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TESTO La domanda più difficile: "Mi ami tu?"

mons. Antonio Riboldi

III Domenica di Pasqua (Anno C) (25/04/2004)

Vangelo: Gv 21,1-19(forma breve Gv 21,1-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,1-19

1Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Se c'è davvero un dono, che tanti di voi che mi seguite nelle riflessioni della domenica, mi fate, è quello di scrivermi, il più delle volte dandomi la possibilità di entrare nel profondo della vostra anima, dove si incontrano difficoltà, incertezze, voglia, di vivere, speranze. Per me è un segno di grande amicizia questo aprire le porte del cuore per essere aiutati a vedere, leggere, dare una risposta o per condividere gioie immense. E' prezioso dono di amicizia.

Non credo di avere la verità per tutto: solo Dio sa essere la Verità per ciascuno di noi e la manifesta proprio facendosi largo tra le nebbie inevitabili delle anime: nebbie che sono le prove della vita.

Grazie di cuore per tutto questo. Siete veri amici. La parola di Dio oggi pone a tutti noi una domanda, che è la domanda di fondo nei rapporti con Dio e anche tra di noi: "Mi ami tu?" E la risposta di Pietro è: "Tu lo sai che ti amo" nonostante la sua incredibile apostasia, che non era un rinnegare Cristo, gli amici veri non si rinnegano mai - ma era il frutto di una grande paura, che avrebbe preso anche noi di fronte alla follia dell'odio, che si era scatenata su Gesù e poteva allargarsi a quanti Lo avevano seguito. L'amore, quello, era rimasto intatto, tanto che quando al canto del gallo, Gesù, passandogli accanto, oramai prigioniero dei suoi crocifissori, lo guardò, Pietro si ricordò delle parole del Maestro, che aveva predetto il suo atteggiamento di paura, e pianse amaramente, un pianto che credo lo avrà accompagnato sempre, e che confermò la verità del cuore di quelle meravigliose parole: "Signore, tu sai tutto, tu sai che io ti voglio bene". Un meraviglioso duetto, che credo forse è il "duetto" nostro quando anche noi, come Pietro, voltiamo le spalle a Gesù per debolezza o altro, ma poi incontrandoLo ripetiamo le parole di Pietro. Gesù, subito dopo la sua resurrezione, era apparso, se ricordate, agli apostoli riuniti e li salutò con le dolci parole: "Pace a voi!" e mostrò le sue piaghe. Quella incredibile apparizione di Gesù, che credevano oramai scomparso dalla loro vita, lasciandola priva di senso, fu come risvegliare la speranza e la fiducia. Ma ora che fare? E così nasce l'invito di Pietro a tornare in Galilea alla normalità, che avevano abbandonato, dopo avere accettato l'invito di Gesù a seguirLo, ossia alla pesca, che risultò infruttuosa.

E lì lì attendeva di nuovo Gesù, che si fece trovare sulla riva del lago e chiese loro da mangiare. "Non abbiamo nulla da offrirti" risposero. E Gesù li invitò ancora una volta a tornare alla pesca. "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete" E così fu una pesca tanto abbondante che non riuscivano a tirare a riva la stessa barca.

E' Giovanni, il discepolo tanto amato che svela: "E il maestro", cui risponde subito la generosità di Pietro che si getta in mare per andarGli incontro.

E qui, come se Gesù volesse ricordare a loro ed a noi il grande mistero della Eucarestia, segno della sua presenza sempre vicina, anche se a volte non riusciamo a scoprirla: Gesù si avvicinò prese il pane e lo diede a loro e così il pesce".

Ma leggiamo insieme lo stupendo racconto del dialogo tra Gesù e Pietro; un gioiello che, sia pure in diversa maniera, avviene per ciascuno di noi, soprattutto quando siamo nel dubbio o nel dolore, con Gesù.

Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?" Gli rispose: "Certo, Signore, tu sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei agnelli". Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi ami? Gli rispose: "Certo Signore, tu lo sai che io ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le mie pecorelle". Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi ami?" Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: "Mi ami?" E gli disse: "Signore tu sai tutto; tu sai che io ti amo". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie pecorelle" (Gv.21,1-19)

E verrà il giorno in cui Pietro, dopo la Pentecoste darà prova di questo amore che non ha più paura di dare la vita, come Gesù. Interrogato e minacciato dal sommo pontefice perché predicava Gesù risorto, rispose con la fermezza del martire: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.

Il Dio dei vostro padri ha resuscitato Gesù che voi avevate ucciso appendendolo alla croce. Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati. E di questo noi siamo testimoni, noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui. Allora li fecero fustigare e ordinarono loro di non continuare a parlare nel nome di Gesù; quindi li rimisero in libertà. Ma essi se ne andarono dal sinedrio lieti di essere oltraggiati per.amore del nome di Gesù (Atti: 6,27-32)

Quel "ti voglio bene" qui dà la prova di un coraggio che oramai ha messo alle spalle la paura, libero; di pagare con il disprezzo e le torture perché l'amore non ha paura, anzi è lieto di soffrire.

Dovrebbe essere questa la grande lezione per tutti noi che diciamo di voler bene a Gesù. Ma è così? Come spieghiamo le tante nostre fughe, lasciando lo spazio alla nostra debolezza o a scelte che sono esattamente rinnegare l'amore? C'è sempre un momento in cui anche a noi Gesù rivolge la domanda: "Mi ami tu?" E lo fa in mille modi, in circostanze le più incredibili, come a creare un legame indissolubile - meraviglioso legame - che nulla dovrà più sciogliere. Quante volte, nel nostro intimo, abbiamo sentito quella voce, incurante delle nostre debolezze, come fece con Pietro, dirci insistentemente: "Mi vuoi bene?" Forse a volte abbiamo scelto di non sentire la domanda, per non correre i rischi di un amore che si prende tutto, ma ti fa poi felice, come Pietro.

Ero tranquillo quel giorno nella mia baracca, dopo 20 anni di parroco a S. Ninfa nel Belice. Era una giornata come le altre, quando venni chiamato con urgenza dal mio Vescovo. Quella chiamata mi turbò subito perché non riuscivo a capire cosa volesse ora Dio da me. Quando fui dal Vescovo, mi porse una lettera robusta che giungeva, ben sigillata dalla Santa Sede. Mi invitò a pregare lo Spirito Santo e quei minuti di preghiera furono pieni di timore, non sapendo a cosa andavo incontro. Aprendo la lettera lessi: "Sua Santità Paolo Sesto designa il Rev.do Antonio Riboldi, dell'Istituto della carità, alla Chiesa Cattedrale di Acerra. Tanto per sua norma e conoscenza". F.to Paolo VI. Non nascosi la mia confusione. Mi sentivo Pietro che scendeva dalla barca a reti vuote ed invitato a gettarle oltre. Si affacciava la mia debolezza, la mia povertà che erano una tentazione a dire "no". Ricordo che in risposta alla mia confusione, mi venne in mente proprio questo brano del Vangelo: "Antonio mi ami tu?" E io non potevo che risponderGli: "Tu sai che ti amo". E Gesù: "Pasci le mie pecorelle". Ma come era duro dire: "tu sai che ti amo...ma più difficile accettare: "Pasci le mie pecorelle". Rimasi per un mese chiuso nel segreto, affidando tutto a quelle parole: "Tu sai che io ti voglio bene, solo questo ti so dire...il resto sia come vuoi tu".

E trovai la mia serenità, nel rispondere "sì" a Paolo VI, anche se sapevo della durezza della missione affidatami.

Come Pietro ho provato la gioia di essere Cristo tra la gente, ieri, oggi. Perché allora anche voi non vi lasciate prendere dalla stessa gioia? E cosa c'è di più bello al mondo che dire a Dio stesso che ci chiede: "Mi ami tu?" "Tu Signore sai tutto, tu sai che ti voglio bene". Che Gesù Risorto ci aiuti in questa generosità di cuore...nonostante la nostra debolezza.

 

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