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don Cristiano Mauri  

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IV domenica dopo Pentecoste (Anno C) (16/06/2013)

Vangelo: Mt 5,21-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,21-24

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

Mi piace l'abitudine di Gesù a radicalizzare le questioni e le esigenze evangeliche. Ti colpiscono? Porgi l'altra guancia. Perdonare fino a sette volte? No, settanta volte sette. Ti costringono a condividere un miglio di strada? Tu fanne due. Ti tolgono il mantello? Tu dona la tunica. Chi è il tuo prossimo? Sii tu prossimo di ogni uomo.

Aveva davvero il gusto del portare all'estremo il contenuto dei Suoi insegnamenti e le conseguenze del mettersi alla Sua sequela. Un fare da integralista che colpiva soprattutto chi aveva la preoccupazione di definire con assoluta precisione i confini dell'agire, tanto in senso negativo quanto in quello positivo. Quelli che amavano le sottigliezze e i distinguo fino a fare della vita una raccolta di piccinerie dal chiaro sapore autogiustificatorio.
L'estremismo di Gesù li spiazzava e li spazzava via.

Non al modo di un sistema etico dalle pretese esagerate e fuori portata ma come un incontenibile tensione ad andare al cuore delle cose, almeno quanto delle persone. Come la ricerca dell'essenza profonda di ogni realtà appartenente alla dimensione dell'umano, quasi a volerne ottenere un distillato puro e limpido e goderne l'autentica sostanza e consistenza.

Mi affascina il radicalismo di Gesù perché non vi colgo affatto una vetta etica da intendere, ma la manifestazione del Suo desiderio di raggiungere l'autenticità profonda dell'esistere. Lo stesso mio e di ogni uomo. Non c'è in gioco in Lui una banale corsa al perfezionamento individuale ma l'incamminarsi senza sosta sulla via che conduce al senso profondo e vero delle cose. Il Suo spingere in profondità e in radice le questioni nella direzione del Bene è l'annuncio di come l'esperienza della fede sia un cammino attraverso cui "raffinare" l'esistenza nei suoi vari aspetti. "Non uccidere" dice il comando? E tu non accontentarti di un amore così grezzo: raffinalo, raffìnati e rigetta ogni forma di possibile danneggiamento all'altro. Letto in questi termini, non si tratta più di una proposta di rigore morale volto a stornare la collera divina o a raggiungere un'impeccabilità indispensabile all'ingresso nel Regno; piuttosto è la più chiara manifestazione del desiderio di Dio di nutrirci col distillato limpido dell'esistenza e delle sue componenti.

E' in questo cercare l'essenza e la radice che si incontra Colui che è Essenza e Radice di ogni cosa. Questo sporgersi sempre un po' oltre ai limiti del fare e poter fare il Bene è il modo in cui ci si affaccia verso Colui che pone in essere il Bene. Così per ciò che è bello e ciò che è vero. L'estremismo di Gesù spinge gli uomini ad avere questo coraggio nel continuo sporgersi oltre ciò su cui, complici il timore, la comodità o la mediocrità, volentieri si attesterebbero. L'annuncio evangelico è la provocazione rivolta a ognuno a non contenersi in alcun modo nella propria capacità libera e reale di agire per il meglio, facendolo in modo "smodato e sconsiderato". L'annuncio di Gesù è, anche per questo, una liberazione, un invito a correre a briglia sciolta mollando gli ormeggi e scalzando le remore. Il radicalismo di Gesù rifà libero l'uomo fatto per la libertà, verso il bene, il bello e il vero.

Chi pone limiti archiviando l'estremismo di Gesù come abuso di iperbole, disinnesca il Vangelo. E preclude a se stesso l'incontro con Dio. Perché a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere.

 

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