probabilità aveva annunciato il Vangelo anche nelle città vicine: Laodicea e Gerapoli. La comunità di Colosse era bene organizzata e celebrava regolarmente le riunioni liturgiche in casa di Ninfa e di Filemone. Però c'era un pericolo: alcuni "falsi maestri" andavano predicando la necessità di tornare ad alcune pratiche legate ai riti pagani: ricorrenze settianali, noviluni, culto degli angeli, tutte cose che stridevano con l'unicità di Dio e con la salvezza che viene dalla croce di Cristo. Paolo dunque nella sua lettera mette in guardia i Colossesi dal tornare a queste usanze e riafferma in modo deciso la centralità di Gesù Cristo all'interno della creazione: è in lui che si trova ogni pienezza, lui che ha reso possibile la riconciliazione di tutte le cose con Dio.
Lectio
Dopo il saluto e alcune parole di ringraziamento al Signore per la fede della comunità di Colosse, la lettera continua con l'inno Cristologico che la liturgia ci propone in questa domenica. Si può suddividere in due parti che hanno una struttura abbastanza speculare: nella prima parte Cristo è affermato come il centro della creazione; nella seconda è il centro e il principio della riconciliazione.
15 Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione,
Gesù presenta due attributi molto interessanti. Prima di tutto egli è immagine, eikon, del Dio invisibile.
Nell'AT l'immagine appare sin dalle prime pagine: l'uomo è creato a immagine di Dio (Gn 1,26-27). Nei libri sapienziali, la Sapienza stessa è immagine di Dio (Sap 7,26). Anche nell'ambiente greco si concepisce il mondo come immagine di Dio, ma la riflessione dei primi cristiani sembra fissarsi soprattutto su Gesù come manifestazione/incarnazione della Sapienza di Dio, che rivela la grandezza del Padre e mediatrice nei confronti della creazione.
Gesù è anche il primogenito. Anche questo termine riveste grande importanza nella cultura biblica. Il primogenito è colui che ha la preminenza sui fratelli e una dignità unica nei confronti del padre. Cristo in quanto primogenito dunque non è solo mediatore nella creazione, ma in lui, in quanto primogenito, si manifesta il volto nascosto e inaccessibile di Dio.
16 perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
In questo versetto si ribadisce la centralità di Cristo rispetto alla creazione. Cristo svolge il ruolo di fonte, di fondamento -consistenza e meta finale. Egli esercita la sua signoria nei cieli e sulla terra, sulle cose visibili e quelle invisibili. I Troni, le Dominazioni ecc. erano le varie gerarchie di angeli che erano ritenuti partecipi del governo dell'universo fisico e del mondo religioso precristiano e ritenuti specialmente custodi della legge di Mosè e del suo sistema (cf. Gal 3,19 e Col 2,15 ). Anche gli angeli sono stati dunque creati in Cristo e quindi non possono godere di un'adorazione indipendente da lui.
17Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono.
L'essere prima è inteso in senso di anteriorità ma anche di supremazia. La sussistenza di tutte le cose in un principio è un'affermazione cara allo stoicismo, che vedeva appunto l'universo come un insieme divino e coerente. I libri sapienziali avevano applicato questo principio stoico al monoteismo biblico.
18 Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
La Chiesa intesa come corpo è un tema caro a Paolo. In Rm 12 e 1Cor 12 il corpo è la comunità dei fedeli.
In Colossesi ed Efesini il Cristo è la testa di questo corpo, lo governa e gli dà la vita. Parlando della Chiesa l'autore sposta l'accento dalla dimensione cosmica a quella storica: Cristo si trova concretamente in una comunità di uomini e di donne, che vive riconoscendo la sua supremazia.
Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
Mentre la prima parte dell'inno sottolineava la supremazia di Gesù sulla creazione, la seconda parte parla della riconciliazione e della pacificazione universale. Il Cristo è il principio, questo è un tema molto caro ai greci e si ritrova nei testi biblici riguardanti la Sapienza. Segue un termine vicino all'AT, di nuovo il primogenito. Egli così diventa il capostipite di una nuova umanità, quella che ha vinto la morte. In base a questo si ribadisce nuovamente il primato di Cristo su tutte le cose.
19 È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza
Grazie alla sua partecipazione in prima persona alla riconciliazione di tutti gli esseri creati, Gesù Cristo riceve in se stesso ogni pienezza, cioè la pienezza di tutta la divinità, tutto quello che Dio ci vuole comunicare di se stesso in Cristo, per introdurci e perfezionarci in lui. L'idea della dimora di Dio percorre tutto il testo biblico.
20 e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.
E' Dio che ha riconciliato in Cristo e in vista di Cristo tutte le cose. E' una pacificazione totale, che coinvolge il cielo e la terra. E' una pacificazione/riconciliazione che ha avuto un preciso momento: la morte in croce di Cristo. E' questo il punto focale. Se si può negare la partecipazione di Cristo alla creazione, non si può certo evitare il fatto storico della croce e risurrezione di Cristo, che ha permesso una totale riconciliazione di tutte le cose create.
Meditiamo
- Cosa significa per me che Cristo è il centro della creazione e che tutte le cose sono state fatte per lui e in vista di lui?
- Cosa significa la pienezza di Cristo nella mia vita?

- Mi sento riconciliato a Dio dalla croce di Cristo?

 

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