PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Io ho bisogno di te e tu hai bisogno di me

Marco Pedron  

Ascensione del Signore (Anno C) (12/05/2013)

Vangelo: Lc 24,46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Oggi la chiesa celebra la festa dell'Ascensione. La liturgia celebra tre feste: Pasqua (la resurrezione), quaranta giorni dopo Pasqua l'ascensione, cinquanta giorni dopo la Pentecoste (domenica prossima). Ma fino al V secolo vi era un'unica festa.

In realtà sono tre momenti di un'unica realtà e di un unico evento. Rispondono a tre domande diverse:

Gesù è morto? Sì, ma è anche risorto (Pasqua). Gesù non è rimasto nella morte.

E dov'è Gesù adesso? Gesù è in cielo, è salito al cielo (Ascensione).

Ma noi siamo senza Gesù? No, Lui c'è, solo che è presente in un altro modo: lo Spirito Santo (Pentecoste).

L'Ascensione è un evento storico?

Nel N.T. solo Mc e Lc raccontano l'Ascensione. Sappiamo però che Mc (16,9-20) dipende da Lc. Lc la racconta invece due volte: sia nel Vangelo (24,50-52) sia negli Atti (At 1,8-11). Tra l'altro è molto interessante perché Lc, che ha scritto Vangelo e Atti, descrive l'ascensione in due modi molto diversi. E' strano, non vi pare, che la stessa persona descriva la stessa cosa in due modi così diversi!

Per tutti gli altri la resurrezione è istantaneamente anche un'ascensione al cielo (Mt 28,18-20; Gv 3,13; 16,28; Rom 1,3-4; 1 Pt 3,22).

Cioè: l'ascensione non è un avvenimento visibile ma invisibile.

Storicamente e teologicamente dire ascensione è nient'altro che dire: "Gesù è risorto e si trova in cielo (è salito al cielo)". Quando si parla di "cielo" non si intende in aria o in alto. Cielo vuol dire un'altra dimensione (quella celeste), rispetto a quella terrena. Nessuno ha mai visto né la resurrezione né l'ascensione: sono verità di fede, che vanno cioè aldilà della storia.

Ma perché Lc allora racconta l'ascensione al cielo del Risorto?

Lc tenta di dire qualcosa che non si può dire. Tenta di esprimere con un racconto e con delle immagini una verità di fede: "Cristo si trova in Dio; Cristo salì al cielo (1 Pt 3,22); Cristo fu esaltato nella gloria (1 Tim 3,16).

Per capire questo brano dobbiamo cercare di entrare nella mentalità e nella testa di Lc.

1. Gesù Vive. Il genere "ascensione" era un genere letterario comune, tipico, per descrivere la fine dei grandi uomini del tempo.

Tito Livio, ad esempio, racconta che Romolo, dopo aver organizzato un'assemblea popolare, scoppiata una forte tempesta, fu avvolto da una nube e che quando la nube sparì Romolo non c'era più perché fu assunto in cielo. Da quel giorno Romolo fu venerato come un nuovo Dio e come padre della città di Roma.

Ma i testi antichi raccontano anche altre ascensioni di altri grandi personaggi: Eracle, Empedocle, Alessandro Magno, Apollonio di Tiana. Lo stesso A.T. fa riferimento al rapimento di Elia (2 Re 2,1-18) e all'ascensione di Enoch (Gen 5,24).

Cosa si voleva dire con il genere letterario "ascensione", "rapimento al cielo": questo uomo è stato così grande che ciò che ha detto e ciò che ha fatto non passerà mai e lui sarà sempre ricordato. Come a dire: non morirà mai (salire al cielo è un modo per dire che uno non è morto), non perché non sia effettivamente morto, ma perché la sua fama è stata così grande che sarà sempre ricordata.

Gesù è stato "un grande", "il più grande": la sua fama non passa e non passerà mai. Lui sarà vivo per sempre.

2. Gesù è presente ancora ma diversamente.

Nella prima lettura di oggi (At 1,1-11) Lc racconta ancora l'ascensione e parla di una nube che lo sottrae agli occhi dei discepoli (At 1,9).

La nube nella Bibbia è il segno della presenza misteriosa di Dio. Quando Mosè sale sul monte Sinai la nube lo ricoprì per sei giorni (Es 24,15-16). E lo stesso quando l'arca dell'alleanza fu collocata nel tempio di Salomone (1 Re 8,10), la nube riempì il tempio.

La nube da una parte rivela (Dio è presente) ma dall'altra nasconde (la nuvola nasconde).

