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TESTO Gesù ascende al Cielo... aprendo per noi il Paradiso

mons. Antonio Riboldi

Ascensione del Signore (Anno C) (12/05/2013)

Vangelo: Lc 24,46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

In una manciata di giorni, piccola cosa di fronte alla storia, che ha sempre tempi lunghi, si è come ripetuta la sofferenza e la bellezza della creazione!

Ma questa volta con un Nome che suona eternità: Gesù Risorto, il Vivente.

E c'è voluta la potenza e l'opera di Dio per compiere un tale miracolo, impensabile all'uomo: questo uomo che per il tragico ‘no' all'Amore, si era condannato - e continua a condannarsi! - irrimediabilmente, allontanandosi dal Cielo, che era il progetto che Dio aveva preparato per lui con la creazione.

Un uomo, ripeto, che senza l'amore di Chi gli ha fatto dono della vita, Dio, si priva del senso stesso della propria vita, perdendone tutta la bellezza, che è il sogno del Padre per ciascuno di noi.

Senza l'Amore del suo Creatore era destinato - e siamo destinati! - a brancolare nel buio, incapaci di guardare verso l'Alto, dove è la nostra vera casa, ormai chiuso.

Solo Dio poteva riaprire il Suo Regno, che ci aveva destinato come ‘Suoi figli ed eredi'.

E Dio Padre lo ha fatto, con il dono del Figlio, venuto tra noi: Gesù. Egli ci ha svelato la Parola della Vita, che deve essere l'unica trama su cui tessere la nostra esistenza, ed infine, per aprirci definitivamente il Cielo, ci ha fatto dono della Sua stessa vita, con la crocifissione. Che amore!

È stata necessaria la fedeltà e potenza del Padre per attuare questo piano di recupero.

Si rimane senza fiato, se pensiamo al prezzo che Dio ha pagato per ridonarci il Paradiso.

Possiamo ancora dubitare del Suo Amore? Pensare che sia lontano da noi?
Sarebbe una vera bestemmia.

Il Cielo si è riaperto e Gesù che ‘ascende', al termine di una manciata di anni di obbedienza al disegno del Padre, è la conferma che ci ‘ha riconciliato in Sé tutta l'umanità'.

L'Amore è più forte di tutto, diceva Paolo VI. E Gesù con la sua vita, morte e resurrezione per noi, ce lo mostra. Ormai il sepolcro è spalancato, per tutti coloro che lo vogliono. Rimane escluso solo chi preferisce e sceglie il buio del nulla, più che la gioia di una vita senza fine in Cielo.

Raccontano gli Atti degli apostoli: "Nel mio primo libro - così inizia S. Luca, riferendosi al suo Vangelo - ho già trattato, Teofilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo avere dato istruzione agli apostoli, che si era scelto nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo. Gesù si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del Regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre ‘quella' - disse - ‘che avete udita da me: Giovanni fu battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo'. Così, venutisi a trovare insieme, gli domandarono: ‘Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?'. Ma egli rispose: ‘Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra'. Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse ai loro sguardi. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: ‘Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che è stato tra voi assunto al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo'". (At. 1, 1-11)

Ora i discepoli sanno che Gesù c'è, non è più sottomesso alla miseria della nostra natura umana. Gesù ora è accanto a noi, non in forma provvisoria, ma per sempre, nella pienezza della sua potenza, pronto a comunicare tale potenza divina a quanti gli credono. E noi dovremmo essere tra questi.

Ha detto Papa Francesco: "L'Ascensione di Gesù al cielo ci fa conoscere questa realtà così consolante per il nostro cammino: in Cristo, vero Dio e vero uomo, la nostra umanità è stata portata presso Dio; lui ci ha aperto il passaggio; è come un capo cordata quando si scala una montagna, che è giunto alla cima e ci attira a sé conducendoci a Dio", e ha aggiunto che "se affidiamo a lui la nostra vita, se ci lasciamo guidare da lui siamo certi di essere in mani sicure".

