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TESTO Commento su Giovanni 20,19-31

Paolo Curtaz  

II Domenica di Pasqua (Anno B) (15/04/2012)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

È possibile abbandonare i sepolcri? Riuscire, in qualche modo, a dare corpo alla speranza dell'annuncio di Gesù risorto? Sembra una storia a lieto fine: il crocefisso è risorto, il dolore è superato, lui non è più prigioniero della morte. Ma...
Ci sono molte sorelle, molti fratelli, che hanno saputo dell'evento della resurrezione, che hanno udito l'annuncio, che sono stati raggiunti dalla grande novità. Ma che sono ancora nel dolore: la resurrezione, se c'è stata, non li ha raggiunti. Gesù è risorto, certo. Buon per lui. Non ditelo a Tommaso. La sera di Pasqua il maestro ha raggiunto i discepoli. Storditi, attoniti, lo hanno accolto, senza capire, ancora e ancora, cosa sia veramente successo. Ma è vivo, questo solo conta. Le donne avevano ragione. Sono pieni di gioia, i pavidi apostoli, la speranza si è riaccesa, come un turbine, come un'onda che sale lentamente. È vivo, questo è certo. Lo hanno visto, lo hanno riconosciuto. Tommaso è assente. Quando torna, i suoi amici gli danno la notizia, confusi e stupiti. È gelida la risposta di Tommaso. No, non crede. Non crede a loro. Loro che dicono che Gesù è risorto, dopo essere fuggiti come conigli, senza pudore. Non crede, Tommaso, alla Chiesa fatta da insopportabili uomini fragili che, spesso, nemmeno sanno riconoscere la propria fragilità. Non crede ma resta, e fa bene. Non fugge la compagnia della Chiesa, non si sente migliore. Rassegnato, masticato dal dolore, segnato dal sogno infranto, ancora resta. Tenace. Torna Gesù, apposta per lui.

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