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TESTO Signore, chi è che ti tradisce?

Riccardo Ripoli  

Pentecoste - Messa della Vigilia (18/05/2013)

Vangelo: Gv 7,37-39 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 7,37-39

37Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva 38chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». 39Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato.

Quando si parla di tradimento la prima cosa che ci viene alla mente sono le questioni di sesso, tradire moglie o marito, fidanzato o fidanzata, avere l'amante. Ma il tradimento è ben altro, è fuggire da una persona con il cuore pur restando sotto lo stesso tetto, è amare nel silenzio qualcuno che non sia chi abbiamo sposato, è andare contro un principio che sentiamo nostro solo per opportunismo o egoismo. Tradire è credere in Dio e bestemmiare o inseguire il denaro, il potere, il sesso senza limiti per un proprio tornaconto. Tradire è essere eletto ad una carica e non fare il bene della comunità ma il proprio o quello di una cerchia ristretta di persone. Tradire è non investire nell'affido da parte dei servizi sociali. Tradire è questo e molto, molto di più.

Ogni tradimento comporta dolore in chi lo subisce nell'immediato, ma anche la persona che si allontana, prima o poi, capirà che il suo gesto, il suo andare via, il suo rinnegare valori, principi ed amore che ci sono stati dati, e quando ciò accadrà sarà come una montagna che ci frana addosso, sarà come svegliarsi da un sogno, da una vita idealizzata e capire che forse forse non era tutto così brutto come lo pensavamo.

Tanti i ragazzi che in un modo o in un altro, come è nello spirito dell'affido, se ne sono andati per la loro strada, qualcuno con un abbraccio, altri sbattendo la porta, i più ricercando qualcosa che desse loro maggiore soddisfazione, più libertà, la maggior parte dei quali idealizzando la famiglia di origine, vedendola come la soluzione ai loro problemi: niente più regole, studiare basta grazie, lavorare ancora meno. Ma il mondo sappiamo bene cosa ci richiede e prima o poi saremo messi davanti alle nostre responsabilità.

Molti i ragazzi, molte le "fughe" verso un mondo migliore, ma anche tante le lacrime che in seguito abbiamo dovuto asciugare di chi ha sposato la persona sbagliata e sono state botte e denunce e figli portati via, di chi ha rinunciato a studiare e oggi non trova lavoro facendo la fame, di chi ha lasciato una sicurezza per ritrovarsi in mezzo ad una strada.

A. aveva 17 anni, un padre spacciatore e contrabbandiere di armi, una persona che aveva perso la potestà genitoriale (cosa rara nell'affido) e l'obbligo di non avere contatti con il figlio. La sorella di A, più grande di lui, una volta uscita dalla comunità dove era, contattò il padre che, tramite lei e di nascosto, si mise in contatto con A.

Gli promise una bella vita fatta di ferrari, alberghi di lusso, soldi a palate e lui ci credette, tanto che al compimento del diciottesimo anno di età se ne andò via con lui rinnegando tutto, andando anche contro il parere di tribunale e servizi sociali. Un mese dopo l'idillio finì e si ritrovò per la stradaa vivere in una baracca nell'interland milanese. A volte il tradimento di valori e principi ha un costo molto alto nella vita.

 

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