TESTO La voce che davvero conta

Ci sono situazioni nella vita che fanno male anche soltanto a parlarne, figurarsi a viverle da vicino. Eppure proprio in queste situazioni ci accade di avere delle inaspettate sorprese.

È il caso di Andrea, un bambino di pochi mesi, che è nato con una grave malformazione dell'apparato digerente, e non può succhiare il latte come fanno tutti i bambini. Andrea dovrà subire alcuni interventi per risolvere il problema, e passeranno dei mesi... Intanto si trova in una culla termica dell'ospedale, attaccato ad una intricata rete di tubetti, che gli rendono la vita possibile ma anche estremamente difficile.

C'è però una cosa che gli dà sicurezza, in mezzo a tanta fatica: ed è la voce della mamma, quella voce calda ed affettuosa che non lo abbandona mai. Andrea è piccolo, ma già riconosce la voce della mamma, e si sente rassicurato da essa. Le altre voci che si affollano attorno a lui lo spaventano, e lo rendono inquieto: solo la voce della mamma gli dà tranquillità e pace.

Ecco, l'immagine di Andrea mi è tornata spontanea alla memoria mentre leggevo le parole di Gesù che il Vangelo di domenica (Gv 10,27-30) ci propone. «Le mie pecore ascoltano la mia voce – dice il buon pastore Gesù – e io le conosco ed esse mi seguono». Ho pensato appunto ad Andrea perché la voce rassicurante del buon pastore che chiama le pecore assomiglia molto alla voce rassicurante della mamma che accudisce Andrea. «Io do loro la vita eterna – dice ancora il buon pastore – e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano». Anche qui la similitudine continua: perché pure la voce della mamma protegge Andrea, e gli dà quella vita piena che altrimenti sembrerebbe compromessa.

Dunque, fanno davvero pensare queste parole di Gesù, così vicine alla storia di Andrea ma anche così vicine alla storia di tutti noi. Accade infatti a tutti di ritrovarsi nella situazione difficile di Andrea, quando la vita appare certo possibile ma anche tanto difficile. E tutti, in questi casi, sentiamo il bisogno di una voce calda ed affettuosa che ci rassicuri. Forse noi non lo vogliamo ammettere, perché ci hanno insegnato ad essere autonomi, a cavarcela da soli, a non fare le pecore appunto: eppure abbiamo bisogno di una voce famigliare che ci sostenga e ci incoraggi. Altrimenti con facilità ci chiudiamo in noi stessi, e come Andrea ci ritroviamo spaventati ed inquieti davanti alle troppe voci estranee che si affollano attorno ai nostri giorni.

Così accadde già in quel tempo ai discepoli di Gesù, che dopo la sua morte si erano chiusi in casa con il solo intento di difendersi da ogni estraneo. Ma in quel tempo, il buon pastore Gesù li raggiunse, ed essi riconobbero la sua voce, e lo seguirono con franchezza per i cammini difficili di questo mondo.

Allo stesso modo oggi può succedere a noi, come di fatto succede già per il piccolo Andrea. Tra qualche mese, dopo i necessari interventi, egli potrà guarire dalla sua malattia. Eppure anche adesso – mentre la vita gli appare ancora troppo difficile – pure in mezzo a quella intricata rete di tubetti Andrea si sente al sicuro grazie alla voce della mamma. E così la sua storia ci insegna che possiamo vivere in pienezza sempre, in qualsiasi situazione, se soltanto ci lasciamo guidare dalle voci che davvero contano.