D'ora in poi Dio è presente nel mondo così: c'è ma non si vede; non si vede ma c'è. Finora gli apostoli lo avevano visto in carne ed ossa; adesso continua ad esserci ma in un'altra forma.
Ci avete mai pensato? La parola Ri-velazione cosa vuol dire?

Da una parte vuol dire vedere, essere illuminati, capire. Quando uno ti dice: "Ho avuto una rivelazione", dice che all'improvviso ha visto, capito, qualcosa che prima non vedeva, non capiva: quindi vedere. Ma ri-velare vuol dire anche mettere il velo (velare) di nuovo (ri-), cioè nascondere.

Per chi ha occhi Dio è visibile dovunque e in ogni luogo. Per chi non ha occhi Dio è assente dappertutto e in ogni posto.

Due carcerati dalle fessure della loro cella guardano il cielo stellato. Uno impreca perché si trova lì, l'altro ringrazia Dio perché può vedere ciò che vede.

Due uomini vanno in chiesa. Uno è irrequieto, non vede l'ora che il tempo passi e più velocemente possibile e come inizia il canto finale fugge via. L'altro si sente a casa sua, il suo cuore respira e la sua anima si eleva. Nella casa di Dio, uno vede l'altro no.

Due uomini fanno un incidente in auto. L'auto è distrutta ma loro sono illesi. Uno piange dalla rabbia per l'auto che ha distrutto, l'altro piange dalla commozione perché non si è fatto niente.

Due uomini sono in fila in banca, davanti di loro c'è un vecchietto. Uno pensa: "Togliti di mezzo, vecchio rimbambito, non vedi che ho fretta", l'altro invece: "Quante ne deve aver viste questo uomo qui!".

Dio c'è? Dipende da te. Dio c'è? No. Dio c'è? Sì. Entrambe le cose sono vere è che si pongono su livelli diversi.

Un giorno un amico telefonandomi mi dice: "Mi dispiace, ho sentito che tuo padre non c'è più!". "No, no, - gli ho detto - ti sbagli, c'è ancora è che è solo morto". Dentro di me c'è, lo sento, vivo e forte, anche se fisicamente so e vedo che non c'è più.
Perché le cose non si vedono non vuol dire che non esistono.

In questo mondo la presenza di Dio è nell'assenza, è misteriosa, è rivelata, è silenziosa, discreta.

Sapete come si chiude la Bibbia? Con l'invocazione: "Vieni, Signore Gesù!" (Ap 22,20). Dio è presente nel mondo, ma non del tutto, non è ancora del tutto rivelato, manifesto. C'è già, ma non ancora del tutto, per questo si prega: "Vieni, Signore Gesù!".

Nel Padre Nostro noi diciamo sempre (tra l'altro è la richiesta centrale): "Venga il tuo regno" (Mt 6,10). Cioè: non è ancora tutto manifestato il tuo regno, tu non ti sei ancora rivelato, mostrato del tutto.

Dio è misterioso perché, dal nostro punto di vista, è presente ma non lo abbiamo ancora capito del tutto, non lo abbiamo ancora compreso del tutto, non lo abbiamo scoperto del tutto. E dal suo, lui stesso non si è manifestato del tutto.

La chiesa conosce la parusia: non è una parolaccia, ma significa la piena manifestazione del Signore. Verrà un giorno in cui Dio sarà tutto in tutti in maniera evidente, in cui tutto sarà chiaro e splendente, in cui tutto brillerà della sua luce e lo vedremo per quello che egli è. Ma oggi non è così. Siamo nella fase delle nube.

Dio allora c'è oggi ma non è del tutto chiaro, visibile: un giorno lo sarà ma non oggi. Questo vuol dire:

A. Dio va ricercato. Lo trovi e te ne riempi ma è sempre oltre, più grande, più profondo, più in là. Per questo Dio è desiderio, anelito: lo vivi ma anche non lo afferri mai. I sacramenti, le preghiere, i riti, la chiesa stessa, sono i mezzi per arrivare a Lui: di là, non ci sarà più bisogno di tutto questo perché saremo in Lui.

C'è bisogno di distinguere i mezzi dal fine: il treno non è la destinazione. E il treno è un buon treno se ti porta là dove devi andare, altrimenti è un treno che non serve.

B. Non sappiamo tutto di Dio: siamo in cammino. Dio è in evoluzione, non perché Lui lo sia (in Dio non c'è neppure il tempo!), ma perché la nostra comprensione di Lui è in evoluzione, in cammino.

