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TESTO Ascensione di Gesù al Cielo

Giovani Missioitalia  

Ascensione del Signore (Anno C) (12/05/2013)

Vangelo: Lc 24,46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

"Di questo voi siete testimoni" (Lc 24,46).

L'intero Vangelo di Luca ha un centro da cui non si distacca mai: conversione e perdono dei peccati, la piena manifestazione dell'amore misericordioso di Dio!

E questa è la testimonianza che i missionari del Figlio di Dio devono dare a tutti i popoli.

Testimoni di misericordia perché hanno fatto esperienza di misericordia.

Il motto che accompagna lo stemma di papa Francesco proclama questa verità: "avendo avuto misericordia di lui lo chiamò".

È da qui che il missionario deve partire: dall'esperienza di conversione e di misericordia di cui lui stesso ha fatto esperienza, un'esperienza di donazione di sangue e di vita, che è stata accettata e confermata dal Padre nella risurrezione di Gesù che ha pagato una volta per tutte perché tutta l'umanità potesse entrare a far parte del cielo.

La missione di Gesù è di dare una risposta all'invocazione del profeta Isaia: "O Salvatore, se tu squarciassi i cieli e scendessi"(Is 63,19).

La venuta nella carne del Figlio di Dio squarciò i cieli in senso discendente, la sua morte li squarcia ancora in senso ascendente, per poter realizzare la strada della salvezza che è lui stesso.

Il momento della morte di Gesù è presentato in modo drammatico dal Vangelo di Matteo (27,51): "Il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo", la separazione fu annullata nella carne del Figlio di Dio, l'umanità adesso può entrare nella dimensione di una vita nuova e vivente per cui era stata creata e salvata.

Questa è stata la missione di Gesù in mezzo a noi: portare l'umanità alla destra di Dio, da dove sgorga e dove ora che i cieli sono squarciati sceglie liberamente di ritornare.

Teilhard de Chardin disse in una delle sue più famose definizioni dell'umanità: "Noi non siamo esseri umani che hanno un'esperienza spirituale, noi siamo esseri spirituali che hanno una esperienza umana".

Quando il cielo si squarcia, anche il nostro cuore viene liberato affinché si apra all'Unico che gli può donare la gioia della vita.

La sola cosa capace di squarciare i cieli è la misericordia, l'incontrollabile amore divino capace di fare nuove tutte le cose.

Questo chiede Gesù ai suoi discepoli: divenire autori di misericordia, la sola realtà capace di cambiare la storia della vita umana.

Ai suoi missionari il Cristo chiede una fede attiva, una chiamata alla responsabilità e all'impegno di squarciare i cieli affinché l'umanità entri nell'essere di Dio.

Con quest'evento della vita di Gesù la realtà dell'universo cambia, non ci sono più due regni ma uno solo, quello dei cieli, dove Cristo ha portato l'umanità alla gloria mentre continua ad abitare la terra nel suo corpo che è la Chiesa.

La misericordia è la missione che Gesù ricevette dal Padre e che ha passato ai suoi discepoli: intercessione per un'umanità irretita nelle maglie del regno di questo mondo dove i cieli tentano di rimanere chiusi da coloro che vogliono che i figli di Dio restino nella schiavitù della colpa.

È il sangue che libera e fa entrare nei nuovi cieli e nella nuova terra. Il sangue di Cristo e dei martiri, dei tanti cristiani che ogni giorno si giocano la vita per squarciare i cieli con l'offerta della loro vita.

S. Agostino racchiuderà tutto questo in una sola frase «Ci hai creati per Te, [Signore,] e inquieto è il nostro cuore fintantoché non trova riposo in Te».

L'ascensione del Figlio fatto carne ci porta ai cieli, al cuore di Dio nostro Padre e ci fa essere partecipi della sua vita divina per la quale siamo stati creati. Questo è il meraviglioso annuncio che dobbiamo portare a tutti.

Il commento al Vangelo è di Padre Ciro Biondi

 

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