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TESTO Commento su Luca 18,9-14

Paolo Curtaz  

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Sabato della III settimana di Quaresima (17/03/2012)

Vangelo: Lc 18,9-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 18,9-14

9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

La feroce parabola del Signore ci invita a non vedere la nostra fede come un gioiello da mostrare a Dio, come un'ulteriore occasione per sfoggiare le nostre capacità spirituali. Il fariseo che si compiace della propria devozione, in fondo, dice il vero: sta veramente mettendocela tutta per vivere e osservare le tante regole che i rabbini imponevano al pio israelita. In cosa sbaglia, allora? È consapevole della propria superiorità e si confronta col povero pubblicano, oggettivamente peccatore, che non osa nemmeno alzare lo sguardo. Non è con quelli più lontani da noi che dobbiamo confrontarci, ma con chi ancora potremmo diventare, col progetto di santità che Dio ha su di noi! Siamo sempre pronti a vedere le nostre piccole qualità e a sottolineare i nostri piccoli meriti, se confrontati con le fragilità altrui. Il Signore, invece, ci invita a guardare sempre e solo al nostro percorso, guardando alla meta, non ai fratelli. E Gesù conclude, amareggiato, che il fariseo esce dal tempio senza avere incontrato Dio, perché il suo cuore è ricolmo di sé. Il pubblicano, invece, ha preso consapevolezza del proprio vuoto. Ora è pronto per essere colmato.

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