Allora non assolutizziamo troppo le nostre posizioni: quello che sappiamo oggi forse domani si rivelerà diverso o magari opposto. Non pretendiamo di aver già raggiunto la formulazione perfetta della fede. Siamo in cammino e Lui stesso non si è ancora rivelato del tutto.

Spesso le persone dicono: "Ma cosa ci hanno raccontato allora!". E' una frase che rivela l'idea che la verità sia un pacchetto acquisito una volta per tutte, ma non è così. Quello che ho fatto ieri mi ha portato qui oggi, anche se oggi non farei magari quello di ieri. Quindi ringrazio ieri perché mi ha permesso di essere qui oggi: ma oggi comprendo molto di più di ieri. Siamo nella strada di Dio, non ci siamo arrivati: non dobbiamo aver paura, non dobbiamo scandalizzarci, dobbiamo solamente aver coscienza che Dio è come l'oceano, più ti inoltri e più è grande e vasto. Per questo sarà sempre nuovo e diverso da tutti i nostri schemi, da tutte le nostre teologie e da tutte le nostre idee. Lui è Più Grande.

C. La verità non è solo ciò che è ma anche ciò che deve ancora essere.

Molte persone muoiono con un senso di fallimento. C'è chi muore senza aver la coscienza di aver costruito qualcosa; c'è chi muore consapevole di aver sprecato la propria vita; c'è chi muore con alle spalle fallimenti in amore, personali, con i figli; c'è chi muore nella disperazione; c'è chi muore con il cuore pieno di rabbia, odio, dolore e risentimento.

Sarebbe inoltre troppo ingenuo pensare che con la morte tutti divengano "santi". Molte persone proprio perché sentono che non hanno compiuto la loro strada, che hanno vissuto lontano dal proprio cuore o fuori di sé se ne vanno con l'amarezza, l'incompiutezza e un senso di fallimento.
E' tutto qui? No, per fortuna.

Non sappiamo cosa vuol dire ma sappiamo che la morte non è la fine del nostro cammino e della nostra evoluzione. C'è un oltre, c'è un di più, c'è qualcos'altro. Non so cosa ma so che di certo c'è.

Sono andato a confessare un uomo a cui rimanevano pochi giorni di vita. Mi ha detto: "Padre, ho fallito tutto nella vita. Ho rovinato la mia vita e quella di molti altri". Cosa vuoi dirgli ad uno così? Vuoi dirgli che non è vero? Te l'ha detto lui che è così! E lui lo sa meglio di te. Allora gli ho detto: "E' vero, è stato così, ma la verità non è solo ciò che è stato ma anche ciò che sarà". Mi ha guardato e mi ha detto: "Mi sta dicendo che ho un'altra possibilità?". Gli ho detto. "Sì, certo!". Mi ha sorriso e se n'è andato con la pace nel cuore.

3. Gesù non c'è più ci siamo noi.

Nel vangelo di oggi Gesù fa delle cose che prima non aveva mai fatto.

1. Alza le mani (24,50): le alza verso l'alto per far vedere da dove viene la Forza (dall'alto, da Dio).

2. Benedice gli apostoli (24,50-51) - e il vangelo lo dice due volte. Benedire è passare, trasmettere un potere.

3. Gli apostoli lo adorano (24,52): riconoscono che il loro potere viene da Lui. La forza è in loro ma non viene da loro, non l'hanno creata loro. Partecipano dell'unica Forza della Vita che è il Risorto. In te c'è la Vita (e la Forza) ma tu non sei la Vita. Utilizzi la vita, sei nella vita ma non sei la Vita. Quindi utilizza e ringrazia per ciò che hai ma sii consapevole che non è tuo.

4. Gli apostoli poi tornano a Gerusalemme (24,52). Perché a Gerusalemme? Perché lì riceveranno lo Spirito (At 2,1-13). A Gerusalemme era finita l'avventura di Gesù e da Gerusalemme ripartirà e continuerà l'avventura dei nuovi Gesù.

E' evidentemente tutto questo un passaggio di poteri, un'investitura: io non ci sono più, adesso ci siete voi. Avete tutti i poteri e la forza per fare ciò che io ho fatto. Mc è sublime nel descrivere i poteri degli apostoli:

Parlare lingue nuove. Qual è la lingua che arriva ad ogni persona, ad ogni cuore? L'amore.

Prendere in mano i serpenti. C'è un problema (serpente)? Qualsiasi esso sia tu hai la forza di prenderlo in mano, di affrontarlo, di guardarlo. Non devi più scappare.

