TESTO Commento su Giovanni 3,13-17
Paolo Curtaz Ti racconto la Parola
Esaltazione della Santa Croce (14/09/2012)
Vangelo: Gv 3,13-17

«13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Un evento storico sta all'origine della festa dell'Esaltazione delle croce: la regina Elena, madre dell'imperatore Costantino, cristiana, approfittò della sua posizione per organizzare un imponente pellegrinaggio in Terrasanta con la benedizione (e moltissimi denari) del figlio. La sua devozione la spinse a visitare tutti i luoghi in cui si era conservata la memoria della presenza del Signore e ad ordinare la costruzione di imponenti basiliche. Sopra il luogo della crocifissione sorgeva un tempio pagano che la regina non esitò a far demolire per ritrovare la collina del Golgota e le tombe adiacenti. Secondo una pia tradizione, in una delle cisterne contigue agli scavi vennero trovate delle croci fra cui quella di Gesù che venne portata trionfalmente a Costantinopoli, un 14 settembre. Quello che resta di questa tradizione è il significato profondo dell'evento: la croce che celebriamo è quella gloriosa, non lo strumento di tortura ma la manifestazione della misura dell'amore divino. Non esaltiamo la sofferenza, che Dio non ama e non gradisce, ma la testimonianza dell'amore di Dio che Gesù ha manifestato morendo in croce.