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TESTO Commento su Marco 10,46-52

Paolo Curtaz  

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XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (28/10/2012)

Vangelo: Mc 10,46-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,46-52

46E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». 48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Il cristiano è un cieco e un mendicante, come tutti. Come tutti sta ai bordi della strada della vita, tende disperatamente le mani per avere di che vivere: attenzione, affetto, approvazione. Spesso, però, il mondo lo invita a tacere, a non disturbare, a lasciar perdere, a rassegnarsi.
Siamo mendicanti, e il mondo ci dice che siamo degli illusi. Anche Dio - ci dicono - in fondo è infastidito dai nostri lamenti. Se insistiamo, se urliamo più forte, ad un certo punto sentiamo che Gesù, il Nazareno, il Figlio di Davide, ci chiama e ci incoraggia. Qualcuno, un discepolo, un amico, un evento, ci ripete: "Coraggio! Alzati, ti chiama". Ci fidiamo (i fratelli che ci invitano ad avere coraggio lo fanno con amore e disinteresse!), ci alziamo dalle nostre paralisi, abbandoniamo le nostre incommensurabili paure, gettiamo il mantello della lamentela e siamo raggiunti dal Signore. Il Signore, oggi e sempre, ci chiede cosa vogliamo da lui. Potremmo chiedere mille cose: fortuna, denaro, affetto, carriera. Chiediamone una sola: la luce. Luce: che importa avere fortuna se non sappiamo riconoscere chi ce l'ha donata? Luce: quanto denaro serve per colmare il cuore incolmabile di desiderio? Luce: quante volte l'affetto diventa oppressione e dolore? Luce: che ci importa di diventare qualcuno se restiamo tenebra? E accade: il Signore ci ridà luce agli occhi e al cuore. Ora, illuminati come Bartimeo, possiamo diventare discepoli.

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