Bere il veleno. Ti giudicheranno? Ti faranno del male? Ci sarà da mandare giù delle "bastardate"? Ci saranno delle cattiverie da ingoiare? Nessuna paura, sei in grado di "berle" e di andare avanti lo stesso. Tutto questo non fermerà la tua strada e il tuo cammino.

Imporre la mano ai malati e guarirli. C'è un demonio? C'è una malattia? C'è un blocco? C'è una "cosa dura" dentro di te? Hai tutta la forza nelle tue mani per guarire, cambiare, trasformarti ed essere un uomo felice, sano, vero, forte e trasparente, senza maschere, senza falsità, senza difese, senza camaleontismi.

Tocca a te adesso.

Nella prima lettura un angelo dice agli apostoli: "Perché state a guardare il cielo?" (1,11). "Ma cosa aspetti? La manna dal cielo? Che un miracolo cada dall'alto? Una magia?". Tocca a te adesso. Lui non c'è più ci sei tu.

C'era un uomo che si lamentava tutte le sere con Dio: "Ma Signore perché non fai niente per i bimbi che muoiono di fame? E per le donne sfruttate dai mariti? E per gli animali torturati? E per le guerre? E per l'inquinamento? E per l'ingiustizia?"... così ogni sera. Una sera il Signore gli rispose: "Ho deciso di fare qualcosa! Domani sera te lo dirò!". La sera seguente l'uomo era pieno di emozione e aspettava con pazienza la preghiera serale per sapere la risposta del Signore. Si mise in preghiera: "Allora Signore, farai qualcosa per tutto questo?". "Sì", rispose Iddio. "E cosa hai fatto per tutto questo, Signore?". "Ho fatto te!".

E' famosa la preghiera di quell'anonimo fiammingo del XIV secolo: "Cristo non ha più le mani, ha soltanto le nostre mani per fare il suo lavoro oggi. Cristo non ha più piedi, ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri. Cristo non ha più voce, ha soltanto la nostra voce per raccontare di sé agli uomini di oggi. Cristo non ha più forze, ha soltanto il nostro aiuto per condurre gli uomini a sé. Noi siamo l'unica Bibbia che i popoli leggono ancora; siamo l'unico messaggio di Dio scritto in opere e parole".

Nel suo meraviglioso Diario 1941-1943 Etty Hillesum scrive: "Verrà un giorno Signore in cui non saremo noi a chiamare in causa te e a dirti: "Dove sei, Dio", ma sarai tu a chiamare in causa noi e a chiederci: "Tu uomo, dove sei stato?"".

Il vangelo ha un'ottica completamente diversa dalla nostra. Dio ci ha dato tutti i poteri e la forza che ci serve.

Noi preghiamo spesso così: "Signore, dammi questo... dammi quello... fa' che succeda questo... fa' che non accada quella cosa... fa' che lui diventi così... fa' che l'altro cambi... fammi passare questo...". A volte le nostre preghiere sembrano la lista della spesa o la vacca da latte da mungere: chiedi e ti viene concesso.

Ma quando andremo di là non saremo noi che diremo a Lui: "Beh, dov'eri qui?", e gli mostreremo tanti momenti difficili della nostra vita. E saremo anche arrabbiati perché Lui, che doveva intervenire, non l'ha fatto e ci ha lasciati là soli nel casino e nella tempesta. E ci lamenteremo pure con Lui perché altri li ha trattati meglio di noi: a noi ci ha dato tante sfortune mentre altri avevano tutte le fortune del mondo.

Ma sarà Lui che ci dirà: "Ti ho dato la forza, ti ho dato la luce, ti ho dato tutto ciò che ti serviva. Perché hai lasciato morire il tuo matrimonio? Ma cosa pensavi, che dovessi intervenire io? Ti lamentavi sempre che "ne avevi sempre una, che eri sempre ammalato, che tutte accadevano a te": ma ti avevo dato la luce per vedere i demoni che avevi dentro, perché non l'hai utilizzata? Perché ti sei sempre lamentato presso di me di essere triste? Non potevi fare qualcosa tu? Perché non hai fatto niente? Perché non hai preso i treni che io ti ho messo accanto e che ti son passati vicino? Ti lamentavi sempre che "non si può andare avanti così", che la gente è egoista, che tutti pensano a sé: e tu cos'hai fatto tu? Perché non hai fatto niente? Avevo messo in te la mia forza: perché non ti sei mosso?

