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TESTO Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio

Riccardo Ripoli  

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Martedì della IX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (04/06/2013)

Vangelo: Mc 12,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Ho visto bambini e ragazzi sgobbare sui libri e non riuscire ad arrivare alla sufficienza, ma essersi impegnati fino allo spasimo. Ho visto altri non studiare ed andare avanti perché il padre è un politico o qualcuno che possa fare un qualche favore. Ho visto gente capace e coscienziosa non essere assunta per inserire in azienda qualche raccomandato. Ho visto associazioni crescere perché sostenute da politici o alti prelati, mentre altre arrancano per aver esercitato il diritto di rimanere indipendenti. Ho visto bambini affidati alle cure di una famiglia scelti dall'esercito dei diseredati solo perché piccoli e teneri, mentre altri già grandi e con il viso burbero scartati quasi con disprezzo come avessero appeso sulla schiena il cartello della propria condanna a vita.
La meritocrazia, almeno qui da noi, è una pia illusione.

Ogni giorno lottiamo per emergere, per farci notare, per conquistare l'amore di un padre o di una madre, le grazie del direttore, l'ascolto dei politici, l'aiuto economico degli sponsor, ma sembra che quello che facciamo sia sempre sbagliato o non sia mai abbastanza, per poi vedere altri che dopo aver oziato una vita al sole un giorno si svegliano e uscendo di casa incontrano chi li nota per il cognome che portano, per il bell'aspetto o il portamento e gli regalano uno stipendio, l'amore, la direzione di un ente, una poltrona politica.

Così assistiamo a onorevoli, senatori, consiglieri che hanno un passato di porno star, terrorismo, furto e truffa. Come mai costoro hanno poltrone precluse a chi è da sempre onesto? Per la notorietà, non certo per i meriti.

La vita non è fatta di schemi e non ci sarebbe giustizia se chi si è comportato male non avesse l'opportunità di riscattarsi, ma sembra che nel nostro paese questa giusta eccezione sia diventata un'ingiusta regola e paradossalmente l'Italia che lavora, si preoccupa del prossimo, costruisce il proprio avvenire con il sudore passo dopo passo vede andare avanti di gran carriera chi non sappia nemmeno cosa significhi faticare, un valore, l'altruismo. Solo chi ha toccato con mano la realtà può cambiare le cose, solo chi si è sporcato le mani di polvere può ripulire le nostre città, non certo chi in quella polvere ha trovato il suo alimento e non ha interesse a spazzarla via.

Nel Vangelo Gesù ci ricorda "a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio", a ognuno il suo secondo i suoi meriti.

 

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