Ora, come gli Apostoli, siamo certi che sono aperte le porte del Cielo: la vera dimora che il Padre ci ha preparato, creandoci, e che nel peccato - ieri come oggi - rifiutiamo, per fare spazio alla disobbedienza. Quella è la dimora, vera, verso cui dovremmo dirigere i nostri passi, senza cedere all'incertezza. È necessario tenere sempre fisso lo sguardo del cuore verso il Cielo, per così vedere tutto alla luce che viene dall'Alto. Afferma l'apostolo Paolo nella lettera agli Efesini:

"Possa Egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente, per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale eredità tra i santi e qual è la straordinaria grandezza della Sua potenza verso i suoi credenti, secondo l'efficacia della Sua forza, che Egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla Sua destra nei Cieli, al di sopra di ogni principato ed autorità, di ogni Potenza e Dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare, non solo nel secolo presente, ma anche nel futuro".

La storia di Gesù risorto e asceso è la guida necessaria per la nostra storia.

Purtroppo troppe volte ci lasciamo incantare e possedere dalle creature o cose, che non conoscono la gioia della eternità. E non esiste situazione peggiore di vivere tesi solo verso la precarietà dell'esistenza presente. La vita ha bisogno di riacquistare il senso di una vigilia, dell'attesa della nostra ascesa al Cielo, per ritrovare significato, valore e bellezza.

Questa fede ci darebbe la possibilità di camminare con i piedi ben fissi a terra, impegnati a rendere questo mondo migliore, ma proprio perché il cuore è teso a ciò che ci aspetta, quando Dio ci libererà da questo momento di passaggio, per chiamarci alla vera ragione della stessa nostra vita: far parte del Popolo del Cielo, ‘una moltitudine immensa' come afferma l'Apocalisse, tra cui ci sono anche i nostri cari, che ci attendono.

Scriveva Paolo VI: ‘L'ascensione di Gesù al Cielo ci fa intravedere qualche cosa della Sua Gloria immortale! Nello stesso tempo ci fa pensare all'oltretomba riguardo a noi morituri, destinati alla fine dei nostri giorni alla sopravvivenza nella comunione dei Santi. La fede allora diventa speranza: una speranza vittoriosa emana dal Mistero dell'Ascensione, fonte ed esempio del nostro futuro destino e che può e deve sorreggere il faticoso cammino del nostro pellegrinaggio terrestre. La speranza, ci ha assicurato Gesù, non delude". ( maggio 1975)

È l'ora di alzare, come gli apostoli, gli occhi al Cielo e fissare Gesù che va a prepararci un posto accanto al Padre, ma senza malinconia o tristezza, perché noi, come gli apostoli, abbiamo ricevuto la missione di testimoniare la speranza - che è certezza nella fede - del Cielo.

E' la presenza reale di Gesù, al nostro fianco, in ogni istante della nostra giornata, che sola può illuminarci e oggi, fare memoria della Sua Ascensione, conferma questa certezza, come in un 'tweet' il Pontefice scriveva: ''L'Ascensione al cielo di Gesù non indica la sua assenza, ma che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo, vicino ad ognuno di noi'', per poi dichiarare, nell'udienza generale del 17 aprile: ‘Gesù è il nostro difensore presso il Padre... Ma che bello sentire questo, no? Quando uno è chiamato dal giudice o viene in causa, la prima cosa che fa è cercare un avvocato perché lo difenda. Noi ne abbiamo uno, che ci difende sempre, ci difende dalle insidie del diavolo, ci difende da noi stessi, dai nostri peccati! Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo questo avvocato: non abbiamo paura di andare da Lui a chiedere perdono, a chiedere benedizione, a chiedere misericordia! Lui ci perdona sempre, è il nostro avvocato: ci difende sempre! Non dimenticate questo!".

Facciamo nostri i sentimenti espressi dalle parole di Madre Teresa di Calcutta:

"Gesù mio, aiutami a diffondere la tua fragranza ovunque io vada.

Infondi il tuo Spirito nella mia anima e riempila del tuo amore,

e ogni anima con cui vengo in contatto possa sentire la Tua Presenza nella mia anima
e poi GUARDARE IN SU e non VEDERE più me, ma TE.
Resta con me e io comincerò a brillare della Tua Luce.
La Luce, Signore, sarà la Tua, non verrà da me.
Sarà la Tua Luce che brilla attraverso me.

Lasciami predicare senza predicare, non con le parole ma con l'esempio".

Ed era così, incontrandola. Così l'ho vista, stando con lei: illuminata!

 

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