Lui non c'è più, ci siamo noi. Se come cristiani preghiamo Dio perché cambi questo mondo allora forse non conosciamo bene Dio. Preghiamo Dio non perché Lui cambi il mondo, ma perché dia la forza a me di cambiarlo. Perché Lui vive in me: le sue mani sono le mie mani.

Non solo io ho bisogno di Lui ma anche Lui ha bisogno di me.

Io ho bisogno di Lui perché Lui mi dia la forza per andare avanti, ma Lui ha bisogno di me perché in questo mondo senza di me Lui non può far nulla.

Io alla domenica vengo in chiesa: lo ascolto, lo canto, lo vivo, lo prendo nelle mie mani e Lui viene nel mio cuore. Lui entra in me e diventa la mia forza per andare avanti.

Una donna, quarantaquattro anni, è incinta: dove trova la forza per accettare quel figlio non previsto?

Un uomo deve dire al suo capo che non può più accettare di lavorare dodici ore al giorno. Non c'è più vita, non c'è più famiglia, non c'è nient'altro se non che il lavoro. Solo che ha paura delle conseguenze. Dove trova la forza?

Un ragazzo sta facendo economia aziendale ma ha capito di aver sbagliato università: lui vuole fare psicologia. Dove trova la forza per dirlo ai suoi genitori?

Una donna, trentacinque anni, ha un tumore aggressivo al seno: già si vede la morte davanti. Dove trovare la forza per credere di poter guarire? Dove trovare la forza per lottare?

Un uomo è stato lasciato da sua moglie e dai suoi figli. Lui non comunicava e non c'era mai in casa. In effetti adesso si rende conto che hanno ragione e si sente un "verme". Dove trovare la forza per cambiare vita, per essere diverso, nuovo, un altro?

Una ragazza ha un buco d'amore enorme: ogni volta che incontra un uomo gli si appiccica addosso, gli si attacca, come se senza l'altro non potesse vivere. Sa cos'ha dentro, sa da dove deriva, sa che dovrebbe guardare in faccia questo passato doloroso ma dice: "Non ce la faccio!". Dove trovare la forza?

Un uomo ha un sogno: aprire una gelateria per produrre gelati veramente artigianali, con ingredienti naturali del tutto. Tutti lo scoraggiano: "Non è periodo questo, lascia stare". Dove trovare la forza per credere e inseguire il suo sogno?

Madre Teresa stava ore ed ore in adorazione davanti all'eucarestia. E quando le chiedevano: "Ma dove trova la forza, madre, per fare tutto questo?". Lei rispondeva: "Qui!".

Ogni volta che vengo a messa, ascolto il vangelo e prendo l'eucarestia io vengo a fare "il pieno di Lui", perché Lui sia la mia Forza e mi dia quell'energia, quella vitalità, quel coraggio, quella passione, quella decisione, che mi serve per vivere, per scegliere, per essere vero, per compiere la mia strada e il mio destino.

Finché era in vita c'era Gesù. Se gli apostoli avevano bisogno di qualcosa, c'era Gesù che faceva tutto. Adesso Lui non c'è più. Se ho bisogno di qualcosa ci sono io. E Lui? Lui è la mia forza. Io sono l'auto e lui è la benzina. Insieme faremo molta strada. E quando finisce? Si fa il pieno! Per questo si torna ogni domenica in chiesa: è un pieno di benzina.

Il grande monaco Lin Chi faceva molti miracoli e aveva un numero enorme di monaci nei suoi conventi, forse cinquanta o centomila. Un giorno gli chiesero: "Quanti monaci hai, Lin Chi?". Lui si fermò, ci pensò un po' e poi disse: "Quattro o cinque!".

Tutti erano esterrefatti... Allora gli chiesero: "E gli altri?". E lui: "Marionette!". "Non capiamo, maestro". "Una marionetta fa', esegue, ma non sa di essere viva, non sa il potere che ha. Forse ne ha paura. Un monaco sa che ha il potere di guarire, di cambiare il mondo e di diventare Buddha... e lo diventa. Vedete ­ concluse ­ essere potenti fa paura perché ti fa responsabile, perché sai che tutto è nelle tue mani e che tu puoi tutto. Meglio essere marionette così si può sempre dire: "Ma io non potevo, io non ne ero capace!". I miei discepoli vogliono imitare il Buddha, copiarlo, studiarlo... ma essere il Buddha è un'altra cosa!".

Pensiero della Settimana

La forza dell'uomo è Dio.
La forza di Dio è l'uomo.

 

Ricerca avanzata  (54027 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: